Recensione film horror Sotto Shock

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SOTTO SHOCK

locandinaREGIA: Wes Craven
SCENEGGIATURA: Wes Craven
FOTOGRAFIA: Jacques Haitkin
MONTAGGIO: Andy Blumenthal
MUSICA: William Goldstein
CAST: Mitch Pileggi, Michael Murphy , Peter Berg, Jessica Craven
DURATA: 106 min. (U.S.A. 1980)

Voto: 4/10

TRAMA
Un assassino spietato si aggira nei meandri di in una piccola cittadina america. L’omicida penetra nottetempo nelle abitazioni e massacra tutti coloro che vi trova all’interno.
Jonathan Parker è invece il giovane campione della squadra locale di Football, figlio adottivo del Tenente di Polizia Parker e fidanzatissimo con la sdolcinata Alison.
Una notte Jonathan fa uno strano incubo: il ragazzo si ritrova catapultato all’interno della sua casa adottiva. Non è solo però, nell’abitazione si aggira anche l’assassino, che costringe Jonathan ad assistere inerme alla carneficina di tutta la sua parentela più stretta.
E’ un duro colpo, ma Jonathan è riuscito comunque a vedere in faccia il serial killer…e sa anche come si chiama: Horace Pinker, un riparatore di televisori.
Dopo delle difficili indagini che definirei quasi “oniriche” (il giovane utilizzerà altre volte il trucco del sogno per individuare la posizione di Pinker) si arriva finalmente all’arresto del cattivone. Ci abbiamo perso quella checca di Alison, ma pazienza.
Tutto finito? Stappiamo lo champagne? Macchè!
A quanto pare Horace Pinker è uno stregone voodoo e con i televisori non ha solo rapporti di lavoro. Gli basta compiere un piccolo rito prima di sedersi sulla sedia elettrica e il gioco è fatto: al termine dell’esecuzione, l’anima di Pinker si tramuta in un impulso elettrico capace di “impossessarsi” delle persone. Se la scena della sedia elettrica può risultare lunga e disturbante per alcuni degli spettatori più “molli”, chi ha visto il film dovrà concordare con me che la scena del rito voodoo rientra decisamente nella la Top Ten Trash del secolo (Pinker chiede al televisore di dargli dei poteri speciali…dal televisore esce una mano gigante composta di corrente e una voce altisonante, probabilmente lo stesso doppiatore di Pippo, grida “Ecco!”).
Tornando alla trama: riuscirà Pinker a compiere la sua vendetta saltando da un corpo all’altro (dopo un po’ gli organismi ospitanti si “scaricano” e il killer è costretto a migrare)…oppure sarà Jonathan, con l’aiuto del fantasmino Slimer – Alison, ad eliminare definitivamente il suo nemico?
Bisogna sbrigarsi, perché l’omicida ha intenzione di entrare nel circuito satellitare televisivo americano…sarebbe un grosso guaio!

COMMENTO
Mai e poi mai avrei detto che Wes Craven fosse stato capace, nel corso della sua lunga ed onorata carriera, di produrre una vaccata. Poi ho visto “Sotto Shock” (Titolo Originale “Shocker”) ed ho aperto gli occhi.
In questo film c’è un po’ di tutto: “Nightmare” (con la sua tematica dei sogni), “Star Wars” (Luke, sono tuo padre!), “Ghost” (anche se i film sono dello stesso anno, quindi l’eventualità di un plagio è tutta da verificare), qualche traccia di B-Movie e una certa dose (spero non involontaria) di comicità demenziale molto anni ’80.
Le premesse non erano malvagie, tanto che ho seguito la prima parte del film con discreta attenzione, ma poi il buon Wes ha voluto mettere troppa carne al fuoco e l’ha cotta pure male: le idee sono sviluppate in maniera indecente, i dialoghi sono osceni e ci sono dei buchi mostruosi di sceneggiatura.
In alcuni frangenti si finisce decisamente nel grottesco, soprattutto quando Jonathan deve spiegare i fatti agli altri personaggi per convincerli a combattere al suo fianco. Ce ne fosse uno che si rifiuti di credere ad una storia così stramba!! Un paio di esempi: il giovane racconta al Tenente di polizia di aver visto l’assassino in sogno…e naturalmente il tenente gli crede subito, addirittura lo sfrutta nelle indagini. Successivamente, Jonathan riferisce ai suoi compagni di squadra e al suo allenatore che un serial killer extracorporeo fatto di elettricità vuole saltare dentro l’antenna parabolica della città. Una persona normale chiamerebbe il manicomio, ma non è questo il caso dei giovani virgulti in oggetto! Loro reagiscono scambiandosi sonore pacche virili sulle spalle e promettendo fedeltà allo sventurato amico.
Cose del genere me le aspetterei da Walt Disney o dal filone “Miracolo sulla 34esima Strada”, certamente non da Wes Craven! La povera Nancy ha impiegato due film interi per convincere suo padre dell’esistenza di Freddy Krueger….poi arriva dal nulla questo raccomandato e tutti gli credono sulla fiducia.

Un discorso a parte merita la seconda parte del film (permettetemi di sorvolare su quanto concerne gli attori e la presunta colonna sonora!). Dopo essermi scervellato a lungo, sono giunto all’elaborazione delle seguenti tre ipotesi:
1- Tutto il film doveva avere una chiave comica di fondo, ma la prima parte non è riuscita bene.
2- Accortosi in corsa della fetecchia che stava realizzando, Wes ha dato una netta sterzata verso l’ironia nel finale… ma gli è andata male.
3- Wes Craven all’epoca sniffava colla a periodi alterni.
Nella seconda parte del film assistiamo infatti ad un improvviso cambio di rotta: il ritmo accelera ed emerge un inatteso lato comico. Inizialmente ciò avviene solo in qualche scena (magari, e sottolineo magari, la scena del rito voodoo doveva rientrare tra queste), poi, piano piano, si cade nel demenziale!

Nel concitato finale, Jonathan e Pinker si inseguiranno attraverso il palinsesto televisivo, interagendo in maniera spassosa con i programmi in cui mano a mano finiscono. Pinker verrà addirittura assoggettato ad un telecomando ed imprigionato ai temibili tasti FFW, RW e STOP!
Nonostante queste trovate, la soluzione finale è comunque molto stiracchiata e di uno scontato desolante.

Non penso che questo film meriti ulteriori commenti.
A mio parere, se fosse stato sfruttato sin dall’inizio il lato comico (nota bene: sempre che si tratti di comicità voluta!), “Sotto Shock” avrebbe potuto diventare un film simpatico. Così è soltanto un inguardabile ibrido, un fumettone mal realizzato, spazzatura televisiva.

Daniele Del Frate 11-01-2006

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