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Nazione: Italia, 1977
Durata: 95’
Regia: Lucio Fulci
Soggetto e sceneggiatura: Lucio Fulci, Roberto Gianviti, Dardano Sacchetti
Musica originale: Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
Fotografia: Sergio Salvati
Produzione: Angelo Rizzoli
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Oggi vi vorrei parlare di un film italiano poco conosciuto (e questo è un vero peccato), uno dei pochi film horror italiani veramente ben riusciti, SETTE NOTE IN NERO, diretto da Lucio Fulci nel 1977.
In breve la trama. All’inizio vediamo una bambina, in collegio a Firenze, avere una terribile visione, e chiamare in singhiozzi la madre. Nello stesso momento, a molti chilometri di distanza, a Dover, in Inghilterra, la madre si suicida gettandosi da un dirupo.
E’ il primo contatto con la precognizione della giovane Virginia.
Diversi anni dopo, Virginia (Jennifer O’Neil) è una donna affascinante, sposata con un ricco toscano, Andrea Ducci. Una vita normale, lo shock della perdita della madre apparentemente superato.
La vediamo guidare, una mattina: strada, galleria, strada, galleria… alternanza di bianco e nero… e proprio in una galleria, ha una “visione”: alcuni particolari apparentemente slegati tra di loro: un uomo zoppicante, una luce rossa, una sigaretta accesa, uno specchio rotto, la luce di un taxi, una rivista con in copertina una giovane donna, un’anziana donna assassinata, un’altra donna murata viva, un armadio, due statue, una lettera su un comodino…
Virginia ne parla al marito, che naturalmente le presta poca attenzione, pensando che si tratta di semplice stress , e quindi è costretta a cercare l’aiuto di un suo amico parapsicologo, Luca Fattori, con la quale fu in passato fidanzata. Insomma, dopo alcune ricerche, cercando di ricostruire il “mosaico” disordinato del sogno, la donna riesce a ritrovare il cadavere di Agnese Bignardi, giovane ragazza scomparsa nel 1972, e murata viva in un casale. La visione era vera! Agnese non aveva quindi perso i poteri medianici. Tutto quadra? No perchè alcuni particolari del sogno non combaciano con la realtà! Alcuni mosaici della visione sembrano essere diversi…
Perchè? Sarà proprio Luca a scoprire che la visione di Virginia…
Qui mi fermo, rendendomi conto di aver svelato forse troppo della trama.
Reputo SETTE NOTE IN NERO, film come si è detto semi-sconosciuto (e fattomi avere in VHS da un amico), uno dei migliori horror italiani in assoluto. In una ipotetica scala lo metterei tra titoli storici, come PHENOMENA, L’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO, TENEBRE, PROFONDO ROSSO (quando ancora Dario Argento faceva film meravigliosi), e LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO di Pupi Avati.
Un giallo avvincente e ricco di tensione, un mosaico da ricostruire piano piano, fino al sorprendente finale… anche se lo spettatore d’oggi comincia a capire a metà film, ma lo spettatore di oggi è più scaltro e inspiegabilmente più ansioso di scoprire il finale dei film.
Le sette note in nero non sono i particolari della visione, come inizialmente sono stato portato a pensare, ma semplicemente le note di un orologio a carillon, che ha un’importanza fondamentale nel film.
Lucio Fulci abbonda nei primissimi piani… gli occhi della bellissima O’Neil (un’attrice troppo presto messa da parte secondo il mio giudizio) vengono zoomati spessissimo, così come i particolari della visione che trovano riscontro nella realtà.
Tra l’altro ho letto che il Fulci, scomparso nel 1996, annoverava tra i suoi grandi estimatori Quentin Tarantino (che a quanto pare lo venerava, tanto da omaggiarlo in Kill Bill 2), e che restaura e distribuisce in proprio alcuni film di Fulci.
Il film dura circa 95 minuti. La colonna sonora fu firmata da Vince Tempera, Fabio Frizzi e Cesare Andrea Bixio.
Ma chi è Lucio Fulci? Seppure poco conosciuto qui da noi (mentre in Giappone è famosissimo) è uno dei registi/sceneggiatori più prolifici del cinema italiano. Definiva sè stesso “cinefago”. Tra l’altro consiglierei di leggere una delle sue ultime interviste, sul sito fantahorror.com. Mi sono sorpreso leggendo che tra l’altro è l’inventore del celebre Nando Moriconi, del film di Sordi UN’AMERICANO A ROMA, di cui firmò appunto soggetto e sceneggiatura. Ma non solo. Firmò la regia di alcuni film horror-trash quali gli italiani ZOMBI 2 e 3 (sulla scia del successo di Romero, si prese la briga di girare per suo conto il sequel), e i penosi DEMONIA, e SODOMA’S GHOST, ma anche di ZANNA BIANCA e IL RITORNO DI ZANNA BIANCA, NON SI SEVIZIA UN PAPERINO (forse il suo film più famoso, insieme a L’ALDILA’… E TU VIVRAI NEL TERRORE!), soggetto e/o sceneggiatura di diversi film di Totò (tra cui I LADRI, TOTO’ ALL’INFERNO e TOTO’, PEPPINO E… LA DOLCE VITA), e di film horror anni ’80 di “seconda fascia” come PAURA NELLA CITTA’ DEI MORTI VIVENTI, QUELLA VILLA ACCANTO AL CIMITERO, LO SQUARTATORE DI NEW YORK, la regia della commedia IL CAV. COSTANTE NICOSIA DEMONIACO OVVERO DRACULA IN BRIANZA. Ed inoltre i vari COME (SVALIGIAMMO LA BANCA D’ITALIA / INGUIAIAMMO L’ESERCITO / RUBAMMO LA BOMBA ATOMICA), fino ad alcune commedie musicali, sexy-thriller, e filmetti anni ’60 con Raimondo Vianello e Ciccio e Franco. Una vita dedita al cinema, la morte lo colse intorno ai 70 anni mentre stava lavorando a M.D.C. (MASCHERA DI CERA).
Una carriera prolifica al massimo, come si è visto.
Se avete ancora dubbi sulla sua poliedricità, sappiate che Lucio Fulci ha collaborato alla stesura di canzoni celeberrime come VENTIQUATTROMILA BACI e IL TUO BACIO E’ COME UN ROCK.
Gabriele Fortino (ciao.it) Settembre 2004
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