invia la tua foto
|
SCHEDA TECNICA
REGIA e SCENEGGIATURA: Takashi Shimizu
CAST: Noriko Sakai, Chiharu Nîyama, Kei Horie, Yui Ichikawa, Shingo Katsurayama, Takako Fuji, Yuya Ozeki.
|
voto 7,5
|
Siamo al secondo e forse ultimo capitolo della saga della maledizione chiamata Ju-On. Dico forse perchè, si sa, tali film non hanno un vero e proprio finale.
Anche questo film si apre con una voce fuori campo che ci spiega in che cosa consiste la maledizione e proprio come il primo episodio, il film è narrato con la tecnica ad episodi dedicati a ciascuna delle persone entrate in contatto con la maledizione.
– – La trama – –
Kayako è il primo episodio del film. In pratica è un riassunto della storia di Kayako Saeki, di suo figlio Toshio, del maestro Kobayashi e della casa. Le immagini sono le stesse viste nel primo film. Il maestro Kobayashi torna a casa dalla moglie, che è incinta, e le annuncia che ha deciso di andare a casa di Toshio Saeki, suo alunno, per capire il motivo per il quale il bambino non va più a scuola da così tanto tempo. I due parlano e la moglie di Kobayashi si ricorda che Kayako era una loro compagna all’università. Il maestro si reca a casa dei Saeki e trova solo il piccolo Toshio. La casa è in completo disordine. In più c’è quell’incessante miagolio. All’improvviso Toshio sparisce e Kobayashi lo ritrova al piano di sopra. Lo sente parlare con sua madre ma nella camera del bimbo non c’è nessuno. Poi una voce di donna lo chiama. “Kobayashi”. Una porta si apre. Lì il maestro Kobayashi trova un diario, quella di Kayako. Sfogliandolo scopre che la donna era follemente innamorata di lui. Un senso di disagio cresce nel maestro. Sta per uscire dalla camera quando un altro rumore attira la sua attenzione. Un rumore di mosche e proviene dall’armadio a muro. Lo apre ma è buio così decide di fare luce con il suo accendino. La scoperta è delle più raccapriccianti. Il corpo della donna giace al suo interno.
Il maestro in preda al terrore esce dalla camera, prende in braccio il bambino e corre giù verso l’uscita. Al piano di sotto il suo telefono squilla. E’ Takeo Saeki, marito di Kayako e padre di Toshio. Le cose che gli sta dicendo sono terrificanti… ma saranno vere? Il telefono gli cade. Lo raccoglie Toshio e inizia a parlare con sua madre. E poi quello strano rumore che proviene dal piano di sopra… vicino, sempre più vicino…
– Kyoko è la seconda protagonista. Anche qui, l’inizio è ripreso dal primo film. Kyoko è in possesso di poteri ESP, può avvertire delle presenze inquietanti. Così, suo fratello Tatsuya, agente immobiliare, la chiama per chiederle se può andare con lui a visitare una casa che si vocifera sia maledetta. Tatsuya non crede a certe cose, ma si sa, se la vuole vendere tali voci devono cessare. Così i due si recano alla casa. Kyoko avverte delle strane presenze non appena entra in casa. Chiede al fratello di portarle del saké e lo beve. Il sapore è disgustoso. Così spiega al fratello che questo è quello che dovrà fare. Prima di far firmare il contratto a possibili acquirenti dovrà far loro bere il saké. Se questi lo troveranno disgustoso, non dovrà vendere loro la casa, perchè li porterebbe incontro alla morte. Poi Kyoko fugge via, restare lì decreterebbe la sua morte. Qualche giorno dopo Kyoko riceve una telefonata da suo fratello che le dice che ha venduto la casa e ha seguito le sue istruzioni prima di far firmare il contratto. Kyoko è nei pressi della casa a ci passa vicino. C’è qualcuno alla finestra. Una donna. Ma chi è quella donna e perchè è così sinistra?
Nel frattempo a casa Kobayashi si sono trasferiti due nuovi inquilini. Sono proprio Tatsuya e suo figlio Noboyuki. Il ragazzo è solo in casa e sta vedendo un film alla TV quando improvvisamente va via l’immagine. Il ragazzo è come ipnotizzato poi si avvicina allo schermo solo per allontanarsi spaventato un attimo dopo. Cosa ha visto? E cosa c’è alle sue spalle che lo sfiora?
Intanto Kyoko inizia ad indagare sulla casa che suo fratello ha venduto. Un suo amico le procura tutte le informazioni di cui aveva bisogno e le notizie non sono affatto belle. In quella casa trovarono la morte la signora Murakami e sua figlia Kanna, il fratello di questa scomparve e la casa fu quindi venduta. In precedenza poi la casa era stata oggetto di un’altra morte quella del maestro Kobayashi, della signora Kayako Saeki e suo figlio Toshio. Il marito di questa risulta essere scomparso.
Ricevute queste notizie Kyoko si reca da suo fratello, ma non lo trova, però grazie alla sua segretaria viene a scoprire che il nuovo indirizzo del fratello è proprio quello dove abitava il maestro Kobayashi con sua moglie (anche lei scomparsa). Così si reca a casa del fratello e trova suo nipote in stato di shock. Ma non solo quello. C’è una strana presenza in quella casa… qualcosa che viene dalla TV… ora la vede anche Kyoko…
– Tatsuya è il terzo protagonista della vicenda. Ma la storia che lo riguarda non inizia con lui bensì con la famiglia che ha comprato la casa dove i Saeki abitavano. La signora Kitada va a prendere la posta proprio quando il postino sopraggiunge e le consegna un pacco. E’ solo una settimana che i Kitada si sono trasferiti. La signora Kitada legge il mittente del pacco. E’ una certa Kayako Saeki. Lo apre… al suo interno trova un disegno, palesemente fatto da un bambino molto piccolo. Il disegno è firmato. Toshio Saeki. C’è dell’altro. Un libro. No, meglio, un diario. Il diario di Kayako. La signora entra in casa dove il marito, che sta facendo colazione la accoglie con una serie di rimproveri per quello che ha preparato. La signora Kitada colpisce suo marito con una pentola e poi si siede tranquillamente a fare colazione.
Nel frattempo Tatsuya è tornato in agenzia e ha trovato gli articoli di giornale lasciati per lui da sua sorella Kyoko. Apprende cosa è successo in quella casa da lui venduta alla famiglia Kitada. Apprende cosa è successo nella casa del maestro Kobayashi, la stessa dove lui e suo figlio si sono trasferiti. E così corre a casa solo per trovare sua sorella Kyoko e suo figlio in stato di shock.
I tre si dirigono a casa dei genitori. Lì Kyoko, in una stanza buia è seduta e non batte ciglio. Suo nipote Nobuyuki la guarda seduto anche lui. Nel frattempo Tatsuya e i suoi genitori discutono sul da farsi. Il padre ammette che anche lui ha dei poteri, poteri che gli permettono di vedere e sentire delle presenze inquietanti e pare proprio che tali poteri siano stati ereditati da Kyoko. I tre decidono che Tatsuya deve andare a casa e risolvere il problema, esorcizzare il male, prima che la maledizione ricada anche su di lui. Così Tatsuya esce di casa. Proprio all’esterno riceve una telefonata dalla sua segretaria che gli dice che sua sorella è nell’agenzia e lo aspetta per parlargli. Ma come è possibile? Sua sorella è a casa dei suoi genitori. Tatsuya chiude il telefono innervosito e si allontana. Nella casa dei suoi genitori intanto Kyoko inizia a cullare una bambola… più veloce sempre più veloce… sua madre la guarda. Dice che Kyoko sta sorridendo. Suo padre sente dei rumori provenire dall’altra stanza. Va a controllare…
Tatsuya si reca a casa dei Kitada. C’è solo la signora che lo accoglie e gli prepara del tè. Tatsuya scorge il disegno in bella mostra di Toshio. Chiede spiegazioni alla signora Kitada dato che sa, che la coppia non ha figli. La signora gli risponde che quel disegno l’ha fatto suo figlio. Il suo Toshio. Tatsuya è visibilmente confuso, si appresta a lasciare la casa in tutta fretta quando vede il diario. “Quello è il mio diario”, gli dice la signora Kitada. Che si alza dal divano. La testa china e i capelli neri e lunghi che le coprono il volto. Va verso di lui. Lentamente. Cosa vorrà da lui? Chi è quel bambino che è apparso sul divano e che miagola?
– Kamio è un poliziotto. O meglio lo era. Si è ritirato. L’ultimo caso a cui stava lavorando era quello sulla misteriosa scomparsa di alcune persone e il ritrovamento di altre morte in circostanze misteriose. Due colleghi lo vanno a trovare ma la moglie di Kamio li caccia via dicendo che suo marito non può riceverli. Nell’andare via i due poliziotti scorgono il loro collega. E’ seduto nel giardino. Dice frasi sconnesse e senza senso. Poi inizia a gridare. La moglie lo trascina in casa. I due poliziotti vanno via. Ma perchè Kamio non smette di gridare? Cosa c’è nella sua stanza?
I due poliziotti vanno verso la centrale. Il più anziano spiega al più giovane il caso a cui stava lavorando Kamio prima di ridursi così. Il giovane non crede al soprannaturale ma il più anziano, una volta arrivati alla centrale, gli mostra alcune foto. La foto scattata di nascosto alla signora Kitada, rivela una inquietante verità. Assomiglia in modo impressionante ad un’altra vittima. Kayako Saeki. Come è possibile? Il poliziotto anziano brucia la foto e dice di non voler continuare ad investigare su questo caso. E va nella sua stanza. Il giovane rimane fuori a leggere il rapporto finché una poliziotta non lo raggiunge per dirgli che lo cercano. Mentre parlano, alle loro spalle, una donna entra nella stessa stanza del poliziotto anziano che esce urlando e in preda al panico. I due poliziotti lo rassicurano ed entrano nella stanza per vedere cosa c’è. Lui resta solo nel corridoio. Tutto è tranquillo. Si inizia a calmare. Abbassa lo sguardo e…
– Nobuyuki è rimasto orfano. E’ stato affidato ad altri parenti e va a scuola. Oggi tocca a lui restare dopo le lezioni per mettere in ordine, insieme ad altri compagni. Guarda fuori dalla finestra, piove. I suoi compagni litigano alle sue spalle. Non gli interessa. Poi, d’un tratto, nella pioggia vede la figura di una donna. La finestra si apre… è solo. I suoi compagni non ci sono più. Scappa. Ma la donna è sempre lì. Dietro ad ogni angolo, dietro ad ogni porta. Dove può nascondersi?
– Saori è una ragazza che con la sua amica è penetrata in una casa in vendita. L’amica non è tanto convinta che sia la cosa migliore da fare. Ma segue Saori. Le due trovano una bottiglia di saké. Ne bevono un sorso… che sapore orribile! Si sente un gatto miagolare…
– – Considerazioni – –
Impressionante. Ecco la prima considerazione che ho fatto al termine della visione di questo film. L’idea è addirittura migliore di quella di The Ring (Ringu) in quanto il pericolo non nasce dalla curiosità di vedere il contenuto di una cassetta maledetta. Il pericolo è reale ed è praticamente ovunque. La maledizione si propaga come una macchia d’olio e pare non ci sia assolutamente niente che possa fermarla. Il rancore provato dalle vittime si trasforma in una forza distruttrice e contamina tutti indistintamente.
Ancora una volta l’idea degli episodi con protagonisti differenti coglie nel segno. Alcune di queste persone non si conoscono nemmeno ma, per un motivo o per l’altro, sono venute in contatto con la casa e quindi sono maledette.
Sono i rumori e gli ambienti che ancora una volta la fanno da padrone, aumentando l’angoscia nello spettatore. Gli ambienti sono scuri, bui, sporchi, quasi a voler propagare quel senso di putrefazione dei cadaveri, quell’anima maledetta e piena di odio. I suoni, più che le musiche, sono ancora una volta in presa diretta. Echi di passi, ronzii e molto silenzio finché una musica di tamburi, prima lenti poi sempre più veloci e profondi, ci fa accompagnare il protagonista verso la scoperta terrorizzante.
Le paure sono quelle di tutti i giorni. Il buio, un rumore improvviso o quello che ci può accogliere dietro una porta chiusa. In più c’è sempre la mitologia giapponese, con le sue leggende e con il rispetto e il timore che c’è per la morte e per gli spiriti.
Voto: 7,5
– – Annotazione – –
Questo film è il seguito di quello prodotto nello stesso anno (2000). Ne prosegue la trama e anche la tipologia di narrazione ad episodi. Lo stesso regista, Takashi Shimizu, ne ha girati altri due sempre con lo stesso titolo ma nel 2003. La vicenda alla base è sempre la stessa, così come la presenza di Toshio, che però gioca un ruolo maggiore nei film del 2003, ma le vicende narrate sono completamente diverse così come il taglio narrativo. Sono quindi da considerarsi film completamente diversi. Sicuramente uno più spaventoso dell’altro. A voler essere completi, i film del 2000 furono realizzati per il mercato dell’home video, mentre quelli del 2003 per il circuito cinematografico. E’ quasi certa una impossibile reperibilità dei titoli del 2000 mentre è più probabile per quelli del 2003. Tutti e quattro sono però stati mandati in onda da SKY e sono soggetti a continue e costanti repliche.
Ancora una volta mi sento di consigliare la visione di questo film. L’angoscia che crea nello spettatore è quasi tangibile e i sussulti non mancheranno di certo. Inoltre è una logica continuazione del primo episodio anche se non mette una parola fine alla vicenda (ci può mai essere una fine a tale maledizione?). Un film difficilmente dimenticabile.
Luigi Grillo
|