Recensione film horror Una Pura Formalità
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore, Pascal Quignard
Attori: Nicola Di Pinto, Tano Cimarosa, Sergio Rubini, Gerard Depardieu, Roman Polanski
Produzione: Italia, Francia, 1994
Durata: 108’
Voto: 8/10
Accade tutto in una notte. Una terribile e movimentata notte per lo scrittore Onoff (Gerard Depardieu).
Uno sparo di pistola, una corsa caotica nel bosco, per sfuggire a qualcosa. Una nottataccia di diluvio torrenziale e di poliziotti che non si fanno i fatti loro.
L’uomo infatti, in evidente stato di confusione, viene fermato, ma non ha con sé i documenti e pertanto è condotto al locale Commissariato.
La stazione di polizia è sperduta nella campagna e il commissario non è in caserma. Onoff va su tutte le furie. Più tardi arriva il commissario (Roman Polanski). Di lui non sappiamo il nome e non lo sapremo mai, ma grazie ad un ironico scambio è chiamato dallo scrittore Leonardo da Vinci.
Il commissario, che conosce guardacaso a menadito i romanzi di Onoff, cita un verso di un libro, ma Onoff non lo riconosce e, pertanto, pensa che sia un impostore. Più tardi però Onoff mostra di conoscere tutte le proprie opere ed il commissario si convince della sua vera identità, diventando immediatamente più accondiscendete, poiché ha di fronte il suo scrittore preferito.
Dopo avergli concesso vestiti asciutti, Onoff è sicuro di poter tornare in libertà, ma il commissario cambia di nuovo atteggiamento, dicendo che deve sbrigare alcune piccole formalità prima di riacquistare la libertà. La caserma è isolata dal resto del mondo, il telefono non funziona, è notte fonda e l’acqua continua a scrosciare. A rendere più tetro il luogo, un bagno lurido ed un orologio a pendola senza lancette.
A redigere il verbale è un giovane poliziotto (neanche di lui sappiamo il nome), interpretato da Sergio Rubini.
Il modus operandi del commissario è ambiguo, non sappiamo dove vuole andare a parare, scopriamo che è stato rinvenuto un cadavere nei pressi del punto dove è stato ritrovato poco prima Onoff, dal canto suo lo scrittore non aiuta certo le indagini, cadendo spesso in palese contraddizione… Inoltre poco prima, nel bagno, lo avevamo visto ingoiare un brandello di camicia insanguinata, per farne sparire le tracce…
Cosa è veramente successo poche ore prima? Di chi è il cadavere trovato? E soprattutto, qual è il ruolo di Onoff nell’omicidio?
La pioggia continua a scendere in questa notte da lupi, la notte più assurda mai vissuta da Onoff, ma grazie alle domande incalzanti del commissario (che non esita a far usare la forza per farlo confessare), piano piano emergono dei particolari importantissimi, dei tasselli che permettono di ricostruire quanto accaduto la notte precedente, fino al sopraggiungere dell’alba, quando scopriremo tutto. Ed il finale è di quelli che spiazza, molto intenso, che dà una svolta radicale a quello che fino a poco prima sembrava un giallo.
Cosa dire di questo film? Io stesso ne ignoravo l’esistenza fino a ieri e l’ho noleggiato prevalentemente grazie al nome di Roman Polanski stampato sulla copertina.
Il film, per motivi che mi sfuggono, e che mi sembrano incredibili, passò inosservato in Italia quando uscì nel 1994. Niente male per un film prodotto in Italia. In Francia invece ebbe un discreto successo e fu presentato al Festival di Cannes.
Diretto da Giuseppe Tornatore, “Una pura formalità” è senza dubbio uno dei migliori film in assoluto che abbia mai visto. Una vicenda kafkiana, che per i tre quarti del film ha tutta la struttura di un giallo, salvo poi, come detto poc’anzi, una secca virata, per giungere ad un finale sorprendente.
Ad impreziosire il tutto, la colonna sonora firmata da Ennio Morricone. E scusate se è poco.
Un film atipico, innanzitutto nell’ambientazione, essendo girato quasi esclusivamente, tranne la scena iniziale, in una caserma spoglia, o meglio, dall’arredamento essenziale, e soprattutto una vicenda che si snoda nell’arco di una notte piovosa, fin quando le prime luci dell’alba sveleranno il mistero.
Magistrale interpretazione di Depardieu e di Roman Polanski, stupendi i loro dialoghi. Per quest’ultimo in particolare nutro una stima stratosferica e alcuni suoi film li considero veri e propri capolavori del cinema (“L’inquilino del terzo piano”, “Rosemary’s Baby”, “Il Pianista”, tanto per citare qualche nome).
Sarà che ho visto il film, casualmente, appunto di notte, sarà che adoro Polanski per la sua genialità, ma ne sono rimasto entusiasta. Una vicenda dai ritmi serrati e quasi claustrofobici, che ben si adatterebbe anche ad una rappresentazione teatrale, vista la sostanziale unità di tempo, di luogo e di azione. Un film che sicuramente avrebbe meritato di più, anche perché è una produzione italiana (nel nostro paese vinse appena un David di Donatello per la migliore scenografia).
Il motivo finale (Ricordare) è cantato dallo stesso Depardieu.
Il film (titolo originale “A Pure formality”), dura circa 108 minuti. La versione in DVD da noleggio, contiene come EXTRA solo il trailer.
Gabriele Fortino (ciao.it) 2004