Recensione film horror Vacancy
Regia: Nimrod Antal
Soggetto e Sceneggiatura: Mark L.Smith
Attori: Luke Wilson, Kate Beckinsale, Frank Whaley
Produzione: U.S.A. 2007
Durata: 88’
Voto: 6.5/10
D’estate, si sa, i film di bassa lega più o meno appartenenti al calderone del filone horror spuntano come funghi, eppure “Vacancy“, grazie ad un buon trailer, dava l’impressione di potersi distinguere dalla massa.
Le buone premesse ci sono, perché da “Psycho“ in poi il motel isolato ha il suo fascino, perché una coppia rinchiusa in una camera e assediata da ignoti stimola la sete di tensione degli appassionati, e soprattutto perché di approcci allo snuff se ne vedono veramente pochi (tra questi, la saga “Guinea Pig” e l’hollywoodiano “8 MM”).
David Fox, in viaggio con sua moglie Amy verso la poco ambita festa organizzata dalla suocera, decide malauguratamente di lasciare l’interstatale per evitare il traffico e si avventura su strade locali nel bel mezzo del nulla.
Nonostante l’ausilio della mappa, l’autista provetto fa presto a perdersi; così, a notte inoltrata, con la moglie che dorme al suo fianco, in una strada assolata e con un sonno pazzesco, il suo orgoglio già ferito riceve il colpo di grazia da un procione che gli attraversa la strada; questo dolce deus ex machina ha come conseguenza un fastidioso rumorino che arriva dal cofano della sua auto.
Le frecciatine della vipera con la fede al dito non mancano e, tra lo scoramento e la rabbia, viene a galla che i due hanno dovuto affrontare da poco la morte del loro unico figlio e che mancano solo poche formalità per la loro separazione definitiva.
I due si fermano dunque ad una stazione di servizio che affiora in mezzo al nulla e, guarda caso, in piena notte trovano il benzinaio che stava giusto rincasando dopo la lunga (a quel punto, ormai eterna) giornata di lavoro.
L’ultimo esemplare di benzinaio pronto a tutto pur di farti felice gratuitamente rimette in sesto la macchina e fornisce loro anche le indicazioni giuste per riprendere la famigerata interstatale.
Ovviamente dopo nemmeno un chilometro la macchina di ferma, e questa volta definitivamente, così i due, piuttosto che passare la notte sopra dei sedili austeri, decidono di tornare a piedi alla stazione di servizio, visto che affianco avevano notato un tranquillo motel con stanze libere.
Al Pinewood Motel vengono accolti da urla strazianti provenienti dal retro della reception, da cui, dopo un paio di scampanellii del signor Fox, ne esce un esile ometto dallo sguardo allampanato e dalla capigliatura pazzoide.
La donna è giustamente spaventata e vorrebbe andarsene a gambe levate, ma l’uomo prende in mano la situazione e stabilisce che passeranno la notte al motel, prendendo la seconda decisione tragica della serata…
Purtroppo la sceneggiatura di “Vacancy” è costellata di luoghi comuni del genere thriller/horror, vedi la coppia che si fida di sconosciuti dall’aria quantomeno pericolosa; è anche caratterizzata da sviluppi un po’ troppo prevedibili e non ci regala nemmeno un colpetto di scena finale per giustificare l’investimento sul costo del biglietto.
D’altra parte, però, qualche aspetto positivo emerge a fine visione: i cattivi non sono i soliti semi-mostri invincibili con superpoteri che a dieci minuti dalla fine del film si rivelano banalmente vulnerabili per esigenze di copione; e i buoni non sono supereroi che vengono feriti ma non soffrono; peccato però per il risvolto matrimoniale, forse la scelta di una giovane coppietta di protagonisti avrebbe evitato inutili implicazioni coniugali.
Per quanto riguarda lo snuff, invece, come dicevo all’inizio, bisogna intanto applaudire autori e produttori di “Vacancy” per il coraggio che hanno avuto a proporre una storia simile e anche per come hanno affrontato questo particolare filone all’interno del film.
Il gestore del motel, insieme a due o tre scagnozzi, tormenta le coppie che si rifugiano nelle camere del suo motel e le riprende con telecamere nascoste all’interno delle stesse; dopo aver ripreso la loro paura, fanno irruzione nelle camere per completare il lavoro massacrando i poveri malcapitati, riprendendo le loro suppliche con una videocamera digitale per chiudere i loro filmini in bellezza.
Tra le altre cose, nel film viene anche mostrata la vendita di questi snuff movies a un camionista; quindi non solo la perversione di chi commette omicidi per filmarli e collezionarli, ma anche la possibilità che dietro a questi atti efferati ci sia un commissionatore.
I due interpreti principali, Luke Wilson e Kate Beckinsale, non sono poi così adatti a film di questo genere, mentre Frank Whaley è perfettamente calato nel ruolo dell’odierno Norman Bates.
La regia di Nimrod Antal lascia abbastanza indifferenti, mentre il lavoro di Mark L.Smith, soggettista e sceneggiatore, si insinua tra citazioni hitchcockiane, banalità e clichées orrorifici e spunti interessanti di riflessione sul mondo che gira attorno allo snuff.
Concludendo, “Vacancy” è un discreto film thriller/horror di mezza estate, guardabile e non avete molte pretese, godibile se amate il genere senza se e senza ma.
Adriano Lo Porto 29.07.2007