Recensione film horror Undead
Regia: Michael e Peter Spierig
Soggetto e Sceneggiatura: Michael e Peter Spierig
Attori: Felicity Mason, Mungo McKay, Rob Kenkins
Produzione: Australia, 2003
Durata: 100′
Voto: 5/10
TRAMA
Berkeley, Australia.
In una giornata come tante altre, sulla cittadina sonnacchiosa si abbatte una pioggia di piccoli meteoriti verdastri. Chi ne viene colpito si tramuta in uno zombie. Anche l’aria si intossica e respirarla troppo a lungo induce ad una “zombificazione”. Essere morsi o uccisi da uno zombie significa diventare uno zombie. L’unico modo per uccidere uno zombie è sparargli alla testa… la solita storia insomma. In qualche modo, in seguito ad una girandola di eventi, si forma uno sparuto gruppetto di persone che decidono di unire le proprie forze contro i morti viventi. Compongono il gruppetto: Marion, un pescatore – pistolero che è considerato lo scemo del villaggio da quando blatera di essere stato rapito dagli alieni, Rene, la “Miss Pescatrice 2002” che si stava recando alla ricca fattoria appena ereditata, una coppia di bifolchi campagnoli (la ragazza è ovviamente incinta… sennò chi lo rallentava il gruppo?), una coppia di poliziotti inefficienti (il maschio è uno schizzato pazzoide con tendenze all’abuso di potere, mentre la femmina è un esemplare di fifona-frignona con frequenti attacchi d’asma). Tra una sparatoria ed una rapina al supermercato abbandonato, il gruppetto comincia a perdere qualche pezzo, ma soprattutto emergono delle novità inquietanti. La cittadina sembra circondata da un enorme recinto metallico, dal cielo cadono piogge acide e degli strani raggi di luce trasportano persone e animali verso il cielo. Per non parlare degli alieni che si aggirano per la città travestiti da Nazgul, violando così il copyright del “Signore degli Anelli“.
Che cosa sta succedendo veramente a Berkeley? Cosa succede oltre il muro e sopratutto cosa c’azzeccano gli alieni?
COMMENTO
Uscito nel resto del mondo nel 2003, questo film viene propinato agli italiani solo nella calda estate 2005, probabilmente nella speranza di sfruttare l’effetto trainante dell’uscita contemporanea de “La Terra dei Morti Viventi” del redivivo George Romero. Ufficialmente “Undead” andrebbe collocato nel filone dei film a basso costo, ma valutando le riprese ricercatissime (un gioco di primi piani e di contrasti ombre-luci), la fotografia molto curata, la presenza massiccia di computer grafica e il fatto che ai trucchi e agli effetti speciali ci sia Steven Boyle (“Star Wars 2“, “Matrix 2 e 3“, “Ghost Ship“) direi proprio che i fratelli Spierig non hanno badato a spese. Ormai esperti nel settore pubblicitario, i due fratelli australiani si sono cimentati per la prima volta con un lungometraggio, del quale curano la produzione, la regia, la sceneggiatura, il montaggio, il casting… praticamente tutto.
Il film inizia promettendo bene, con un’introduzione comica-splatter (scenette stupide con sangue rosso rubino a litri) che ricordano molto ” Bad Taste” di Jackson… ma poi, ahimè, tutto si perde. Le citazioni, almeno quelle, proseguono invece per tutta la durata del film: il più “colpito” è sicuramente Romero (i meteoriti che zombificano, il rifugio in cantina, la donna incinta, la lotta con gli zombi nel supermercato), ma non mancano le citazioni prese qui e là da altri film (il pistolero-pescatore si destreggia con le armi saltando e volando, in un incrocio tra “Matrix” e George Clooney ne “Dal Tramonto all’Alba“). Anche le gag continueranno a fare capolino ogni tanto, ma evidentemente il sense of humor australiano è ancor peggio di quello britannico.
Il risultato è un film prevedibile, a tratti noioso a tratti irritante (la scena della cantina su tutte, dove i protagonisti non fanno altro che urlarsi contro), che non riesce né a spaventarci né a farci ridere, utile soltanto per passare una calda ed insonne notte d’agosto. Ovviamente a casa, non vale la pena di spendere i 7,50€ del cinema (ma ad essere sinceri, quale film vale veramente quella cifra?).
Ad essere sincero il film quasi si salva nella seconda metà quando, abbandonata la via degli zombie, prende campo la storia degli alieni e delle motivazioni che li hanno spinti sulla terra. Devo essere sincero, è un’idea davvero originale e non me l’aspettavo proprio. Una trovata che avrebbe potuto collocare questo film un gradino sopra agli altri zombie-horror degli ultimi anni. Ahimè, per arrivare a scoprire gli alieni bisogna sopravvivere ad almeno un’ora di film e non so proprio dirvi se ne vale la pena. Come si dice in questi casi? Ah si! Ottima idea, ma sviluppata male. Il “Manuale del Giovane Recensionista” a questo punto mi imporrebbe una panoramica sulla recitazione degli attori (cani, inespressivi e debuttanti, come in tutti i film a basso costo), sulla tecnica dei due registi (ricercati e ben dotati, devo ammetterlo) e sui significati intrinsechi della pellicola (??). No, grazie!
Daniele Del Frate Agosto 2005