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REGIA: Norio Tsuruta
CAST: Yukie Nakama, Takeshi Wakamatsu, Yoshiko Tanaka, Ryûji Mizukami, Kaoru Okunuki, Kumiko Aso
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Voto: 7/10
Eccoci finalmente giunti alla fine, o meglio all’inizio della narrazione di Ringu, versione originale giapponese del famoso remake americano The Ring. Inizio della narrazione perchè, in questo terzo episodio, ci viene narrato come tutto è iniziato, ci viene svelata la vera storia di Sadako, della sua famiglia e il perchè del pozzo.
– – La trama – –
Una ragazza parla al telefono cellulare con una sua amica, l’argomento è l’ormai famoso nastro che, dopo sette giorni dalla visione, provoca la morte dello spettatore. La ragazza chiede all’amica cosa ha visto, vuole saperlo ma afferma che mai vedrà la cassetta. L’amica parte dicendole che la cassetta si apre con la visione di un pozzo. La ragazza agghiacciata e sorpresa dice che lei un pozzo l’ha sognato, così come sogna di entrare in una casa abbandonata da tempo, dove tutto è in rovina. E arriva ad una rampa di scale, sente strisciare al piano di sopra ma qualche cosa le dice di non salire. Poi, si volta e vede all’esterno, proprio vicino al pozzo due figure: un uomo spinge nel pozzo una donna.
Siamo catapultati trent’anni indietro nel tempo. Una donna indaga sulla morte di Shizuko Yamamura e sulla scomparsa della figlia Sadako e del professor Ikuma. La maestra di Sadako le parla di una ragazzina molto strana ed inquietante che aveva predetto una grande sciagura che di lì a poco avrebbe ucciso tutti i suoi compagni di classe. Come da predizione, infatti, tutti i bimbi erano morti annegati in mare durante la lezione di nuoto, mentre Sadako, seduta sulla spiagga, osservava le onde inghiottirli. La donna scopre inoltre che Sadako è a Tokyo e ora fa parte di una compagnia teatrale.
Ed è lì che troviamo una giovane e timida Sadako. Apprendista nella compagnia teatrale ma non vista di buon occhio da nessuno dei suoi compagni attori, che la trovano misteriosa e sinistra. Solo il tecnico del suono, Tôyama non la pensa così, trovandola anche attraente. Nel frattempo le attrici della compagnia, spettegolando su Sadako, scoprono che tutte stanno facendo uno strano sogno… sognano un pozzo e una casa, con una scala che hanno timore a salire.
Durante una prova della rappresentazione la protagonista vede una veste bianca e dei piedi nudi camminare sul palco. Viene ritrovata morta con una maschera di paura impressa sul volto. Il suo ruolo verrà dato a Sadako ma questa sarà solo la goccia che farà traboccare il vaso dell’odio nei confronti della povera ragazza, anche perchè, la donna che indaga sul suo passato è venuta in possesso della registrazione effettuata anni prima, quando Shizuko diede prova dei suoi poteri paranormali e dopo essere stata additata come mistificatrice, un cronista trovo una morte improvvisa. A quella morte nel corso degli anni seguirono quelle di tutti i cronisti presenti e la donna è certa che la causa è proprio Sadako e di quella seconda misteriosa presenza che sempre aleggia intorno alla ragazza.
Quello che però ignora è il mistero che Sadako porta con sé… un mistero legato alla mitologia giapponese e che viene dal profondo del mare.
Voto: 9
– – Considerazioni – –
Se non fosse per alcune scene iniziali e per la parte finale, ad alto impatto emotivo e abbastanza inquietanti, questo terzo episodio, prequel della saga, potrebbe essere tranquillamente considerato un thriller e non un horror. Ma nella parte finale, quando ormai tutte le tessere del puzzle sono al loro posto e ci accingiamo ad ammirare la figura, ne scopriamo tutto il suo orrore e la sua malvagità.
Sadako è buona, ha un animo gentile come quello della madre. Ha anche un immenso potere che le permette di guarire le persone e anche se stessa. Ma questo potere si rivelerà essere anche la sua maledizione, se ci ricordiamo le parole pronunciate dal poliziotto nell’obitorio riguardo il cadavere ritrovato nel pozzo, proprio all’inizio del secondo episodio.
Sadako è cattiva, ha un animo vendicativo e spietato come quello del padre che non è il signor Yamamura, e non è il professor Ikuma che tutti credono aver avuto una relazione con Shizuko. E questo potere si rivelerà essere una maledizione, ma questa volta non per Sadako, ma per tutto il genere umano.
Si continua anche in questo episodio a mescolare elementi di vita quotidiana al misticismo e alla mitologia nipponica, ma senza confermare i sospetti che lo spettatore nutre. La paura dell’ignoto che può causare la morte spinge le persone a crudeltà anche verso coloro che non hanno niente a che fare con la vicenda. Vige la regola del sospetto e la crudeltà del genere umano è palese in tutte le sue forme.
Questo ci porta a riconsiderare la posizione di Sadako carnefice e allo stesso tempo vittima di un destino crudele e di un odio senza misura.
Ho inoltre notato una certa affinità tra il comportamento e i poteri di Sadako e quelli di un’altra famosa telecineta della storia del cinema, Carrie. La ragazzina creata dalla fervida mente di Stephen King, che aveva il potere di muovere gli oggetti con il pensiero. Le affinità sono molte. Anche lei capelli lunghi a coprirle il viso, minuta nel fisico, odiata dagli altri e timida. Conosce, come Sadako, l’amore ma alla fine, la cattiveria umana ha il sopravvento su di lei e sul mondo che la circonda.
Voto: 8
Alla fine della visione, con tutti e tre gli episodi in mente si ha un quadro completo della vicenda che risulta molto originale e ben strutturata. Non stupisce il fatto che, in Giappone, sia stato fenomeno cinematografico tanto da approdare in america per un remake. Sfortunatamente, nel confronto tra le due versioni del primo episodio, ci sono alcune fondamentali differenze che inclinano la trama verso un’altra direzione e non riesco ad immagine un eventuale remake del secondo e terzo episodio. Ecco perchè consiglio la visione dell’intera saga giapponese per godere appieno di questa bellissima storia dove la paura ha il dolce volto di una timida ragazzina.
Luigi Grillo (ciao.it) 02.08.2004
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