Quella Villa Accanto Al Cimitero
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TRAMA: Norman Boyle (Paolo Malco) è uno scienziato di New York che ha appena ricevuto un doppio incarico dalla sua università: deve trasferirsi nel New England, per proseguire le ricerche che stava compiendo il suo “maestro”. Ahimè l’egregio professore si è impiccato, non dopo aver accoltellato a morte la propria amante, perciò Norman ha l’ordine di indagare anche sulle cause che hanno portato a questo folle gesto. Il Dr. Norman Boyle decide di portare con se la mogliettina Lucy (l’isterica Catriona MacColl..record di tre film girati con Lucio Fulci nel giro di un anno) e il loro figlio Bob (Giovanni Frezza), un bambino con il faccione bianco, i capelli ariani e gli occhi color acqua (o se preferite, color Frodo Baggins). L’allegra famigliola soggiornerà nella spettrale casa che è stata di chi li ha preceduti..ma che è anche stata, nel 1800, la dimora del malefico Dottor Freudstein: un chirurgo cacciato dall’ordine dei medici perché faceva orrendi esperimenti sulle persone (Rob Zombie copione che non sei altro!). La villetta è circondata da un boschetto spettrale (come al solito è autunno), e nel giardino vi è un piccolo e vecchio cimitero. Gli interni sono tristi, antichi, “odorano di morte e sangue”, la cantina è sigillata e nel salotto giace una lapide (nascosta da un tappeto). Ai Boyle si uniranno ben presto i classici personaggi misteriosi Fulciani, quelli che a lui piaceva chiamare “gli elementi estranei e inquietanti”. C’è May, una bambina bionda-lentigginosa che gira sempre con la sua bambola gigante. May vive con una anziana signora che non viene mai inquadrata in viso, ed è una bambina fuori dal comune: ha il potere di apparire/sparire dove e quando meno ve lo aspettate, prevede gli omicidi, è telepatica e solo Bob la può vedere…sarà reale oppure no? E c’è Ann (Ania Pieroni), assegnata alla famiglia Boyle come baby-sitter e cameriera. Ann è ambigua e inquietante, difficilmente risponde alle domande e i suoi occhi guardano sempre in tutte le direzioni, come spaventati. Una notte Ann verrà “beccata” mentre cerca di aprire la cantina sigillata; dopo un omicidio la troveremo invece a pulire il sangue dal pavimento, come se nulla fosse…nasconde qualcosa o è soltanto una ragazza stramba? Si intuisce subito che nella villa i Boyle non sono soli: c’è una misteriosa presenza che si aggira al buio, che fa confusione in cantina e che uccide chiunque si avvicini, senza nessuna pietà….il Dr. Freudstein! Come finirà? Si salverà qualcuno? Perché Freudstein è ancora vivo e perché uccide? Chi è May? COMMENTO: Lucio Fulci era un vero fenomeno nel creare dei piccoli capolavori da trame scontate e bilanci ridotti all’osso. Basta vedere i tre film realizzati fra l’80 e l’81 per rendersi conto che molti attori sono costantemente presenti. Forse è per questo che lo chiamavano l’artigiano…perché partendo con del materiale grezzo poteva dare forma a piccoli oggetti pregiati. “Quella Villa Accanto al Cimitero” non fa eccezione. Da molti questa pellicola è considerata il masterpiece di Fulci, per altri invece si tratta di un film sottotono rispetto alla media del buon Lucio. Tutti sono però concordi nel considerare “Quella Villa Accanto al Cimitero” un film cult horror, un must per ogni appassionato (e potrei continuare con un sacco di termini esotici…ho il dizionario a portata di mano!). Per una volta il regista romano calca meno la mano nella direzione degli effetti splatter, affidati come sempre al mitico De Rossi, scegliendo piuttosto di incutere nello spettatore ansia e tensione. È una scelta rischiosa e difficile da adempiere, ma a mio parere Fulci ci riesce abbastanza bene, ricorrendo a qualche stratagemma azzeccato (per esempio la scena in cui il bambino è tenuto schiacciato contro una porta, mentre il padre dall’altra parte cerca di aprirsi un varco con l’ascia), ma anche grazie all’aiuto di una angosciante fotografia, molto triste e oscura, e di una colonna sonora ispirata: sono pochi brani, ma nell’insieme compongono una cascata di note da brividi! Attenzione! Ho detto che è stata calcata meno la mano nella direzione degli effetti splatter, non ho detto che i fiotti di sangue, tanto apprezzati dai fan di Fulci, siano “non pervenuti”! Decapitazioni, un paio di gole tagliate e accoltellamenti (di cui uno fantastico in cui il pugnale attraversa la testa dalla nuca alla bocca) rispondono “presente!” all’appello. Il finale è un finale da Lucio Fulci, di quelli che ti lasciano in preda a dubbi e interrogativi. Ovviamente non è un lieto fine, non potrebbe mai esserlo e lo spettatore ne prende coscienza a poco a poco durante la visione del film. Secondo il mio modesto parere si tratta di un finale “libero”, che si presta all’interpretazione di ogni spettatore (come spesso capita nei film di Fulci). Chi fosse curioso di conoscere l’interpretazione da me colta nel finale, può continuare a leggere. Invito invece tutti gli altri (chi non vuole sapere il finale, chi non è interessato ai miei pensieri sul finale, chi si è stufato..) a fermarsi qui. (ATTENZIONE FINALE IN ARRIVO! STOP!) Il Dr. Freudstein si è ridotto a un essere orrendo e sfigurato, i suoi organi sono in decomposizione e vermi gli escono dalle ferite. Vive nella propria cantina, in attesa di vittime sacrificali, che egli utilizza allo scopo di rigenerarsi per vivere in eterno. I suoi preferiti sono i bambini, poiché più le vittime sono giovani e più Freudstein si rigenera con successo. Questo fatto lo si intuisce facilmente dal fatto che questo “mostro” non emette nessun ringhio o alcun muggito zombiesco da oltretomba come è d’ordinanza in questo tipo di film. La sua “voce” consiste invece nel pianto sovrapposto di diversi bambini. Una trovata davvero inquietante! Uno dopo l’altro i Boyle e gli altri personaggi principali cadranno vittima delle mani assassine di Freudstein, nella buia cantina della villetta. Solo il piccolo Bob si salva, grazie all’intervento di May. Ormai è chiaro che la ragazzina è un fantasma, condannata a vivere in eterno nei dintorni nella villa, come in un limbo. May abita in una casetta con sua madre (l’anziana donna che per tutto il film Fulci non aveva inquadrato in viso per non farcela riconoscere): si tratta di Mary Freudstein, la moglie defunta del folle chirurgo. In virtù dei suoi poteri speciali, Bob è stato risparmiato e adottato dalle due presenze, ma anche perché è stato preso in simpatia dalla piccola May. Il film si chiude proprio con queste tre figure, che si allontanano dalla Villa, mentre Freudstein ci saluta con il suo particolare “pianto”. Non preoccupatevi per il folle chirurgo-decomposto! Come dice Mary Freudstein sui titoli di coda: “Altre vittime verranno…..” Vorrei concludere questa mia recensione alla stessa maniera in cui Lucio Fulci ha terminato il suo film (sono modesto eh?). Con una citazione dello scrittore americano Henry James (1843 – 1916) che a mio parere si sposa benissimo con questa storia. “No one will ever know whether children are monsters or monsters are children.”
(09-12-2004) Daniele Del Frate |