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SCHEDA TECNICA
REGIA: Hideo Nakata
SCENEGGIATURA: Hiroshi Takahashi
MUSICA: Kenji Kawai
CAST: Miki Nakatani- Mai Takano
Hitomi Sato – Masami Kurahashi
Kyôko Fukada – Kanae Sawaguchi
Fumiyo Kohinata – Dr. Kawajiri
Kenjiro Ishimaru – Detective Omuta
Yuurei Yanagi – Okazaki
Rikiya Otaka – Yoichi
Yoichi Numata – Takashi Yamamura
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voto 7
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– – La trama – –
Questo secondo episodio inizia una decina di giorni dopo la fine del primo (parliamo sempre della versione giapponese che differisce leggermente nel finale dal remake americano). Nelle battute iniziali si riprendono le redini del discorso lasciato in sospeso rintracciando i personaggi che erano stati protagonisti nella vicenda precedente. Così, il padre di Sadako (la ragazzina del video che uccide) si reca all’obitorio per l’identificazione del cadavere ritrovato nel pozzo dalla reporter Reiko Asakawa e da suo marito, il professor Ryuji Takayama, nell’episodio precedente. Lì si viene a scoprire che il pozzo era chiuso da 30 anni ma che il corpo è morto da soli 20 mesi!
Nel frattempo nella redazione dove lavorava Reiko, un altro reporter sta continuando il lavoro di interviste su questa leggenda metropolitana della cassetta che uccide, iniziato dalla stessa Reiko. Mentre visiona il nastro con le interviste, viene avvicinato da Mai Takano, assistente del professor Takayama che gli chiede dove trovare Reiko. Ma il reporter non lo sa, e i due decidono di investigare sulla scomparsa di Reiko e di suo filgio Yoichi e si recano quindi a casa di Reiko.
Altri intanto sono sulle tracce di Reiko, un poliziotto desidera trovarla a tutti i costi dopo la scoperta della morte del padre della reporter. Una morte strana, considerando la maschera di terrore impressa sul volto del vecchio. “Non si muore in questo modo” è il triste commento dello scettico poliziotto. Cosa ancor più strana, il fatto che in casa del signor Asakawa viene ritrovato tutto il necessario per duplicare una videocassetta, ma non c’è nessuna traccia del video. Inoltre, la morte del signor Asakawa coincide con un’altra misteriosa morte, quella del professor Takayama.
Così, al poliziotto, non resta che andare a parlare con l’assistente del professore, Mai Takano per scoprire cosa c’è dietro. Sfortunatamente, la paura di Mai, non è di nessun aiuto al poliziotto.
Proseguendo nella loro indagine Mai Takano e il reporter, rintracciano Tomoko, l’amica della nipote di Reiko, morta nel primo episodio per aver visto la cassetta. Tomoko è in un ospedale per malattie mentali, non parla più e ha paura di avvicinarsi ad un televisore. I due incontrano prima il professore che la ha in cura, il quale afferma di sapere quello che c’è dietro a tutta questa storia. La sua risposta al problema è da ricercarsi in forze paranormali, come la telecinesi, che possono indurre anche alla morte.
In ultimo, proprio grazie ad un richiamo soprannaturale, Mai Takano riesce a rintracciare Reiko e Yoichi e scopre che anche il bambino, come Tomoko, non parla più ed è causa di strani fenomeni.
Tutte le carte sono quindi sul tavolo e da questo momento in poi i personaggi iniziano ad interagire per cercare di arrivare a capo del mistero che ruota intorno a Sadako e alla videocassetta.
Voto: 7,5
– – Considerazioni – –
Una degna continuazione del primo episodio che cerca di dare una ancor più dettagliata spiegazione alla vicenda. La trama segue un percorso diverso abbandonando quasi totalmente “la videocassetta” e la leggenda metropolitana che ruota intorno al video, per parlare delle leggende, degli esseri soprannaturali e di una delle cose più care all’immaginario collettivo giapponese: i poteri extrasensoriali. I giapponesi non sono nuovi infatti agli ESP, un bellissimo esempio ci viene fornito dal capolavoro che è Akira, ma l’argomento è presente in tanti altri film, film d’animazione e manga. Il potere della mente connesso con i miti e le leggende giapponesi, soprattutto quelle che hanno a che fare con il mare, sono terreno fertile per le paure del popolo asiatico. E così questo horror, sfocia nella fantascienza. Si cercano spiegazioni scientifiche al fenomeno, si cerca di analizzare e catturare questa energia dirompente che può anche uccidere, con le ovvie conseguenze del caso. Nel corso del film si viene anche a sapere qualche cosa di più su Sadako e sul dramma della sua famiglia.
Devo ammettere che riflettendoci su, anche per alcune scene, soprattutto nella seconda parte del film, ho notato una certa somiglianza con i racconti narrati da Lovecraft. Anche nei suoi libri si aveva molto a che fare con il mare e con queste creature che portavano alla follia. Ma questa è una considerazione personale che, in un certo senso, lascia il tempo che trova.
Ancora una volta i pregi e i difetti coincidono con quelli del film precedente. Non c’è azione dal ritmo serrato come gli horror americani, non ci sono momenti splatter con sangue e mutilazioni. La paura è quella dell’angoscia e delle visioni improvvise lì dove un secondo prima non c’era nessuno. E poi ci sono gli sguardi, occhi terrificanti, socchiusi e crudeli con dei primi piani (e una musica all’improvviso alta e agghiacciante) che fanno sobbalzare. Insomma una degna continuazione del primo film.
Nota negativa può essere l’intricatezza della trama che a volte lascia un pò perplessi. Spesso e volentieri i protagonisti hanno delle visioni che li catapultano in un altro scenario dove il film continua ad avere il suo corso e, dopo parecchi minuti, si risvegliano, alle volte in punti totalmente differenti da dove li avevamo lasciati. I personaggi inoltre si accavallano nelle loro vicende, un pò proseguendo per conto loro, un pò interagendo gli uni con gli altri e da questo susseguirsi frenetico di eventi nasce sempre un pò di confusione. Credo (e spero) che tale tecnica sia voluta, e non solo un caso, per catturare la totale attenzione dello spettatore così da farlo spaventare maggiormente nei momenti più impressionanti e spiazzarlo facendogli sentire un senso di angoscia e smarrimento. Ad ogni modo, se è così, la cosa sarebbe dovuta essere più curata e meno lasciata al caso.
Voto: 7
Perchè guardarlo? Una bella domanda, una domanda che potrebbe trovare la sua risposta nella possibilità che si ha di capire un pò la cultura giapponese sempre in bilico tra mito e tecnologia, tra paure e voglia di capire e di conoscere, tra scetticismo e fede cieca in ciò che è più potente e pericoloso. O forse solo per la curiosità di sapere il perchè della videocassetta e capire cosa si nasconde dietro a questo fenomeno della cinematografia che sta producendo cloni su cloni (ultimo esempio “The Call” nei cinema in questi giorni).
Luigi Grillo
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