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SCHEDA TECNICA
REGIA: Takashi Shimizu
SCENEGGIATURA: Takashi Shimizu
MUSICA: Shiro Sato
CAST: Misaki Ito – Hitomi
Megumi Okina – Rika
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voto 7,5
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“Ju-On: Maledizione formulata da chi è morto in preda a un forte rancore. Si accresce nei luoghi frequentati dal defunto quando era in vita divenendone il karma. Coloro che ne entrano in contatto perdono la vita. Nasce così una nuova maledizione.”
Con queste parole si apre questo film che ruota attorno ad una casa infestata e alle strane morti e scomparse che ne seguono, il tutto narrato con la tecnica degli episodi incentrati su ognuno dei protagonisti.
– – La trama – –
Toshio Saeki è il primo protagonista della storia. E’ un bambino che non va a scuola da parecchi giorni, tanto che il suo maestro, il signor Kobayashi decide di andare a casa sua per vedere cosa sta succedendo e scoprire perchè il bambino non frequenta più la scuola.
Il maestro parla di questa idea a sua moglie, che è incinta, la quale però si ricorda che la madre di Toshio, Kayako, era stata loro compagna di classe ed era un tipo piuttosto sinistro.
Così il maestro Kobayashi si reca a casa della famiglia Saeki. All’inizio la casa sembra deserta. Poi, aggirandosi per l’esterno della casa, incontra il piccolo Toshio affacciato alla finestra del bagno. Entra quindi in casa per attendere i genitori di Toshio. Ma cosa sta succedendo in quella casa spettrale e piena di disordine? Perchè sente quell’incessante miagolio?
– Yuki è la seconda protagonista della storia. E’ una insegnante che aiuta Kanna Murakami con i compiti. A casa Murakami però Yumi non è a suo agio. La giovane Kanna è amante dei gatti e tormenta la povera Yuki con tutti i suoi pupazzi a forma di gatto. E poi c’è quell’incessante miagolio che proviene dall’esterno e quello strano rumore che solo Yuki pare sentire. La madre di Kanna esce per andare a fare la spesa e anche Kanna deve uscire perchè si ricorda che toccava a lei dare da mangiare ai conigli che sono a scuola. A casa restano per un pò Yuki e Tsuyoshi, fratello di Kanna, ma quando anche lui esce, Yuki, da sola inizia a sentire quello strano rumore sempre più forte. Deve andare via, ma perchè nel corridoio ora è così buio? Da dove è entrato quel gatto nero? Il rumore sempre più chiaro e sinistro proviene dall’armadio dove c’è il letto… cosa c’è lì dentro?
– Mizuho è la ragazza di Tsuyoshi. E’ dalle parti della sua scuola e la bicicletta del suo amato è lì fuori così come un cellulare che la ragazza raccoglie. Ma la guardiana della scuola afferma che non c’è alcuno studente nell’istituto anzi, lei la deve seguire dentro perchè non è permesso aggirarsi nei cortili della scuola a quell’ora e deve prendere provvedimenti. Inoltre se è vero che Tsuyoshi è nell’edificio bisogna trovarlo. Così la guardiana intima a Mizuho di rimanere nell’aula mentre lei va a cercare il ragazzo. Mizuho prova anche a chiamare casa del suo ragazzo per sapere se è tornato, ma sua madre le risponde che non è ancora in casa. Poi la linea cade. Le luci non funzionano tanto bene e così Mizuho controlla la presa sotto la scrivania. Il cellulare inizia a squillare e lei vede i piedini di un bimbo che corrono proprio oltre la scrivania. Chi è al telefono? Deve rispondere? E chi è quel bambino che corre a piedi nudi nell’aula della sua scuola?
– Kanna è uscita di casa. Deve andare a dare da mangiare ai conigli. E’ il suo turno oggi. Intanto nell’obitorio della polizia il medico legale mostra all’ispettore il corpo straziato di una ragazza in cui sono presenti pezzi di coniglio. E mostra una mascella umana trovata sul luogo del ritrovamento del primo cadavere. La mascella appartiene ad un’altra persona. L’ispettore e il suo aiutante vanno via perplessi chiedendosi se si possa sopravvivere senza la mascella, dato che il secondo corpo non è stato ritrovato nelle vicinanze. La madre di Kanna e Tsuyoshi torna a casa. Scorre la posta arrivata quella mattina. Tra le lettere ce n’è una per un certo Takeo Saeki. Yuki non c’è, così come non c’è Kanna. Il telefono squilla è Mizuho che cerca il suo ragazzo. La signora Murakami va a chiamare suo figlio ma scopre che anche lui è uscito. Così torna al telefono per dire alla ragazza che il figlio non è ancora tornato a casa quando si apre la porta. La signora Murakami dice di attendere in linea, forse è Tsuyoshi. Ma no, sembra essere Kanna, ma perchè cammina barcollando? Perchè si lascia dietro una scia di sangue? Cosa è successo?
– Kayako è la madre di Toshio. Siamo tornati con il bambino e il maestro. L’attesa è lunga, i genitori non sono ancora tornati. Così il maestro avverte sua moglie. Il bimbo, che pensava essersi addormentato non è più sul divano, ma lo sente parlare con qualcuno al piano di sopra. Una voce femminile. La chiama mamma. Quindi la madre di Toshio è a casa! Entrato in camera del ragazzino però, il maestro non vede che lui. Poi una voce femminile lo chiama: “Kobayashi”. Entra in un’altra camera e sempre nel disordine, trova un diario. E’ il diario di Kayako dove il nome di Kobayashi è sempre presente. Kayako è sempre stata innamorata di lui fin dai tempi della scuola. Ma non è tutto. Il maestro sente un ronzare di mosche che proviene dall’armadio. Si avvicina. Lo apre. E’ buio. Accende l’accendino per fare luce e vede il cadavere di Kayako. In preda al terrore esce dalla camera e afferra il bambino per portarlo via. Proprio quando sono vicini all’uscita il suo telefono squilla. Una voce pacata gli dice di essere il marito di Kayako, Takeo. Cosa vorrà da lui? E cosa è quel rumore che proviene proprio dal piano di sopra che loro hanno abbandonato frettolosamente?
– Kyoko è una sensitiva. E’ la sorella di Tatsuya un agente immobiliare incaricato di vendere una casa su cui circolano strane voci. Pare che l’intera famiglia che vi abitava sia scomparsa in circostanze misteriose. Lui non crede a certe cose ma, meglio esserne sicuri e sua sorella può sicuramente aiutarlo. Così i due si recano alla casa e Kyoko vede una strana presenza. Avverte delle energie in quelle stanze. Così chiede a suo fratello di procurarle del saké. Ne beve un sorso, il sapore è terribile, così lo sputa via e spiega a suo fratello che la casa è infestata. Lui dovrà offrire il saké agli eventuali acquirenti prima della firma sul contratto. Se questi, bevutolo, lo troveranno disgustoso, lui non dovrà vendere la casa a quelle persone in quanto se lo farà andranno incontro a morte sicura. Dopo qualche tempo Tatsuya chiama sua sorella dicendole che la casa è stata venduta. La rassicura inoltre che la prova del saké è stata positiva e non c’è da preoccuparsi. Kyoko è dalle parti della casa, si avvicina e scorge qualcuno alla finestra. E’ una donna che si gira, la guarda. Chi è quella donna?
Voto: 9
– – Considerazioni – –
Il film è terrificante come nello stile dell’horror giapponese. Si basa su momenti di silenzio in cui sono i piccoli rumori a creare l’atmosfera. Rumori di scricchiolii, di miagolii, e poi sempre più un crescendo fino alla rivelazione dell’orrore finale. Questa volta il tema affrontato è quello della casa infestata tanto amato dai film dell’orrore. Anche questa volta è però affrontato seguendo le credenze del popolo nipponico. Proprio in apertura infatti ci viene fornita la spiegazione della maledizione Ju-On, che è poi il filo conduttore della vicenda.
Non è semplice capire il film ad una prima visione però. Si passa dall’attuale al passato e poi ancora avanti nel tempo senza nemmeno una scritta che ci fornisce una data per orientarci. Ma è forse proprio questo senso di disorientamento che tiene lo spettatore ancora più in preda all’angoscia dato che non si riesce a capire cosa stia effettivamente succedendo nella casa e quando questo succede. E i nomi giapponesi, difficili da ricordare, certo non aiutano. Moltissimo è lasciato all’immaginazione nella parte finale delle vicende di ognuno dei protagonisti. E anche lo stesso finale del film lascia aperta ogni interpretazione fino alla visione del secondo episodio della saga.
Gli attori sono credibili. Persone normali che non hanno a che fare con l’orrore e vivono la loro quotidianietà senza alcun problema. Poi all’improvviso si trovano a dover fare i conti con quelle che sono le paure che noi tutti abbiamo… rumori improvvisi, buio e tutto quello che si nasconde dietro la porta di un armadio o al termine di una scalinata che porta al piano di sopra. E così la casa smette di essere un luogo ritenuto sicuro e tranquillo diventando un luogo da cui si vorrebbe scappare al più presto prima che diventi l’ultimo posto in cui siamo stati.
Il suono anche in questa produzione la fa da padrone. In alcuni casi sembra registrato in presa diretta dando enfasi al rumore dei passi sul legno del pavimento, all’apertura delle finestre o allo spostamento degli oggetti. La musica è presente, e molto inquietante, solo quando si raggiunge l’apice della scena, momento in cui i rumori non sono più necessari ma quello che contano sono le immagini.
Voto: 7,5
– – Una curiosità – –
L’attore che interpreta il maestro Kobayashi è lo stesso che interpreta il reporter nel secondo episodio di Ringu.
– – Annotazione – –
Questo film è stato prodotto nel 2000 e nello stesso anno è uscito il seguito Ju-On 2. Nel 2003 sono stati prodotti altri due film con lo stesso titolo ma completamente diversi essendo quelli del 2003 il capitolo 3 e 4 della saga. Pare anche che i primi due furono prodotti per l’home video, quelli del 2003 per la distribuzione cinematografica. Qui è stato recensito il film del 2000. I titoli risultano uguali in alcuni paesi mentre in altri sono stati cambiati attribuendo a quelli del 2000 il solo titolo “Ju-On” o, alle volte “Ju-On: The Curse”, mentre quelli del 2003 sono stati riportati come “Ju-On: The Grudge” o solo “The Grudge”. Nell’insicurezza ho preferito non inserire un’altro titolo e lasciare questo.
Ancora una volta un film inquietante senza molti spargimenti di sangue. Ma che angoscia lo spettatore sin dalle prime scene. La visione scorre a tratti volutamente lenta per poi accellerare come una scossa di adrenalina. Un film sicuramente consigliato.
Luigi Grillo
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