Recensione film horror Zombi
Regia: George A. Romero
Soggetto e sceneggiatura: George A. Romero
Attori: David Emge, Ken Foree, Scott H. Reiniger
Produzione: U.S.A., 1978
Durata: 120 minuti
Note: Vietato ai minori di 18 anni
Voto: 7,5/10
La pellicola dura la bellezza di quasi due ore, evento raro nel panorama dei film horror, ma non fornisce allo spettatore né un inizio né una fine concreti; subito, infatti, ci viene presentata una società in preda al panico che tenta disperatamente di sfuggire a quella che viene più volte chiamata durante il film “una nuova specie”: gli zombi (“siamo nella merda fino al collo” è la frase pronunciata da una comparsa a soli venti secondi
dall’inizio del film).
Mentre autorità e mass media si perdono nell’imbastire originali tentativi di soluzione ed inutili e chiassosi dibattiti riguardo questa mostruosa invasione, la popolazione scappa per sopravvivere e non soccombere; non fanno eccezione Jane, addetta ai lavori per un’emittente televisiva, il fidanzato Stephen e i due poliziotti Peter e Roger.
I quattro trovano il loro rifugio in un centro commerciale, luogo che inoltre dà libero sfogo a quel consumismo caratterizzante l’opulenta società degli Stati Uniti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 (“Ci facciamo anche la pelliccia di
visone!” grida trionfante Roger); non mancano, infatti, le scene di shopping sfrenato e guarda caso proprio il centro è meta di mandrie di zombi guidati dai “ricordi”; spiega Peter: “Vogliono questo posto, si ricordano che
devono venire qui dentro” (quale reminescenza migliore per i tempi umani se non un luogo d’acquisti!).
Subentra, però, una banda di teppisti in motocicletta che cercherà di sottrarre il territorio ai protagonisti, i quali si troveranno quindi a doversi difendere non solo dagli zombi, ma anche dai pochi umani rimasti (a dimostrazione del fatto che il vero problema forse non sta nei “morti che resuscitano”).
Il regista George A. Romero con questo film porta all’estremo ciò che già aveva timidamente anticipato dieci anni prima ne “La notte dei morti viventi”. Trama praticamente inesistente, picchi d’alta tensione (riusciranno Roger e Peter ad aprire la porta prima che gli zombi li raggiungano?), colpi di scena (Jane aspetta un bambino!), sparatorie che non hanno nulla da invidiare ad un poliziesco, sangue e sbudellamenti a volontà, scene di cannibalismo, il tutto intervallato da qualche sequenza semi-comica (c’è anche chi vede gli zombi come un nuovo tipo di “selvaggina” e millanta il numero di prede conquistate).
Tutto questo fa di “Zombi” un vero e proprio cult, non a caso principale punto di riferimento per alcune pellicole successive, da “Zombi 2” del nostrano Fulci al recente “28 giorni dopo”, che offre il proprio tributo soprattutto con la sequenza ambientata in un supermercato, passando per “Non bisogna profanare il sonno dei morti” in cui il regista italiano riporta scene di cannibalismo non molto differenti da quelle di quest’horror.
Proprio in occasione dell’uscita di questo film, i critici coniarono un nuovo termine, GORE, riferendosi al nuovo genere caratterizzato da litri di sangue e tantissima violenza. “Zombi” dunque non può certo mancare nelle videoteche degli appassionati, ma è caldamente sconsigliato a chi non gradisce lo splatter- movie. Da segnalare l’inquietante colonna sonora dei Goblin e l’indispensabile presenza di Dario Argento, questa volta in veste di produttore.
Clementina Zaccaria 06.03.2006