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THE FOG
Regia: John Carpenter
Sceneggiatura: John Carpenter, Debra Hill
Fotografia: Dean Cundey
Cast: Adrienne Barbeau, Hal Holbrook, Janet Leigh, Jamie Lee Curtis, Tom Atkins, John Houseman, Nancy Loomis, James Canning, Charles Cyphers, Ty Mitchell, John Goff, Jim Hayne, Rob BottinDurata: 91 min. (U.S.A., 1980)
Voto: 4.5/10
“Is all that we see or seem, But a dream within a dream?” (Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo, non è che un sogno dentro a un sogno?) – Edgar Allan Poe
Con questa citazione quanto mai fuori luogo, voluta a tutti i costi dalla produttrice e co-sceneggiatrice Debra Hill, comincia “The Fog” di John Carpenter. Ma vediamo di entrare più nel dettaglio…
TRAMA
California, 20 aprile 1880. Il Capitano Blake e la sua compagnia di lebbrosi hanno deciso di creare una colonia poco lontano dalla cittadella di Antonio Bay. Stipulano così un accordo con sei personaggi molto influenti del posto, stabilendo l’ora e il luogo di attracco.
I sei di Antonio Bay (scusate il gioco di parole) sono però disgustati dal dover convivere con una colonia di lebbrosi e, allo stesso tempo, sono attirati dall’immenso tesoro che Blake porta con sé sulla propria nave, l’Elizabeth Dane. I sei individui decidono perciò di tradire il Capitano e, approfittando di una fitta nebbia, accendono il falò di segnalazione nel posto sbagliato, spingendo la Elizabeth Dane contro gli scogli. Il giorno dopo si impossessano del tesoro sommerso.
A distanza di 100 anni, il 20 aprile 1980, la cittadina si appresta a festeggiare il proprio centenario. E’ tutto pronto: la festa, la statua commemorativa, la fiaccolata, i discorsi alla folla…se non fosse che una fitta nebbia sta arrivando dal mare. Con essa stanno tornando dall’Aldilà Blake e la sua ciurma. Vogliono vendetta e non se ne andranno prima di aver ucciso sei persone.
Noi spettatori seguiremo le avventure di diversi personaggi: Stevie Wayne (la DJ della radio locale) e suo figlio, Nick Castle e l’autostoppista Elizabeth Solley, Padre Malone (l’unico che conosce la storia della maledizione), l’organizzatrice della festa del centenario e la sua segretaria…tutti alle prese con la nebbia e con ciò che essa nasconde.
COMMENTO
Ho visionato numerosi film di John Carpenter. Molti di questi si sono rivelati delle vere e proprie perle (“Halloween”, “La Cosa”, “Christine la Macchina Infernale”…), altri semplicemente dei bei film (“Body Bags”, “Essi Vivono”…).
Alla mia lista mancava ancora questo tanto apprezzato “The Fog”. Incuriosito dalle numerosi lodi che erano state tessute su questo film, ho deciso di colmare la mia lacuna….non l’avessi mai fatto!!
Nonostante “The Fog” sia il primo film di Carpenter con un budget di un certo livello (un milione di dollari, contro gli appena trecentomila di “Halloween”), il risultato è tutt’altro che soddisfacente.
Va premesso che nemmeno al regista stesso piacque molto il risultato finale, tanto che lo ri-editò ben 2 volte, aggiungendo ogni volta delle nuove scene. Non si spiega comunque come faccia questo film ad essere tanto decantato.
Naturalmente da Carpenter non bisogna mai aspettarsi fiotti di sangue, scene splatter o trame lineari (una volta ha dichiarato “Io trovo che il modo più nobile e più efficace che sia mai stato escogitato per fare paura, per quanto riguarda il pubblico, è non mostrare troppo. Soprattutto, non sforzarsi di essere chiari.”), inoltre, trattandosi dei primi anni ’80, non bisogna aspettarsi nemmeno un ritmo adrenalinico e sostenuto… ma questa volta hanno esagerato!!
La storia di The Fog è stiracchiata, lenta, noiosa e colma di mostruosi buchi di sceneggiatura.
La DJ, per esempio, sa troppe cose e scopre tutti i “retroscena” della nebbia maledetta senza fatica, semplicemente leggendo la scritta “6 Must Die” su di un pezzo di legno. Il personaggio dell’autostoppista (interpretato da Jamie Lee Curtis) ha un’importanza nella storia pari a zero: compare dal nulla, si innamora in 2 nanosecondi di un altro personaggio e ha più o meno dieci battute (anche se compare in quasi tutto il film). Lo stesso fidanzatino dell’autostoppista, Nick Castle, dovrebbe essere l’eroe della storia, ma non fa niente che lo renda tale.
E ancora: una delle vittime si rianima in obitorio, impugna una penna e scrive il numero 3 sul pavimento prima di morire un’altra volta. Evidentemente l’idea era di “contare” i morti, in modo da aumentare la tensione nello spettatore (magari facendo comparire le successive vittime all’improvviso, con un numero affianco)… eppure quest’idea scomparirà nel nulla e la vedremo attuata solo in questa scena. Misteri della sceneggiatura!
A voler essere pignoli, bisognerebbe puntualizzare anche che ai marinai lebbrosi non manca nemmeno un dito e che… ma è meglio lasciar perdere. I lettori mi prenderebbero per pazzo.
Il finale è tirato per i capelli ed è ben lontano dai finali apocalittici o a sorpresa a cui il regista newyorkese ci ha abituati. Perché i protagonisti ri-consegnano l’oro a Blake se lui se ne sarebbe andato via ugualmente dopo aver fatto sei vittime? E perché Blake, dopo aver ri-ottenuto il proprio oro, compie comunque il sesto omicidio? La nebbia evidentemente deve avergli dato alla testa…
Stroncati sulla fiducia anche gli attori, si salvano soltanto alcune inquadrature suggestive, la nebbia e la colonna sonora, come da tradizione firmata dallo stesso Carpenter.
Dopo averci pensato a lungo, nonostante la cocente delusione, ho deciso di non essere troppo severo nel votare questo film. Si tratta pur sempre di un lavoro di “gioventù”: escluso “Halloween”, tutti i migliori lavori del regista dovevano ancora venire, perciò potremmo considerare “The Fog” come un passaggio necessario della carriera di John Carpenter. E’ dagli errori che si impara di più, no?
Diffidate però da chi innalza “The Fog” a capolavoro della cinematografia horror. Non è vero che incute tensione senza mostrare niente, non è vero che è inquietante, non è vero che vi terrà incollati allo schermo…io per poco non mi addormentavo.
CURIOSITA’: come sempre, John Carpenter non perde occasione per dare sfoggio alla sua innata follia. Nel caso di “The Fog”, il regista ha voluto giocare un po’ con i nomi dei personaggi. L’uomo che racconta storie di paura ai ragazzini si chiama Machen come Arthur Machen, scrittore dell’orrore (1863 – 1947). Tom Atkins interpreta Nick Castle, che è il co-sceneggiatore di “Fuga da New York”, mentre il personaggio Dan O’Bannon porta il nome del compagno di Università di Carpenter nonché co-sceneggiatore di “Dark Star” e “Alien”. Infine, il personaggio Tommy Wallace si chiama come il montatore e scenografo dello stesso “The Fog”…
Carpenter ha inoltre voluto a tutti i costi che Janet Leigh e Jamie Lee Curtis figurassero nel medesimo cast per la prima volta nella loro carriera. Per chi non lo sapesse, le due attrici sono madre e figlia.
CAMEO: al termine dei titoli di testa, abbiamo il cameo più lungo della carriera di John Carpenter. Interpreta l’uomo delle pulizie della chiesa di Padre Malone. Finisce di pulire una scalinata, indossa la giacca, spegne le luci, si reca nella stanza del prelato e gli chiede lo stipendio (che non gli verrà pagato).
REMAKE: Il 14 ottobre 2005 è uscito nelle sale U.S.A. il remake di “The Fog”. In pieno stile Hollywoodiano, il film è costato milioni e milioni di dollari, è ricco di effetti speciali e tra gli interpreti annovera una flotta di star del momento. Ne sarà valsa la pena?
Daniele Del Frate Novembre 2005
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