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SCHEDA TECNICA
REGIA: Rob Zombie, SCENEGGIATURA: Rob Zombie, SOGGETTO: Rob Zombie, MUSICA: Rob Zombie, CAST: Sid Haig, Bill Moseley, Sheri Moon, Karen Black, Chris Hardwick, Erin Daniels, Jennifer Jostyn, Rainn Wilson, Tom Towles, Walt Goggins, DURATA: 1h 40min.
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voto 2
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TRAMA: Siamo nel 1977, alla vigilia di Halloween (un anno esatto prima che M. Myers evada dal manicomio di Haddonfield), una sonnacchiosa provincia americana. Campi, boschi, fattorie e villici.
Quattro ragazzi (Denise, Mary, Bill e Jerry: due sgorbi e due lagnose) stanno girando i dintorni: sono alla ricerca di cose assurde e bizzarre della provincia americana, da recensire per una particolare una guida turistica.
Nel loro peregrinare, i giovini incappano in una strambissima stazione di servizio, gestita da Capitan Spaulding: un pazzo criminale che va in giro con la faccia pitturata da clown e che ha appena freddato due rapinatori (ma nessuno dei quattro ragazzi sarà tanto vispo da notare le macchie di sangue sul pavimento). All’interno della stazione di servizio, il Capitano gestisce “Il Museo dei Killer” (avrei qualcosa da ridire sulla descrizione erratissima dei killer citati, soprautto Ed Gein, ma lascio perdere) e, tra i vari nomi, i fanciulli vengono colpiti dall’inquietante Dottor Satana: classico scienziato pazzo da immaginario collettivo. Quello che opera persone vive, nella speranza di creare una razza di superuomini e che finisce sempre male. Impiccato all’Albero della Morte. Ahimè il cadavere del Dottore non è però mai stato ritrovato.
I quattro teen agers, entusiasti e curiosi, si fanno indicare la strada per l’Albero della Morte. Un ottimo posto da visitare in piena notte, la notte delle streghe, e sotto il diluvio universale. Complimenti per la scelta.
Nel tragitto viene caricata a bordo l’autostoppista Baby Firefly, una ragazza da copertina di PlayBoy con il cervello di Charles Manson.
Il resto è tutta roba vista, stravista, stravistissima: un fucile nella notte spara alle gomme dei ragazzi. La fanciulla li convince ad andare a casa sua. I Firefly si rivelano una famiglia di pazzi e finirà male per tutti. La polizia indaga…e finisce peggio dei quattro ragazzi.
Alla scritta “The End” finale viene aggiunto un punto interrogativo..cosa molto trash!Effettivamente Rob Zombie sta già lavorando all’attesissimo (ma de cheeeeee?!) seguito.
COMMENTI PERSONALI
GENERALE: Grottesco?? No, di più!! Il film è palesemente ispirato a “Non Aprite quella Porta” (1974, Hooper) ed è un calderone di citazioni horror, le più svariate e fuoriluogo.
È vero, è molto cruento, ma non basta far vedere quindici litri di sangue, corpi martoriati e una maschera di pelle umana per far paura! Evidentemente il signor Robert Cummings (aka Rob Zombie) confonde la parola “paura” con la parola “ribrezzo”. E poi, diciamolo, anche in questo film, quando la scure si sta per abbattere…la telecamere gira la testa, cambia inquadratura, si allontana, sfoca..e chi più ne ha più ne metta. Nessuna traccia di quella orribile senzazione di inquietudine e ansia che il “Non Aprite quella Porta” di Hooper lasciava in fondo al palato dello spettatore.
Alcune parti della pellicola si rivelano inoltre incredibilmente stupide, altre sono inspiegabili: qualcuno mi sa spiegare che significato ha la messa nera, con tanto di incendio rituale? E lo spettacolo circense che la famiglia Firefly fa per gli ospiti?
Il finale…ah il finale..quanto di più scontato potesse esserci! Basta guardare attentamente la scena iniziale della rapina per capire che Capitan Spaulding è con i cattivi!!! DA EVITARE!
PERSONAGGI: Assolutamente stupidi!! Il Capitano Spaulding mi faceva venir voglia di andargli a sputare in un occhio ogni volta che apriva la bocca. I quattro ragazzi non sono definiti psicologicamente (e così tutti gli altri personaggi del film).
La famiglia Firefly è copiata, come la trama, dalla famiglia di antropofagi di “Non Aprite quella Porta”..ah già, scusate..oggi si dice “citazione” non più “copiatura”.
C’è il folle pater familias, qui un artista che compone statue con le persone che uccide. Sembra Zio Tibia, complimenti alla parrucchiera.
Cè il ragazzone grande e grosso che guida il carroattrezzi.
La madre sembra Morticia Adams, tinta di biondo, con 60kg in più e con il cervello di Valeria Marini. La figlia top-model è antipaticissima e insopportabile, probabilmente a Rob serviva solo per far vedere un paio di chiappe. Di uomini (addolescenti e non) arrapati, si sa, è pieno il mondo.
Completano la famigliola: immancabile nonno rimbambito e gigantesco ragazzo che si copre la faccia con una maschera (copiato da..hem..citazione per LeatherFace).
DA EVITARE NUMBER 2!!
RIPRESE, MONTAGGIO, TECNICHE, CONCLUSIONI…
E siamo al punto cruciale: le famigerate tecniche innovative, che hanno fatto gridare al miracolo la critica.
“Innovazione” numero 1: il logico scorrere del film è continuamente “interrotto” da scene a dir poco psichedeliche. Flashback, flashfuture (ehm), scene che non c’entrano nulla, sogni dei protagonisti. Il tutto realizzato con audio sballato, colori da overdose ottica, opachi e sfumature, alcune scene addirittura ricordano un negativo fotografico! Se questi artifizi sono carini in un Videoclip di 5 minuti, in un film da 100 minuti sono insopportabili e causano: a) mal di testa; b) la classica espressione: “mah, non ci ho capito un tubo in questo film”; c) ammorbamento mentale (capitato al sottoscritto, quasi addormentatosi).
“Innovazione” numero 2: i poliziotti vengono massacrati sulle note di una canzonetta folk anni ’50…ma io dico, che senso ha?? Perché dovrebbe sconvolgermi?? A me ha fatto piuttosto ridere, di disperazione ovviamente.
“Innovazione” numero 3: la scena dell’esecuzione di uno dei poliziotti. Il cattivo si avvicina, lentamente, e poggia la pistola sulla tempia dell’uomo. La telecamera si allarga e si allontana, al rallenty. Silenzio totale. Quindici secondi così, poi lo sparo. C’è chi dice che in questo modo ci si immedesima nel personaggio, si sentono gli interminabili secondi di attesa di un condannato…Mah! Le mie ginocchia nel frattempo hanno aperto una latteria. E, con questo, i “DA EVITARE” salgono a quota 3. Devo aggiungere altro o sono stato convincente?
CONSIGLIATO A: Boh! Ci ho pensato a lungo..e mi sono arreso.
Daniele Del Frate
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