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Titolo originale: Fear.com
Nazione: U.S.A., Germania, Gran Bretagna 2002
Regia: William Malone
Cast: Stephen Dorff, Natascha McElhone, Stephen Rea, Udo Kier
Musica originale: Nicholas Pike
Fotografia: Christian Sebaldt
Produzione: MDP Worldwide
Distribuzione: Columbia Tristar
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In un’era in cui il cinema prende in prestito qualsiasi ambito e qualsiasi oggetto quotidiano per costruirci attorno un film dalle atmosfere a metà tra il thriller e l’horror (una videocassetta, un cellulare) e nell’era di internet e dei computer, non poteva mancare una pellicola che legasse la sua tensione narrativa ad un sito internet.
“Paura.com” è roba da frasi sibilline come “il terrore scorre sulla tastiera”, “la morte a portata di click”, “il sangue scorre sul vostro monitor” & C.
Un paio di anni fa, qualche settimana prima della sua uscita, mi ero fatto catturare dal trailer di questo film e avevo esclamato “Beh, questo è da vedere”, come si fa oramai riguardo alla maggior parte dei film vedendo il trailer, visto che ci si mette più d’impegno per trovare un titolo accattivante e per confezionare 30 secondi di promo, piuttosto che per realizzare un prodotto veramente meritevole.
Il motore narrativo della vicenda prende spunto dalla serie “guardi una cosa e hai un tot di ore prima di morire”, che senza dubbio non è stata inaugurata dalla videocassetta di “The Ring”, ma di cui essa è sicuramente l’esempio più lampante e più presente nel pubblico di oggi.
In questo caso a portare la morte è la visione di un sito internet, feardotcom.com, in cui una volta entrati si è spacciati, perchè non si riesce a resistere alla voce guida del sito che ti chiama per nome e ti sfida, ti incalza, ti minaccia anche.
Una volta nel sito si perde il controllo e dopo aver “giocato” con Jeanny, la figura femminile che domina sul sito, ci si ritrova persi per sempre, a metà tra la realtà e il mondo virtuale, a metà tra ciò che c’è realmente e ciò che la nostra mente falsfica.
Una tortura lunga “solamente” 48 ore, perchè allo scadere di questo macabro termine, avrà fine anche la vita del malcapitato visitatore, che solo in qualche sporadico caso (ovviamente è il caso dei protagonisti principali) avrà una minima possibilità di salvezza.
Intrecciate a tutto questo, ci sono le indagini dell’investigatore Mike Reilly, che è da tempo sulle tracce de “il Dottore”, uno spietato killer che proprio su internet (e non mi è chiaro se il sito sia lo stesso succitato o no) diffonde i suoi video di torture e di macabre uccisioni, giocando con la sua vittima a seconda della preferenza delle centinaia di utenti che si connettono ogni volta.
Mike farà coppia con Terry, un’esperta inviata dal mistero della sanità per far luce su quelle morti misteriose che sembrano avere a che fare con l’emofilia; le vittime mostrano strane emorragie e ferite ai bulbi oculari e nessuno sembra poterne cavare un ragno dal buco.
Insomma un miscuglio di tre casi apparentemente distinti, ma ovviamente collegati, come capisce fin da subito anche il più sprovveduto degli spettatori.
Sinceramente mi aspettavo di più da questo film, e invece “Paura.com” va a finire nel coacervo di film che espongono l’etichetta “una buona idea che si poteva sviluppare meglio”, etichetta che va apposta al 90% dei film thriller-horror che spopolano ultimamente, richiamando ogni volta una buona fetta di pubblico, che viene inesorabilmente deluso ogni volta di più.
Rimarrà probabilmente il primo “horror” incentrato sulla rete, ma nessuno se ne ricorderà con piacere la trama, che come nel peggiore dei pregiudizi riunisce tantissime cose già viste, dalla bambina dal volto angelico che si trasforma in presenza inquietante agli scarafaggi irreali che la nostra mente proietta, dalle inspiegabili perdite di sangue ai soliti supereroi, ovviamente uno uomo e l’altro donna, con un feeling particolare ad unirli.
Stephen Dorff interpreta il detective fascinoso, mentre Natascha McElhone ricopre senza brillare il ruolo della poco affascinante esperta in materia di sanità; a completare il cast c’è la buona prova di Stephen Rea nei panni dello spietato dottore che semina morte attraverso la rete.
La regia di William Malone supera la sufficienza grazie all’ausilio di buoni effetti visivi e sonori, ma dopo la mezza delusione de “Il mistero della casa sulla collina”, “Paura.com” non rappresenta ancora la sua piena maturazione.
La sceneggiatura firmata da Josephyne Coyle si blocca sulla sufficienza, proprio per aver dalla sua parte una buona idea, ma per averla sviluppata in modo poco accattivante ed in alcuni punti esageratamente improponibile.
Prima di chiudere mi tolgo un sassolino dalla scarpa: nel sito Filmup.com, ora acquisito da Leonardo e già più volte da me criticato per strane incongruenze con i film recensiti, viene detto nella scheda che il sito protagonista del film è “fear.com” e nella recensione diventa invece “FearDot.com”; quello giusto è “feardotcom.com”, come si può notare più volte sullo schermo dei pc mostrati nel film, a volte prima di fare una recensione sarebbe utile guardarlo il film…
Concludendo, credo che “Paura.com” sia l’ennesimo film che autocensura i suoi buoni propositi dopo mezz’ora di film, scadendo nel già visto o nel troppo fantasioso; consiglio la visione agli amanti del genere che non perdono le speranze di trovare il thriller-horror perfetto!
Adriano Lo Porto Maggio 2005
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