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SCHEDA TECNICA
REGIA: Harada Masato
CAST: Amami Yuuki, Watabe Atsurou, Yamaji Kazuhiro, Eugene Harada, Fukaura Kanakoa
Giappone 2001
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voto 7
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– – La trama – –
Miki Bonomya è una donna che vive esclusivamente per il suo lavoro in uno sperduto villaggio tra le montagne e le foreste giapponesi. Miki non ha mai lasciato il villaggio. La sua vita scorre tra il laboratorio dove, da sola, produce fogli di carta, unica fonte di ricchezza della sua famiglia, e la foresta dove raccoglie le piante e le radici che servono per ottenere i colori per i fogli.
Miki non ha un marito, un fidanzato, solo la sua famiglia che non le dimostra affetto. Affetto e un pò di odio misto a paura dato che sulle donne della stirpe dei Bonomya circolano strane voci.
Un giorno al villaggio arriva Akira Nutahara. E’ lì per insegnare nella scuola locale. La sua moto si ferma, senza benzina poco prima di arrivare al villaggio e così il giovane si mette ad ammirare il paesaggio in attesa che qualcuno passi per aiutarlo. Di lì a poco arriva Seiji Doi, il quale si offre di accompagnarlo con la sua auto al villaggio e, proprio grazie a Seiji, Akira conosce Miki.
Il giovane maestro viene subito attratto dalla bellezza della donna che, come gli dice scherzando Seiji, potrebbe essere sua madre. Una bellezza austera, qualche capello grigio, silenziosa e dedita al lavoro e alla ricerca del mix adatto per creare la carta perfetta che racchiuda tutti i sette colori che solitamente sono usati separatamente.
Akira inizia a frequentare il laboratorio di Miki ogni giorno. Dapprima senza parlare e disturbarla, poi iniziando con lei a conversare, fino ad accompagnarla nella foresta alla ricerca di bacche e radici.
E’ proprio durante una di queste escursioni che i due sorpresi dal temporale si rifugiano in una grotta e, Miki, inizia a raccontare la triste storia che l’accompagna. E racconta ad Akira di quando lei era giovane e di come si era perdutamente innamorata di quell’uomo che neanche conosceva. Come la passione li unisse e come, proprio come in quella giornata, erano stati sorpresi da un temporale e si erano rifugiati proprio in quella grotta dove si erano amati e dove lei era rimasta incinta. Poi il dramma. Lei non poteva stare con quell’uomo e non poteva avere quel bambino. Ma Miki era caparbia e volle a tutti i costi portare a termine la gravidanza, ma, come le riferì la madre al suo risveglio in ospedale, il bambino era nato morto.
E la storia si ripete. Miki e Akira si amano, lì, in quella grotta, mentre la pioggia cade incessante e di nuovo Miki resta incinta.
Ancora una volta la sua famiglia si oppone a questo amore ma non per crudeltà nei confronti della povera Miki che, giorno dopo giorno, da quando ha conosciuto Akira, sembra ringiovanire e tornare adolescente nell’aspetto e nei moti di ribellione, ma solo perchè, sulle donne della famiglia Bonomya c’è una terribile maledizione. Su di loro il duro compito di controllare gli Inugami, spiriti di cani selvaggi che, se liberi, portano solo morte e distruzione. Così la prescelta dei Bonomya deve trascorrere la sua vita a sorvegliare un vaso dentro cui si nascondo gli spiriti e contarli ogni giorno e portar loro cibo per nutrirli.
Ma Miki vuole fuggire al suo destino. Lei ama Akira e già in passato le è stato impedito di amare. Ma questa volta sarà diverso.
O forse sarà come prima o addirittura peggio di prima dato che nel villaggio iniziano prima gli incubi, poi alcune morti misteriose. Miki si comporta come una ragazzina innamorata del suo Akira ma la sua famiglia vuole che ritorni in sè e controlli gli spiriti come sua madre aveva fatto prima di lei e come prima avevano fatto le sue antenate. Il resto del villaggio vuole, invece morti tutti i componenti della famiglia Bonomya, solo così, pensano, gli Inugami potranno sparire per sempre. E quale occasione migliore se non la festa degli antenati che i Bonomya celebrano ogni anno?
L’amore contro l’odio contro le responsabilità che vengono imposte, ecco la vita di Miki dall’arrivo di Akira che sembra essere giunto lì come spinto da una forza soprannaturale. Chi vincerà? Saranno l’amore puro e sincero o forse la maledizione e la morte a vincere? E se fossero entrambi…?
– – Considerazioni – –
Ancora una volta un film dell’orrore che di orrore ha poco e niente. Di contro, per fortuna, c’è una storia affascinante e ricca di interessanti spunti sulla cultura giapponese nonchè di scenari mozzafiato.
La natura e le tradizione sono sempre state alla base delle cultura nipponica così come gli spiriti che i vengono temuti e rispettati e non si osa contraddire. Non si tenta di spezzare la maledizione ma la si accetta così come è e si cerca di tenere calmi gli spiriti anche se questo comporta una vita triste e tanti dispiaceri.
La famiglia è al centro della storia. Una famiglia di tipo patriarcale dove le donne sono le depositarie di un segreto mortale ma che silenziose sottostanno al volere degli uomini sempre brutali nei loro confronti. Come dee sono le custodi della vita e della morte ma sono trattate come schiave.
Le cerimonie, i riti per scacciare gli spiriti, i gesti e le parole si affiancano alle arti visive, i meravigliosi scenari con montagne e boschi, alla scrittura degli ideogrammi e alle storie antiche meravigliose e spaventose allo stesso tempo.
Il film è strutturato in modo molto particolare. Un inizio come se fosse un prologo e poi cinque capitoli scanditi da titoli che appaiono in sovraimpressione. “Il villaggio”, “Le 7 erbe”, “Earth Mother”, “Inugami”, “Eternity”, questi sono i titoli dei capitoli che ci portano dall’amore all’odio, dalla disperazione alla morte alla speranza… o alla fine di tutto.
Le sorprese non mancheranno durante la narrazione della vicenda e scopriremo anche che i segreti dei Bonomya non si fermano solo agli Inugami ma vanno ben oltre, raggiungendo orrori e bruttezze che son ben peggio degli spiriti maligni.
Un film dolce e amaro allo stesso tempo. Sicuramente non una storia d’amore Hollywoodiana, ma quelle sono solo favole. Inugami è una storia d’amore triste e intensa allo stesso tempo dove si segue il destino di Miki tifando per lei ma con il timore che forse gli Inugami possono addirittura essere più forti dell’amore stesso.
Luigi Grillo
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