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SHAUN OF THE DEAD
Regia: Edgar Wright
Soggetto e Sceneggiatura: Simon Pegg e Edgar Wright
Scenografia: Marcus Rowland
Musiche: Dan Mudford, Pete Woodhead
Cast: Simon Pegg, Kate Ashfield, Nick Frost, Lucy Davis, Dylan Moran, Bill Nighy, Peter Serafinowicz, Penelope Wilton
Durata: 95 minuti (Inghilterra, 2004)
Voto: 8/10
TRAMA:
Shaun è un 29enne inglese, commesso in un negozio di elettronica. La sua vita non è il massimo: problemi al lavoro, problemi di coppia, problemi con il patrigno.
La causa principale dei suoi guai si chiama Ed, il suo migliore amico, un ragazzone obeso e irresponsabile. Senza lavoro, anche se ogni tanto fa lo spacciatore, completamente infantile, Ed è la rovina dei rapporti interpersonali di Shaun. Per dar retta all’amico, il nostro protagonista porta tutte le sere, anche quelle speciali, la sua ragazza al Winchester, un lurido pub. E così Liz finisce per lasciarlo.
Inoltre Ed non paga l’affitto e sporca casa, così il coinquilino di Shaun diventa sempre più minaccioso.
Per “fortuna” di Shaun, proprio in questo particolare momento della sua vita, si abbatte su Londra un’epidemia che trasforma le persone in Zombie sanguinari. Quale miglior occasione per improvvisarsi eroe e ristabilire il rapporto con Liz?? Naturalmente con “l’aiuto” di Ed.
Per prima cosa bisogna passare a “salvare” i genitori di Shaun, la sua ex ragazza Liz e due amici di lei, David e Diane. Poi ci vuole un posto sicuro dove rintanarsi in attesa dei soccorsi… Ma dove? La scelta del luogo sicuro spetta ad Ed, perciò tutti al Winchester! D’altra parte, lì fanno degli ottimi panini.
COMMENTO:
Con un anno di ritardo, la pellicola del regista inglese Edgar Wright sbarca anche in Italia, anche se esclusivamente in formato DVD e VHS.
Come è ormai usanza nel nostro paese, il titolo è stato stravolto: si è passati dall’inglese “Shaun Of The Dead” all’italiota “L’Alba dei Morti Dementi”. Come se non bastasse, molti dei distributori hanno inserito il film nella categoria del demenziale, come se ci trovassimo alle prese con uno “Scary Movie” qualsiasi.
Niente di più sbagliato.
Mentre nella nostra penisola ignoravamo l’esistenza di questo prodotto, nel resto del mondo si sono sprecate le lodi in suo onore: personaggi del calibro di Stephen King, George Romero, Quentin Tarantino e Tom Savini hanno fatto i loro complimenti al regista inglese. A parere di Tarantino, si tratta addirittura del miglior film nel suo genere, e tale rimarrà per molti anni a venire.
Chiuso lo spazio delle slinguazzate internazionali, sarà meglio addentrarsi meglio nell’analisi di questo film già culto.
Innanzitutto, non si tratta né di una parodia né di un film demenziale: “Shaun Of The Dead” è “semplicemente” il più riuscito connubio tra humor e horror che si possa ricordare.
Wright e Pegg (attore progatonista ma anche co-sceneggiatore) hanno infatti creato l’ennesimo film di quel filone horror-zombie tanto sfruttato negli ultimi anni, ma lo hanno arricchito con trovate intelligenti e una buona dose di humor.
Realizzato da un gruppo di amici (cast compreso), il film trova uno dei suoi punti di forza nella sceneggiatura. Nonostante le gag e le battute, nella parte iniziale, quella più “comedy”, ci vengono anticipati circolarmente gli avvenimenti che accadranno (tutti gli avventori ricompariranno poi “zombificati”, ogni frase detta avrà un tornaconto negli eventi, ecc. ecc.).
Dopo questo inizio ben strutturato e decisamente ironico, ci addentriamo mano a mano nella parte horror, con gli zombie che la fanno da padroni, regalandoci anche qualche scena splatter.
Le stesse scene più “puramente” horror vengono comunque sdrammatizzate tramite l’ironia. Qualche esempio: quando Ed e Shaun si trovano alle prese con i primi due zombie, decidono di ucciderli lanciandogli contro dei dischi di vinile. Prima di ogni lancio, i due amici si sincerano che il vinile meriti veramente di essere buttato. Più avanti, il gruppo dei protagonisti deciderà di scampare all’assedio di alcuni zombie…spacciandosi per zombie (a mio parere è la trovata più geniale del film). Cominceranno perciò a mugolare e a camminare come dei sonnambuli.
Qualche gag potrebbe sfuggire a chi non ha famigliarità con il mondo british, mentre il doppiaggio italiano toglie il piacere di qualche battuta e della parlata cockney (= un tipo di dialetto), ma il film non ci perde tantissimo. A ben pensarci, visto quello che è successo in fase di doppiaggio a Shaolin Soccer, forse è meglio così.
Numerosissime le citazioni, bisognerebbe guardare il film almeno due volte per individuarle tutte. I più colpiti sono George Romero e la sua trilogia, che viene richiamata sin dal titolo (“Shaun Of The Dead” suona un po’ come “Dawn Of The Dead”). Un personaggio viene smembrato nella stessa maniera di un personaggio de “Il Giorno dei Morti Viventi”, mentre le note dei Goblin occhieggiano qui e là. Tra le citazioni dedicate a Romero, Wright e Pegg non si sono fatti mancare nemmeno una critica finale alla società mediatica in cui viviamo.
Film simpatico, intelligente, geniale. Consigliatissimo.
CURIOSITA’: Simon Pegg, l’interprete di Shaun nonché co-sceneggiatore del film, è famoso in Inghilterra per una serie televisiva dal titolo “Spaced”. A questa serie televisiva è dedicata una citazione particolare quando Shaun incontra la sua amica Yvonne: la ragazza non ci viene presentata ed è dato per scontato che sia un’amica di vecchia data del protagonista. Il motivo? L’attrice che impersona Yvonne è la co-protagonista di “Spaced”!
Le numerose comparse che interpretano gli zombie sono invece dei fan della stessa serie televisiva, che si sono prestati volentieri per questo ruolo.
Daniele Del Frate Agosto 2005
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