Recensione film horror Venerdi 13
Regia: Sean S.Cunningham
Soggetto e Sceneggiatura: Victor Miller
Attori: Kevin Bacon, Betsy Palmer, Harry Crosby
Produzione: U.S.A. 1980
Durata: 91′
Note: Vietato ai Minori di anni 14
Voto: 7/10
Siamo agli inizi degli anni Ottanta e il 13 giugno, un venerdì, il camping Cristal Lake viene riaperto ai turisti dopo più di due decenni d’inattività. Negli anni prima della chiusura si verificarono tre decessi, due dei quali in macabre circostanze, per questo motivo sul campeggio si abbatte l’etichetta di “posto maledetto” (inevitabile…3 morti in due estati!).
Un’affiatata comitiva, comunque, si organizza per trascorrervi le proprie vacanze non curandosi né della superstizione popolare che li invita a non viaggiare di Venerdì 13, né delle tristi storie che automaticamente vengono associate al nome di Cristal Lake. Ma tutta quest’audacia non si rivelerà una buona compagna di avventura.
Pochi giorni dopo la definitiva sistemazione dei ragazzi, infatti, parte un’inspiegabile catena di macabri omicidi che dai dieci giovani si allarga a macchia d’olio fino a coinvolgere anche alcuni abitanti del paese e lo sceriffo della zona. Soltanto Alice, un’introversa ragazza che faceva parte di quel gruppo di amici, sembra tener testa a quest’inarrestabile moria…ce la farà? Sarà all’altezza?
Budget ridottissimo, sceneggiatura ridotta all’osso, cast di perfetti sconosciuti, trama inconsistente, eppure “Venerdì 13” è diventato una pietra miliare del cinema, un “topos” imprescindibile per chiunque si avvicini al genere horror. C’è chi parla d’opera d’arte, chi di pellicola ampiamente sopravalutata e chi di pioniere dei b-movie…io riconoscerei in “Venerdì 13” il frutto di un’idea giusta al momento giusto, questo senza tanti panegirici, dicesi semplicemente “affare” (oppure “c_ _ o” secondo i punti di vista), un’intuizione che permise all’opera di Cunningham di superare gli incassi di “Shining” e di essere iscritta nel guinness dei primati come la pellicola che funge da inizio alla serie cinematografica più longeva(undici sequel all’attivo).
Il gran merito di “Venerdì 13” è stato soprattutto quello di aprire le porte a un ribaltamento completo delle parti: qui il ruolo dell’assassino non è quello di un semplice antagonista e dopo questo film difficilmente rimarrà tale. All’interno della classica ed eterna contrapposizione buono-cattivo, infatti, la serie dei Venerdì 13 mischia le carte quasi voglia lasciare allo spettatore la scelta del proprio beniamino. Jason, infatti, l’assassino annegato da bambino nel lago, rappresenta non “un” killer ma “il” killer. Sequel dopo sequel egli, pur rappresentando la parte cattiva del lato umano, diventa il vero e indiscusso protagonista di ogni pellicola e il filo conduttore dell’intera serie. Lo spettatore segue le sue “avventure” e attende la sua ricomparsa tanto che per “Venerdì 13” e tutti i suoi seguiti si può sicuramente parlare di “racconti delle gesta di Jason”…per caso qualcuno si ricorda i nomi di coloro che di volta in volta sfidano il mascherato boogeyman?
Insomma Jason Voorhees è la forma primordiale dell’ “anti-eroe”, allegoria che finalmente si affaccia anche nel cinema horror. Personaggi celeberrimi come Rambo, Rocky, Eric de “Il corvo” e Michael Myers sono lampanti esempi di come questa figura negli anni viene sviluppata, personalizzata, affinata e adattata ai tempi. I primi tre, infatti, personificano quell’ibrido tra morale e immorale che tanto piaceva negli anni Ottanta, mentre il quarto, il glaciale assassino protagonista della serie di Halloween, saga nata negli stessi anni di “Venerdì 13“, è l’anti-eroe per eccellenza del quale inevitabilmente subiamo il fascino ogni volta che ci viene distillato qualche particolare della sua diabolica personalità.
Cristal Lake, perennemente abbinato al nome di Jason, potrebbe essere equiparato a un luogo infestato (dire che a quei tempi il tema imperversava è un eufemismo, vedi le saghe de “La casa” e di “Amityville Horror“).
Questo film indubbiamente non brilla in sequenze splatter o colpi di scena ed anche riguardo a originalità certo non eccelle, visto oggi nel 2008 sicuramente farebbe tutt’altro effetto, eppure è un mostro sacro del cinema; ragion per cui se volete allargare la vostra cultura cinematografica, vi consiglio questo film, che, nonostante tutto, è un cult.
Clementina Zaccaria, 21.01.2008
Voto: 6/10
Il film esordisce con la narrazione di macabri fatti avvenuti nel ’58. Ci troviamo in un campeggio estivo giovanile chiamato “Crystal Lake“, in quanto sorto lungo le rive di un un immenso lago sempre quieto (da qui il nome ” Cristallo”).
Sembrava una sera come tante altre. Gruppi di giovincelli erano intenti a cantare attorno al fuoco ed a suonare il Kumbayas. Non lo era però per i due poveri sventurati di turno, orribilmente trucidati in una soffitta a colpi d’ascia.
Trascorrono 30 anni, durante i quali si vocifera di maledizioni, leggende e superstizioni che portano a credere che il giorno Venerdi 13 porti sfortuna. In quel dato giorno, difatti, accadono eventi strani. Sono scomparse diverse persone ed è annegato un bambino.
A distanza di tanto tempo, riapre il “villaggio vacanze” rimasto chiuso per anni a causa della sua nomea. Alcuni giovani sognatori, dagli occhi che brillano di idealismo e dagli ormoni che impazzano cominciano a dedicarsi alla ristrutturazione del posto “maledetto“. Ma ahimè ecco gli imprevisti: tra scene di sesso e droga, uno ad uno faranno la stessa fine dei due malcapitati di 30 anni prima. Una strana presenza si aggira attorno a quel luogo di divertimento!!
Ho notato che al giorno d’oggi non si ritiene più questo un grande film e non sono d’accordo. Non nego che l’effetto che si prova oggi guardandolo non è comparabile allo scalpore che trasmise alla sua uscita, erano altri tempi.
So benissimo che oramai siamo abituati a ben altro, con tutti i film che si sfornano oggigiorno ricchi di effetti speciali, colpi di scena e scene colossalmente stupefacenti (scusate il gioco di parole), e che per spaventare la gioventù non basta più mostrare un’ascia sporca, un po’ di sangue che sgorga ed un cadavere putrefatto…
Ma bisogna tener conto che, se non avessimo assistito a film come questo, “Halloween“, “Non aprite quella porta“, “La casa“, oggi non potremmo parlare dello “Splatter“, un genere ormai straceleberrimo che ha contribuito a fare la storia del cinema horror fino ai nostri tempi.
E inoltre, non sarebbero mai sorte senza di essi le meravigliose regole che abbiamo imparato assistendo al susseguirsi di questi “cult”, che vengono fedelmente citate in film della nostra epoca come ad esempio “Scream“:
– Per evitare di fare una fine orrenda in un horror, non bisogna assolutamente far sesso, anzi, la verginità è un ottimo lasciapassare per continuare l’esistenza su questo pianeta;
– Ogni qualvolta ci si assenti, mai pronunciare le fatidiche parole “Torno subito!” perchè si sa, non si torna più;
– Di fronte all’ assassino, non si deve mai scappare inoltrandosi verso scale oppure stanze senza uscita, lui è armato, quindi troverà in ogni modo la soluzione per agguantare la vittima!!
– Non bisogna mai avere un comportamento da cinico imbecille, al contrario, l’ingenuità, la razionalità e la purezza faranno in modo da far scampare il personaggio dalle grinfie del Killer.
Regole d’oro che bisogna necessariamente seguire in caso di “omicidi“.
Torniamo a Venerdì 13:
Dall’ inizio del film si comprende subito che la trama non è affatto intricata, ma abbastanza semplice. Gli spazi in cui è ambientato non cambiano mai, quindi è più facile sviluppare il soggetto incentrandosi esclusivamente sulla personalità dei protagonisti. Si susseguono scene “ad alta tensione” ma anche alcune estremamente lente e noiose. Nonostante siano stati fatti numerosi tagli all’ epoca dell’ uscita, io credo che qualche altra scena censurata non avrebbe fatto male.
Assistiamo per la prima volta alla visione di un acerbo ma sempre sexy Kevin Bacon, condannato purtroppo a fare la fine degli altri a metà film. Anche gli altri attori hanno saputo tirar fuori diverse facciate della gioventù: c’è chi rispecchia il classico sfigato al quale non gliene va bene una, la timida ragazzina di provincia frustrata, la prima della classe e magari Majorette delle ragazze pon-pon, l’ occhialuto e maturo capo-gruppo, e così via…
Oserei dire che il regista Sean Cunningham ha fatto proprio 13!!! Infatti ha saputo cogliere alla perfezione il format che abbiamo col tempo imparato a conoscere per creare una miscela di paura e suspence:
Rinchiudere in un posto isolato dal resto del mondo (in questo caso il campo estivo) un gruppo di ragazzini (coetanei di chi è maggiormente attratto dal genere), che non pensano ad altro che a divertirsi mentre un “esterno” dal losco passato torna per vendicarsi e mietere vittime. Insomma ha colpito in pieno la tecnica per far sì che i telespettatori teen agers si identificassero con i personaggi catapultandoli nel film, innescando così questa sorta di sindrome da Sanislavsky (tecnica di immedesimazione con il personaggio utilizzata nel cinema e nel teatro dagli attori stessi).
Tuttavia si poteva evitare di girare i 9 sequel, orrendamente commercializzati, nonostante abbiano contribuito a sviluppare sempre più la personalità di Jason (il ragazzino annegato nel ’58, tornato per vendicarsi), oramai adulto, mascherato ed armato di ira e di ascia, fino a portarlo a scontrarsi con un’ altrettanta maestosa figura dell’ orrore nell’ultimo, ovvero in “Freddy Vs. Jason“!
Bisogna affermare comunque che, come tutti i film campioni di incassi che si rispettino la cui fine lascia sempre dei dubbi, è necessario fornire delle chiarezze, ma chiarire con 9 film mi sembra alquanto esagerato!!
Curiosità
1) Sean Cunningham non esitò nemmeno per un istante a chiedere consiglio al grande Maestro dello splatter Tom Savini ( autore degli straordinari effetti speciali de “L’alba dei morti viventi” del ’68);
2) Il Film fu girato in meno di un mese e con a disposizione un ridottissimo budget;
3) La prima volta che il film uscì nelle sale, per un affare prettamente pubblicitario nonché commerciale fu proprio in un Venerdi 13 di Agosto, incassando addirittura 37 milioni di dollari (il più cospicuo di tutti i tempi);
4) Ancora oggi Venerdì 13 è proibito in Finlandia (forse perchè a quella latitudine di brividi ne hanno già parecchi);
5) Il campeggio Crystal Lake dove viene ambientato il film, in realtà esiste davvero ma si chiama “NOBeBoSo” e si trova in New Jersey.
Per concludere, trovo che questo film debba essere guardato non prima d’ aver abbandonato tutti i pregiudizi che i numerosi film dei nostri tempi comportano, anzi dovremmo calarci per 2 ore nell’ ormai lontani anni’ 80 e tornare con la mente a quell’ epoca, nella quale non eravamo del tutto consapevoli delle capacità impressionanti di questi notevoli registi, e ci lasciavamo intimidire addirittura da un schizzo di sangue, da un gatto nero!
Poison Ivy(ciao.it) 10.12.2004
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