Recensione film horror Suspiria

Recensioni


img


SUSPIRIA

locandina

ANNO:1977
DURATA:100′
REGIA:Dario Argento
CAST:Jessica Harper, Alida Valli, Stefania Casini, Flavio Bucci, Joan Bennet, Barbara Magnolfi
Produzione:Seda Spettacoli

Voto: 9/10

Friburgo, in Germania, è la città oltre la quale inizia la celeberrima Foresta Nera, bellissima e misteriosa, selvaggia e inquietante, con le sue mille leggende. La città stessa, la cui architettura è di derivazione decisamente “gotica”, è decisamente affascinante… ma la giovane Susy Benner, sbarcata da un aereo proveniente da New York, alle 22.45 di una sera molto fredda e sconvolta da un violento temporale, non se ne accorge nemmeno. Trascina stanca i suoi bagagli e cerca un taxi che la porti alla prestigiosa “Tanzakademie”, famosa accademia di ballo che lei intende frequentare per perfezionare il suo stile. Ma il “benvenuto” non è dei migliori: all’esterno dell’edificio, un antico palazzo rosso dall’aria tetra, si imbatte in una ragazza che fugge via urlando frasi sconnesse e apparentemente prive di senso: “Il segreto…”, “gli iris”… Per di più, una voce al citofono dice a Susy che l’accademia non attende l’arrivo di nessuna nuova allieva e di non sapere nemmeno chi sia. Alla ragazza non rimane che cercare un albergo e ritornare all’accademia la mattina successiva, ma nella notte la ragazza che fuggivaviene assassinata, e con lei l’amica presso la quale aveva trovato ospitalità…

Il giorno dopo, Susy viene accolta alla scuola dalla vicedirettrice, la signora Blanc, donna dai modi melliflui che dice di trovare strano il fatto che la sera prima non l’abbiano fatta entrare, si scusa con lei e le mostra la scuola, assieme ad una delle insegnanti, la gelida signora Tanner, che pretende dalle sue allieve una disciplina rigidissima e senza concessioni.

A Susy non piace molto l’atmosfera di quel posto, e così accetta l’offerta di Olga, una compagna di corso, che le propone di prendere in affitto una stanza nell’appartamento in cui vive… ma una sera in cui Susy avrà uno stranomalessere, Olga la butta fuori di casa senza troppi complimenti.

A Susy, quindi non rimane che soggiornare, controvoglia, all’interno dell’accademia, ed è qui che fa la conoscenza di Sarah, amica della ragazza uccisa la sera dell’arrivo di Susy. Sarah è impaurita, e si confida con lei: ha notato che all’interno della scuola succedono cose difficilmente spiegabili, e per di più la morte della sua amica l’ha profondamente sconvolta. Si sente in pericolo e chiede aiuto a Susy per cercare di capire cosa sta succedendo e se sono vere le strane “voci” che girano sull’Accademia…

Susy è perplessa, non sa se dar retta a Sarah o convincersi che la ragazza è solo turbata dai recenti avvenimenti, ma una sera si ritrova la stanza invasa da migliaia di larve, che cadono giù da alcune crepe nel soffitto e rapidamente invadono tutto l’istituto. Per di più, il giorno dopo il pianista cieco che lavora per l’accademia ha un violento alterco con miss Tanner, quindi va via… e sulla strada di casa viene improvvisamente sbranato dal suo cane-guida! E poi c’è il fato che le insegnanti dicono di andare via la sera ma invece rimangono nell’edificio, e la misteriosa direttrice della scuola, che nessuno ha mai visto in faccia ma della quale si avverte l’inquietante presenza… Susy decide di unirsi a Sarah per cercare di venire a capo dei misteri che circondano la Tanzakademie, ma qualcuno potrebbe non essere d’accordo…

Uscito nelle sale nel 1977, due anni dopo lo straordinario successo di “Profondo Rosso”, “Suspiria” è una favola gotica, innaturale e soprannaturale, vagamente ispirata al libro “Suspiria de profundis” di Thomas Quincey e ai racconti della nonna di Daria Nicolodi (sceneggiatrice della pellicola assieme allo stesso Argento), che a quindici anni si iscrisse ad un’accademia di musica per poi fuggire via dopo poco tempo, terrorizzata dal fatto di aver scoperto che in quel posto si insegnava la magia nera. Il film è il primo di una trilogia ispirata al mito delle “tre Madri” (Mater Suspiriorum, Mater Lachrimarum, Mater Tenebrarum), oscure divinità che simboleggiano e racchiudono in sé le forze del Male (speculari e contrapposte, in questo, al mito della Trinità presente nella religione cattolica), di cui fa parte il successivo “Inferno” e che tuttora, però, è rimasta incompiuta.

Ma è proprio l’elemento soprannaturale a costituire la differenza, e il punto di rottura, dal precedente “Profondo Rosso” e, in generale, da tutti i film girati da Argento fino a quel momento, impostati più che altro come“thriller” di stampo classico, con un assassino “umano” e un movente che poteva essere in qualche modo “razionale” o, più di frequente, legato alla pazzia, o ad eventi in grado di sconvolgere la vita e la psiche di una persona. In “Suspiria”, invece, fanno il loro ingresso le forze dell’occulto, la volontà di assecondare divinità ritenute superiori alla natura umana, gli omicidi commessi come spinti da una forza misteriosa, da una sete di violenza che si placherà solo con il sangue (elemento che sarà ancora più presente nel successivo “Inferno”, in cui gli omicidi non sono quasi mai commessi a mano umana).

Il tutto sottolineato da scenografie splendide e ridondanti, a metà strada tra il liberty e la “pop art”, in cui dominano colori cupi come il rosso scuro, il viola e il nero delle porte (chissà perché, nei film di Dario Argento le porte sono quasi sempre nere…), per creare un’atmosfera di terrore cupa, soffocante e una tensione che avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine della pellicola. A tutto ciò contribuiscono anche i sapienti giochi di luce e le inquadrature ardite e mobilissime di una camera che riesce ad assecondare, grazie anche a tecniche decisamente innovative per l’epoca, il desiderio del regista di far sì che tutto sia funzionale all’angoscia, all’orrore, alla morte, all’”ignoto” mostrato nella pellicola…

Buona la scelta degli attori, con una menzione particolare per Flavio Bucci, nella parte del pianista cieco, e Alida Valli, che impersona una miss Tanner, perfetta nella sua glaciale ambiguità.

Buona prova anche della protagonista, Jessica Harper, giovane attrice completamente sconosciuta in Italia, che pure fu letteralmente “imposta” ad Argento: infatti Daria Nicolodi avrebbe voluto fortemente per sé il ruolo di Susy, ma la casa di produzione, statunitense, che dopo l’enorme successo di “Profondo Rosso” intendeva lanciare il film in grande stile negli usa, decise che ad interpretare la parte avrebbe dovuto essere un’attrice americana. Alla Nicolodi fu offerto il ruolo di Sarah, ma lei rifiutò e la parte fu offerta a Stefania Casini, forse l’attrice più deludente dell’intero cast (la sua recitazione è piuttosto monocorde…).

Notevole, inoltre, la colonna sonora dei “Goblin” di Claudio Simonetti, ulteriore tappa della loro più che fruttuosa collaborazione e che costituisce un elemento imprescindibile per sottolineare l’angoscia e l’orrore di un film che, a 28 anni dall’uscita, rimane ancora uno dei punti fondamentali dell’intero genere horror, italiano e non solo…

Da vedere e rivedere, preferibilmente da soli e in una notte di tempesta…

Andrea Del Gaudio (ciao.it) 19-01-2005

SCRIVI PER OCCHIROSSI.IT