Recensione film horror Venerdi 13 VI – Jason Vive

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locandinaRegia: Tom McLoughlin
Sceneggiatura: Tom McLoughlin
Attori: Thom Mathews, Jennifer Cooke, David Kagen
Produzione: U.S.A. 1986
Durata: 84’
Note: Vietato ai Minori di anni 14

Voto: 5/10

Un anno dopo il quinto episodio dell’infinita saga che nasce nel 1979 con Venerdì 13 ecco spuntare il sesto capitolo, diretto dall’esordiente Tom McLoughlin.
Il protagonista ovviamente è sempre il malvagio Jason, suo antagonista è ancora una volta Tommy Jarvis, che già da bambino cercò di sbarazzarsi del mostro e che rappresenta il principale nemico del killer da ben tre sequel.
Ma, nonostante la terapia in una clinica psichiatrica, pensieri, allucinazioni e tremendi ricordi lo perseguitano, così, per liberarsi una volta per tutte dalla sua perenne ossessione pensa bene di andare a verificare personalmente se il killer è ancora vivo, e recatosi al cimitero dove giace il Voorhees ne profana la tomba; mentre si appresta a bruciare il cadavere, un fulmine colpisce Jason risvegliandolo.
Ricomincia, così, l’ennesima strage ai danni di poveri ragazzi e ragazze che campeggiano a Cristal Lake, che in questo film è ribattezzato Forest Green nell’intenzione dei locali di cancellarne con il nome anche il sanguinoso passato.

Il mostro con la maschera da hockey dunque, come recita anche il titolo della pellicola, è vivo; Tommy lo cerca e lo insegue, tentando di eliminare con lui anche le sue paure, ma nessuno gli crede e troverà l’astio della polizia e di tutti gli altri che lo credono un pazzo criminale; l’unica persona che avrà vicino è Megan, figlia del poliziotto della zona, il suo aiuto sarà fondamentale soprattutto nel finale.

Dopo l’esperienza di Steinmann, regista del quinto capitolo, che tentò di dare alla saga almeno una parvenza di novità per poi fallire clamorosamente, per questo sesto episodio la decisione fu di abbandonare definitivamente i nuovi elementi cui Venerdì 13 V – Il Terrore Continua accennava, per la totale ripresa dei soliti canoni da slasher movie anni ’80 (decennio per eccellenza del genere che ha visto nascere tra gli altri anche le serie di Nightmare ed Halloween).
Purtroppo la formula è sempre la stessa ormai logora, abusata, ripetitiva stagna nella piattezza più assoluta e “Venerdì 13 – parte VI – Jason vive” è la testimonianza vivente di questa mancanza di idee e quasi prende in giro se stesso (“ho visto tanti film del terrore da capire che di un tipo con la maschera non c’è da fidarsi” è la frase di una ragazza che vede Jason).

Il film, infatti, inizia con una scena che rasenta il trash (il risveglio di Jason per opera di un fulmine), prosegue con il killer ridotto ad uno dei peggiori zombie (d’altra parte non poteva non essere tale, morto e resuscitato da un lampo…) che fa a pezzi tutto il vicinato e si trascina forzatamente fino alla scena finale, quella dello scontro diretto in acqua tra i due avversari di sempre Tommy ed il Vorhees appunto, sequenza che, pur non essendo memorabile, ha per lo meno il merito, rispetto alle altre, di destare un po’ l’attenzione dello spettatore, il quale durante la visione fatica a non annoiarsi (personalmente mi è capitato di vedere chi durante la proiezione ha preferito la lettura di un giornale scandalistico). Demolito come quello di Jason, anche il personaggio di Tommy, che in alcuni momenti sembra un pazzo visionario e in altri un ragazzino ai primi approcci sessuali (questa volta concedono anche a lui una storia d’amore…). 
Colonne sonore del solito Manfredini e regia di Tom McLoughlin che per sua fortuna avrà modo di riscattarsi in seguito.
Un film adatto solo ai fan di Jason (sembra, infatti, un film fatto esclusivamente per loro).

Clementina Zaccaria, 24.06.2006

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