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REGIA: Oxide Pang e Danny Pang
SCENEGGIATURA: Jo Jo Yuet-chun Hui
MUSICA: Orange Music
CAST: Angelica Lee – Mun
Lawrence Chou – Dr. Wah
Chutcha Rujinanon – Ling
Yut Lai So – Yingying
Candy Lo – Yee
Ko Yin Ping – Nonna di Mun
Pierre Png – Dr. Eak
Edmund Chen – Dr. Lo
Benjamin Yuen – Mr. Ching
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voto 2
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– – La trama – –
Mun è una ragazza cieca dall’età di 2 anni. La nonna le ha sempre detto che lei è in possesso di un grande potere. Mun cresce e vive la sua vita da non vedente senza particolari problemi.
Un giorno le si presenta l’occasione per un trapianto di cornea, la possibilità di ritornare a vedere tutte le cose belle del mondo, o forse, sarebbe meglio dire, di vedere le cose belle del mondo dato che essendo cieca dall’età di 2 anni, nulla le è conosciuto alla vista.
Così Mun si sottopone all’intervento. L’operazione riesce e lentamente la ragazza ritorna a vedere. Le prime immagini che si parano davanti i suoi nuovi occhi sono sfocate, ma c’è qualche cosa che non va… oltre alla nonna ed alla sorella nella camera c’è un’altra presenza. Con il passare dei giorni le immagini si fanno sempre più nitide e Mun inizia a vedere e a parlare con persone che gli altri non possono vedere. Spiriti di persone morte che cercano di portare a compimento quello che hanno lasciato incompiuto in vita per poter trovare la pace.
Ovviamente tali visioni turbano la giovane che chiede l’aiuto dello psicologo che la sta aiutando nella sua rieducazione visiva, il quale l’accompagna alla ricerca della persona che le ha donato le cornee, la cui storia potrà far luce sulle strane visioni di Mun.
Voto: 4
– – Considerazioni e citazioni – –
Per quanto non brilli per originalità il film non parte malissimo. Le atmosfere sono abbastanza cupe e le visioni sfocate e gli incubi premonitori di Mun, incutono un certo senso di angoscia. Ma è tutto lì. Per essere un film dell’orrore di orrore vero e proprio (non parlo di splatter, ma anche solo di situazioni che scatenano almeno una palpitazione nello spettatore) ce ne sono poche. Ad essere sinceri ne ho contate solo due e non sono nemmeno realmente spaventose.
Il film dei fratelli Pang, di Hong-Kong (anche se il film è poi di produzione Inglese) è un mare di citazioni, o forse sarebbe meglio dire di “scopiazzature” di film dell’orrore americani di una quindicina di anni fa mischiati a quello che io considero un vero capolavoro del cinema degli ultimi anni che è “Il sesto senso”.
Andiamo con ordine e partiamo proprio dal film con protagonista Bruce Willis. In questo film Bruce Willis ha in cura un bambino che asserisce di poter vedere i morti e che tali morti sono “bloccati” nel mondo dei vivi perchè hanno lasciato qualche cosa a metà. Solo il completamento di queste cose può farli stare in pace e permettere loro di “trapassare” completamente. Così dottore e paziente iniziano ad aiutare i morti e a risolvere le loro “questioni in sospeso”. “The eye” copia completamente questa idea, ripetendo addirittura la frase che spiega il perchè i morti sono ancora nel regno dei vivi.
Fosse solo questo, “The eye”, seppur non originale in quanto a trama, avrebbe dalla sua che il dono di vedere le anime dei trapassati, è stato “impiantato” in Mun a seguito del trapianto di cornee, ma anche qui i fratelli Pang non si sono assolutamente sforzati nel trovare una idea originale.
La trovata del trapianto dell’organo e anche del “potere” che passa dal donatore al ricevente è vecchia e già abbondantemente utilizzata. Il primo ed emblematico film che mi è venuto in mente è stato “Body parts” del 1989, dove un uomo in seguito ad un incidente perde un braccio. Fortuna vuole che riesce ad avere il trapianto di un nuovo arto. Unico problema è che il donatore era un serial killer, giustiziato per i suoi crimini, che proprio con quell’arto uccideva le sue vittime. Ovviamente il povero malcapitato inizierà a vedere cose che prima non vedeva e a comportarsi come il suo donatore.
Se questo non dovesse bastare, c’è un altro film, “Body Bags” del 1993, in cui nel terzo episodio, al protagonista, un giocatore di baseball che ha perso un occhio, ne viene impiantato uno nuovo e da quel momento inizia a vedere cose strane.
Con queste citazioni ne scaturisce che “The eye” non è altro che una lunga maratona di rielaborazioni di film già esistenti e di gran lunga migliori e più spaventosi.
Voto: 2
Per quanto mi sia sforzato non ho trovato assolutamente nulla che possa farmi arrivare a consigliare la visione di questo film. Anche se gratuito sarebbe una completa perdita di tempo, dato che nemmeno gli attori hanno quel carisma tale da suscitare un pò di suspance. Sicuramente è bene sottolineare che il film, che ripeto è stato realizzato ad Hong-Kong, non ha nulla a che fare con l’horror giapponese, molto più raffinato e ricco di rimandi alla mitologia asiatica.
Luigi Grillo
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