Recensione film horror Operazione Paura

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locandinaRegia: Mario Bava
Sceneggiatura: Mario Bava, Roberto Migliorini, Roberto Natale
Attori: Giacomo Rossi Stuart, Erika Blanc, Max Lawrence
Produzione: Italia, 1966
Durata: 83′
Note: Vietato ai Minori di anni 14

Voto: 8/10

Un horror gotico dalle atmosfere inquietanti e lievemente claustrofobiche, ambientato in un paesino tedesco che potrebbe invece trovarsi tranquillamente in Transilvania, visto che molte atmosfere fanno tornare alla mente Dracula e le sue mille riproposizioni cinematografiche; gli abitanti di questo simpatico paesino, ignoranti e superstiziosi, non osano proferir parola sul mistero che avvolge il loro territorio e tremano solo a sentir nominare Villa Graps, una residenza che domina il paese.

Un giovane medico legale, Paul Eswey, arriva sul luogo per indagare su strane morti avvenute in serie, ben presto si scoprirà che le morti sono legate ad un incidente avvenuto anni prima durante una festa di paese, durante la quale la figlia minore della contessa Graps, Melissa, era stata investita da una carrozza e nessuno l’aveva soccorsa, nonostante lei si fosse aggrappata alla corda della campana della chiesa per chiedere aiuto.
Pare che le morti siano causate dall’apparizione del fantasma della bambina, vestita di pizzi e preannunciata dai sordi rimbalzi di una palla bianca.

Il film presenta molti elementi soprannaturali come i “non morti” e le campane della chiesa che suonano senza che nessuno le azioni, spiriti che urlano e cadaveri che risorgono, incantesimi, sogni e apparizioni.
Ben riuscite le atmosfere e l’uso della luce e dei colori dalle tonalità forti, che rendono al meglio il senso di paura e disagio, in cui sono immersi sia gli abitanti del paese, sia gli spettatori; la recitazione è forse troppo enfatizzata ed esageratamente tragica, ma d’altronde nei film di questo genere è una costante trovare attori che non sanno soddisfare gli spettatori e anzi, che a volte si rendono ridicoli agli occhi degli stessi.

Buona la sequenza iniziale in cui si vede Villa Graps da lontano e si sentono delle urla forsennate, poi una donna muore e vengono inquadrate solo le scarpe e le calze della bambina mentre partono i titoli di testa.
Il personaggio della bambina demoniaca vestita di pizzi, angelo della vendetta, incarnazione del male (che però ne rovescia tutte le convenzioni), è in realtà interpretata dal figlio del portiere del palazzo in cui abitava il regista!
Questo personaggio ha subito negli anni una massiccia opera di emulazione, a partire da “Toby Dammit” di Fellini, fino al più recente e mediocre Paura.com“, ma un omaggio a Melissa c’è anche ne “Il profumo della signora in nero” di Barilli.
Se vogliamo essere pignoli, anche il prologo del famosissimo “Profondo Rosso” di Dario Argento ricorda il prologo del dimenticatissimo film di Bava in questione; questo è il primo film del regista in cui collabora come aiuto regista suo figlio, Lamberto, che successivamente si cimenterà nella regia di alcuni film horror.

Elisa Galleano 08.11.2006

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