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Regia:
Alex Proyas
Scenografia:
Alex McDowell
Musica:
Graeme Revell
Interpreti:
Brandon Lee – Eric Draven
Rochelle Davis – Sarah
Ernie Hudson – Sergente Albrecht
Michael Wincott – Top Dollar
Bai Ling – Myca
Sofia Shinas – Shelly Webster
Anna Levine – Darla
David Patrick Kelly – T-Bird
Angel David – Skank
Laurence Mason – Tin Tin
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voto 10
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Scrivo di questo film perchè sono triste, è un film uscito al cinema quando avevo dieci anni, quando ne avevo dodici è diventato il mio film preferito e non si è più schiodato dai miei preferiti, almeno una volta all’anno me lo riguardo, per riscoprire tutta quella rabbia, tutta quella forza dark, tutta quella tristezza, tutte quelle frasi d’effetto, tutta quella pioggia e tutto quel sangue.
La maggior parte dei critici scrive che questo film non avrebbe avuto successo se Brandon Lee non fosse morto girandolo e che lui non sarebbe diventato un mito se non fosse morto; io non ho la sfera magica, ma per anni ho ignorato la triste morte dell’attore sul set di questo film e nonostante ciò ho amato il film fin dalla prima visione e la sua intramontabile interpretazione.
Eric Draven e Shelly Webster sono due ragazzi molto innamorati l’uno dell’altra e progettano il matrimonio; Eric una sera fa trovare a Shelley una scatoletta contenente un anello di fidanzamento, accerchiato da qualche candela nel buio della soffitta.
Eric il romantico perciò, ma anche Eric il rocker, che con la sua band vive in simbiosi; di Shelly sappiamo poco, solo che è innamoratissima del suo ragazzo e che ha deciso di farsi paladina della giustizia in una lotta impari: vuole lottare contro la banda di malviventi che controlla la zona per difendere il loro appartamento.
30 ottobre, “la notte del diavolo”, la notte prima di Halloween, la notte in cui i criminali della zona mettono a ferro e fuoco la città eccitati dalla droga e dall’alcol e sotto la firma del gingle “Fuoco e fiamme, fuoco e fiamme!”.
Quella notte del diavolo però è preceduta da qualcosa di diverso, il boss Topdollar manda in missione T-Bird e i suoi scagnozzi per risolvere la questione di questa ragazzina che vuole sfidarlo.
Quella che segue è una scena che rivedremo parecchie volte all’interno del film, è la scena dello stupro collettivo di Shelly, che poco dopo morirà all’ospedale, e dell’omicidio di Eric.
30 ottobre di un anno dopo, “la notte del diavolo” seguente, un corvo, che per alcune credenze trasporta le anime dei morti nell’aldilà e all’occorrenza le riporta nel mondo dei vivi per chiudere i conti col passato, si aggira per le strade della città.
Il corvo in questione inizia a battere sulla tomba di Eric Draven, sta chiamando la sua anima, gli sta dando la possibilità di chiudere il suo conto aperto, di sfogare la sua rabbia, di vendicare Shelly, di riposare finalmente in pace.
Sarah è una ragazzina che era molto amica di Eric e Shelly, è lei la terza protagonista della storia, una ragazzina punk-dark che deve subire l’onta di avere una madre tossicodipendente e totalmente al servizio dei gangster…
Il nuovo Eric, quello con la faccia da pagliaccio, tinta di bianco con dei segnetti neri, quello che vede con gli occhi del corvo che lo accompagna sempre e che da lui trae energia e rabbia, quell’Eric si preoccuperà di portare a termine la sua vendetta e di proteggere la sua piccola amica Sarah, che tra l’altro è anche la narratrice in prima battuta di questa storia.
Il quarto protagonista della storia è il poliziotto Albrecht, un poliziotto di quartiere che è stato retrocesso proprio per aver ficcato troppo il naso nella vicenda di Eric e Shelly; una persona molto equilibrata che odia il suo capo arrogante che non dimentica di ricordargli il suo ruolo insignificante quando Albrecht si interessa delle indagini.
Il film diretto da Alex Proyas, un director proveniente dal mondo dei videoclip, si ispira al fumetto in tre puntate ideato e realizzato da James O’Barr; non sono esperto di trasposizioni da fumetto a pellicola e nemmeno sono un esperto di fumetti, ma mi sento di dire che nel film non si sente l’influenza del mondo del fumetto, non fosse per il supereroe protagonista della vicenda.
L’influenza dei videoclip invece si sente eccome, intere scene a sè stanti descritte spesso da musiche ovviamente rock (Rage Against The Machine, The Cure, Nine Inch Nails e altri) e un montaggio fatto di stacchi mi ricordano la provenienza artistica di Proyas.
Tra l’altro, sulle note di produzione, sull’ideazione e sull’incidente di Brandon Lee troverete materiale scritto e video (non la sequenza della morte) tra gli extra del dvd, tra cui anche la sua ultima intervista, proprio mentre descrive la sua interpretazione di questa sceneggiatura che tanto gli aveva penetrato l’anima, anche Brandon Lee condivideva molti motti lanciati dal film.
Come ho detto all’inizio è questo un film dalle molte frasi d’effetto, dalle frasi memorabili, alzi la mano chi non ha mai fatto suo un motto come “Non può piovere per sempre”, una frase che mi accompagnato ai tempi delle medie, quando ero un depresso e un isolato; “Non può piovere per sempre” è una frase che ti permette di rialzarti, è la consapevolezza della tristezza del momento, ma anche della possibilità di un futuro roseo, è insieme depressione e ottimismo, una frase fantastica.
L’altra frase mitica, che riassume anche bene l’idea generale del film è “Sbalordito rimase il diavolo quando comprese quanto osceno fosse il bene”; è una frase che T_Bird legge a Shelly prima di stuprarla proprio da un diario che lei stava leggendo o scrivendo, è la frase che Eric ripete al malvivente prima di vendicarsi.
Questa frase mi permette di riflettere un attimino sul film, qualcuno di voi avrà pensato che è la solita lotta tra bene e male; no, il bene qua non esiste, qui è una lotta all’ultimo sangue tra due parti del male, certo una delle due può sempre trovare una giustificazione morale nella vendetta, ma molti avrebbero da ridire sulla moralità della vendetta e me ne rendo ben conto.
E una specie di giustificazione, o forse meglio di redenzione, è quella che offre nel finale il regista al nostro eroe Eric Draven, eroe perchè non si può fare a meno di tifare per lui, o mi sbaglio?!
Oltre all’impronta dark-punk-rock visibile tanto nei colori delle ambientazioni, quanto nella pioggia sempre battente (ma ricordatevi: non può piovere per sempre!), vorrei sottolineare anche la perfetta scenografia in cui è rappresentato questo film, tutto porta a un certo grado di oscurità, oscurità degli esterni e degli interni, oscurità della vita e dell’anima.
Da non sottovalutare anche i riferimenti alla religione; intanto è sfatata la regola che le chiese sono un campo in cui non può scorrere il sangue, visto che la scena finale è girata proprio dentro e sopra una chiesa.
Poi comunque Eric, nello svolgersi della sua vendetta ricorda spesso alle sue vittime frasi o sentimenti biblici, come quando racconta la “storiella di Gesù Cristo” a Funboy; c’è anche da dire che poi si fa un baffo del perdono cristiano, ma questa è un’altra storia.
Direi che ho già detto troppo su questo magnifico film, vi ricordo solamente qualche attore che ha contribuito alla riuscita di questo film affiancando una magnifica interpretazione di Brandon Lee; Ernie Hudson è il poliziotto Albrecht, Ronchelle Davis interpreta Sarah, Michael Wincott è invece lo spietato Topdollar.
Chiudo sconsigliando la visione degli orrendi due seguiti realizzati e raccomandandovi la visione, anche ripetuta come un antidoto per scaricare la rabbia e trovare coraggio nei momenti di depressione, di questo primo, inimitabile, spietato, magnifico e cattivissimo corvo.
Adri84mj
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