Recensione film horror Silent Hill

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locandinaRegia: Christophe Gans
Soggetto e Sceneggiatura: Roger Avary (tratto dall’omonimo videogioco)
Attori: Randa Mitchell, Sean Bean
Produzione: Francia, Giappone, U.S.A. 2006
Durata: 120′

Voto: 9/10

Rose è una mamma terrorizzata dalle gravi e frequenti crisi di sonnambulismo che rischiano di uccidere la figlia adottiva Sharon; stanca dei consigli  inconcludenti dei medici e nonostante l’opposizione del marito Christopher, Rose decide di recarsi a Silent Hill, perché è il luogo da dove la bambina proviene ed è il paese che nomina durante le sue crisi; Silent Hill, una cittadina che sorge in riva al lago Toluca nel West Virginia che si racconta sia una città fantasma…

Durante il viaggio, la loro auto finisce fuori strada nel tentativo di evitare una ragazza; a causa dell’impatto, Rose perde i sensi e al risveglio si ritrova sola in macchina, senza più la bambina seduta al suo fianco; inizia così una disperata ricerca per ritrovare la bambina.

Dopo “Resident Evil“, famosissimo videogame creato dalla Capcom per la console Playstation, ecco approdare sul grande schermo una nuova trasposizione dalla console Sony, dopo gli scarsi risultati ottenuti dal progetto Sega “House of the dead” e dal più recente “Alone in the dark”; così Silent Hill da gioco creato dalla Konami nel 99 è passato ad essere  il film horror più atteso del 2006!
Prodotto dalla Sony Picture e distribuito dalla Eagle Pictures, “Silent Hill” è diretto dal regista francese Christophe Gans, già conosciuto al pubblico di genere per aver firmato nel 2002 regia e sceneggiatura di un thriller-horror: “Il Patto Dei Lupi”.

La protagonista femminile Rose da Silva è impersonata da Randa Mitchell, già vista in “Neverland – Un sogno per la vita” e “Man on Fire – Il fuoco della vendetta”; il personaggio maschile è invece affidato all’attore Sean Bean, decisamente più affermato della sua controparte femminile e già visto in film quali “The Dark”, “Don’t say a word”,Gioci di potere” e soprattutto “Flightplan – Mistero in volo.
In 120 minuti di pellicola il regista ripropone fedelmente le ambientazioni, le terrificanti e oppressive musiche (create da Akira Yamaoka per il film), le atmosfere, i personaggi e anche i mostri dell’amatissimo videogame.
Lo spettatore che conosce il gioco si ritroverà subito a ripercorrere tutte le tappe e i luoghi esplorati un tempo grazie ai propri pollici pigiati sul joypad, in un continuo susseguirsi di scene talmente fedeli al videogioco che saprà anticipare lo svolgimento del film.
L’unica grossa differenza tra cinema e consolle è la scelta del protagonista, dato che nel videogioco era il padre disperato a cercare la figlia a Silent Hill, mentre lo spettatore cinematografico vive il punto di vista della madre, a cui tocca la pressione della ricerca; altre differenze sono riscontrabili nelle ovvie necessità di adattamento al formato cinematografico, come ad esempio la fantastica scena delle infermiere che si muovono seguendo una coreografia in perfetto stile musical.

Lo svolgimento della vicenda soddisferà anche lo spettatore ignaro del gioco, in quanto il film vi angoscerà scena per scena e vi terrorizzerà con mostri e luoghi orripilanti proiettandovi in una Silent Hill in due versioni: una deserta e abbandonata dove Christopher cerca la moglie e l’altra, parallela, situata sottoterra, tetra e oscura, completamente avvolta dalla nebbia dovuta ad una cascata continua di cenere che con l’oscurità preannunciata da una sirena assordante, si trasforma in uno scenario infernale in cui i mattoni degli edifici diventano grate arrugginite che grondano sangue.

All’inizio si può pensare che la storia non abbia senso, come in molti film di questo genere, invece piano piano tutti i nodi verranno al pettine, lo svolgimento sarà linearizzato e probabilmente la storia vi intenerirà e vi farà soffrite tanto da desiderare vendetta, una vendetta che ci sarà e culminerà in un finale davvero molto splatter che forse non avrebbe immaginato nessuno.
Rapportando questo film solo ed esclusivamente al gioco sarei portato ad urlare tranquillamente al capolavoro, ma considerandolo indipendente da esso e tenendo presente l’atmosfera creata più che la paura instillata nello spettatore (mi aspettavo molto più terrore), allora posso concludere che sicuramente è la migliore trasposizione cinematografica di un videogioco vista finora…e sicuramente avrà un seguito!

Luigi Scaramuzzi, 08.07.06

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