Recensione film horror TheImage

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THE IMAGE

locandina REGIA: Michael Armstrong
CAST: David Bowie, Michael Byrne

Voto: 10/10

Questo cortometraggio sembra essere stata la prima apparizione in un film di David Bowie, che mai ha abbandonato il mestiere di attore anche quando è diventato famoso come cantante. La pellicola è datata 1967.

– La trama – –
Una stanza, una tela, un pittore alla prese con quello che forse sarà il suo più grande vanto, la sua opera migliore o forse la sua dannazione e il suo tormento. Il pittore è lì di fronte alla sua creazione, quel ragazzo biondo e pallido con le mani protese quasi a cercare un abbraccio o forse nel tentativo di catturarti e portarti via con lui. Un ritocco qui, un’altra pennallata là. E’ quasi pronto. Fuori è buio ma c’è qualche altra cosa intorno, nell’aria, o forse… c’è qualcuno fuori in giardino? Il pittore si avvicina alla finestra e un viso si staglia contro il freddo vetro che per il momento tiene il pittore al sicuro. E’ con orrida sorpresa che il pittore scopre che quella figura che lo fissa attraverso il vetro è proprio il ragazzo del suo dipinto. Il ragazzo scompare inghiottito dalla notte, era un’allucinazione? Il pittore è teso, si volta e scopre che il ragazzo è dietro di lui, cammina lentamente e lentamente a lui si avvicina con le braccia protese quasi a cercare quell’abbraccio ma non c’è amore nel suo sguardo. Gli occhi sono quasi vitrei.
Il pittore scappa, di camera in camera, ma il ragazzo è sempre lì, dietro ogni angolo, dietro ogni porta, cerca di agguantarlo, di stringere le sue braccia intorno al suo creatore a colui che gli ha dato vita o che, forse, l’ha riportato in vita.
E il suo creatore scappa… cerca la salvezza nella fuga o in quella lama affilata che vorrebbe affondare nel cuore di quel idea che è riuscita a lasciare la tela un tempo bianca, ma che adesso potrebbe colorare di nero la sua vita.
Voto: 10

– – Considerazioni – –
Non avrei mai pensato di riuscire a procurarmi questo cortometraggio. Alle volte è già difficile reperire vecchi film, e i ‘corti’ sono il più delle volte impossibili da trovare anche nello stesso anno della loro creazione.
La pellicola mi ha parecchio impressionato e colpito. Realizzata totalmente in bianco e nero, per la regia di Michael Armstrong, vede come unici attori David Bowie nella parte del ragazzo e Michael Byrne in quella del pittore. Entrambi sono grandiosi nel dare forma e spessore ai loro personaggi senza proferire alcuna parola, dato che il film è completamente senza dialoghi. Bowie usa tutte le tecniche da mimo che fino a quel periodo aveva appreso alla scuola di Lindsay Kemp, famoso mimo/attore/ballerino/regista inglese, mentre per Byrne, uno dei più famosi ed importanti attori inglesi (Indiana Jones e l’ultima crociata, Enrico VI, Gangs of New York e tantissimi altri), non c’è nemmeno bisogno di presentazione.
Le immagini sono accompagnate da una musica di tamburi, angosciante come il battito di un cuore in preda al panico e vicino a scoppiare per la paura e il terrore.
Ho trovato questo film una perfetta rappresentazione di quelle che sono le paure umane (almeno questa è stata l’interpretazione che ho dato al finale del cortometraggio) e tutta la vicenda ricorda moltissimo i racconti di E.A. Poe che riusciva con le parole a dare vita a quegli stati di angoscia provocati dal rimorso e dall’inquietudine che assale dopo aver commesso una cattiva azione.
La dannazione del pittore che prende vita e cerca di abbracciarlo forse per perdonarlo, forse per punirlo e portarlo via con se, ne è l’esempio più evidente e dal proprio rimorso, dalla propria coscienza non si può fuggire via e nemmeno metterla a tacere a colpi di forbici o coltello.
Il finale è aperto a varie interpretazioni. Sicuramente alcuni vedranno la dannazione, altri la purificazione della coscienza dopo una notte di terrore senza fine, altri ancora forse vedranno la disperazione e il rimorso prevaricare sull’animo di un pittore che ha visto la sua creazione prendere vita.
Voto: 10

Mi sento di consigliare la visione di questo film, anche se mi rendo conto della quasi impossibile reperibilità dello stesso. Se però vi capiterà tra le mani non lasciatevi sfuggire l’occasione!

Luigi Grillo (ciao.it) 14-01-2005

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