Recensione film horror Turistas
Regia: John Stockwell
Sceneggiatura: Michael (Arlen) Ross
Attori: Josh Duhamel, Melissa George, Olivia Wilde
Produzione: U.S.A. 2006
Durata: 96′
Note: Vietato ai Minori di anni 14
Voto: 5.5/10
Decidere di fare una vacanza all’avventura in un paese straniero può dare molte soddisfazioni e far compiere esperienze incredibili ed irripetibili, ma se non si conosce la lingua del posto e se il paese è flagellato dalla povertà e dalla criminalità, questa può essere anche un’idea tremenda, potrebbe anche essere l’ultima cosa che fate nella vostra vita…
Alex è stato convinto dai propri genitori ad accompagnare in Brasile sua sorella Bea e la sua migliore amica, la libertina Amy, anche se fare il cane da guardia a due ragazze spigliate non era il suo progetto per il weekend; i tre si trovano su un autobus che deve portarli a Recife insieme ad altri gruppi di turisti e ad alcuni locali; l’autista brasiliano, forse memore delle imprese di Felipe Massa ad inizio stagione, infila le curve e i tornanti con l’acceleratore pigiato e si scatena sui rettilinei, riuscendo a far rimpiangere a turisti di tutto il mondo il traffico delle proprie città.
La tragedia più volte sfiorata finisce per realizzarsi, l’autista perde il controllo del mezzo, che finisce in bilico su un burrone; fortunatamente, tutti i viaggiatori riescono a salvarsi per il rotto della cuffia, prima che l’autobus rotoli giù per la scarpata con qualche capriola.
Dopo aver recuperato i propri bagagli, i tre turisti americani si raggruppano insieme agli altri turisti, ovvero due ragazzi inglesi in vacanza sessofila e una ragazza australiana che conosce i luoghi e la lingua brasiliani; il gruppetto decide di lasciare il luogo dell’incidente dopo un diverbio con i sopravvissuti brasiliani e dopo essersi inoltrati per qualche minuto tra la folta vegetazione, si spalanca davanti ai loro occhi una spiaggetta paradisiaca.
Decidono di fermarsi lì per un bagno seminudi e poi al chioschetto della spiaggia conoscono due turisti motociclisti svedesi e alcuni ragazzi brasiliani del posto, che li accolgono con il massimo della gentilezza e con sorrisi scintillanti, poi una di loro si allontana, prende il telefono e segnala la loro presenza…
La sera stessa, guarda caso, c’è una festa sulla spiaggia e gli otto ragazzi se la godono al massimo, tra alcol e balli sensuali con la popolazione locale; la mattina dopo si svegliano con un gran bel mal di testa, con ricordi confusi e soprattutto senza valigie, senza portafogli, senza documenti, soli, in mezzo al nulla, senza nessun punto di riferimento.
“Turistas” è figlio, illegittimo, di “Hostel“, su questo non c’è alcun dubbio; la struttura del film è tale e quale a quella del film di Eli Roth, con una parte iniziale in cui vengono presentati gli ignari protagonisti e le ragioni e le fatal coincidenze che li portano sul “luogo del delitto“, prima parte propedeutica al nucleo vero e proprio del film, che consente ai due film in questione di fregiarsi della nomea di horror.
Nonostante questi punti in comune, le differenze tra i due film sono davvero tante e tutte a favore di “Hostel“; già Eli Roth aveva protratto troppo a lungo (35 minuti) la sua prima parte, ma qui Ross e Stocwell hanno fatto ancora peggio, dedicando praticamente un’ora alla preparazione e solo un quarto d’ora al nocciolo della questione; “Turistas” mostra poco e questo rappresenta un problema per gli amanti del genere, che si sono sorbiti 20 minuti di dirty dancing in spiaggia, 20 minuti di noiosissime riprese subacquee, 20 minuti di avventura forestale, per poi godere solamente per qualche minuto.
La sceneggiatura di Micheal Arlen Ross (autore del montaggio di “Wrong Turn“) è colpevole di tutto questo, perché non ha saputo dosare le due componenti del film, quella dei turisti avventurosi e quella delle violenze; dal canto suo, il regista John Stockwell non ha saputo dare una svolta al film, centrando il secondo flop in due anni dopo “Trappola in fondo al mare“.
Il cast, come nella maggior parte di questi film, è riciclato da altri film simili (“Alpha Dog“, “Le colline hanno gli occhi“, “Amityville horror“) e da serie televisive di vario genere, non convince ed è incapace di lasciare il segno.
Concludendo, “Turistas” deluderà la maggior parte dei suoi spettatori, quelli che usciranno soddisfatti dalla sala sono i turisti avventurosi che potranno dirsi contenti di aver ammirato foreste, fondali, cascate, grotte e quant’altro.
Adriano Lo Porto 11.08.2007