Recensione film horror Opera

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OPERA

locandina

REGIA: Dario Argento
SCENEGGIATURA: Dario Argento e Franco Ferrini
FOTOGRAFIA: Ronnie Taylor
MUSICHE: Brian Eno, Claudio Simonetti, Bill Wyman, e brani tratti da La traviata, Macbeth, Norma, Madama Butterfly
SCENOGRAFIE: Davide Bassan
EFFETTI: Germano Natali
ORIGINE: Italia, 1987

Voto: 10/10

Pronti, via, inizia il film…. e ci scappa subito il primo morto, tanto per rimanere in tema Dario Argento:

Ci troviamo sul palco del teatro Regio di Parma, ove è ambientato la maggior parte del film, e dove si sta effettuando l’ultima prova del “ Macbeth “; un palcoscenico infestato da corvi voluti dal regista per rendere la versione dell’opera più punk.
Il soprano, un tipetto assai permaloso, litiga con il regista e pensa bene di mettere fine alla discussione fuggendo dal teatro, per finire ad essere investita da una macchina.

E fuori uno !!!

“Pronto“ disse una voce, “questa sera debutterai nel Macbeth“

Per la giovane cantante, Betty, si avvera il sogno di una vita: esibirsi in un teatro, e proprio in un’opera a lei più gradita.
La prima è un trionfo, e per Betty sembrano aprirsi le porte del successo.

Ma la sera stessa, è costretta ad assistere all’uccisione del ragazzo che ama.
Un uomo incappucciato la lega ad una sedia, come se fosse un qualsiasi spettatore, impedendogli di chiudere gli occhi.
Legata ed imbavagliata, Betty è costretta ad assistere allo scempio del suo amato, avendo gli occhi aperti a causa degli spilli che l’assassino ha attaccato sotto gli occhi, e fissati con del nastro adesivo, affinché Betty non potesse chiudere le palpebre.

E fuori due !!!

Da qui, inizia una spirale d’omicidi, di violenza, e d’atrocità compiuti da un misterioso assassino che gira con il volto coperto da un cappuccio.
Una suspance continua e senza interruzioni, da tenere lo spettatore con il fiato sospeso, fino all’apoteosi della scena finale che, a mio modesto giudizio, reputo una delle scene migliori dei film di Dario Argento:

Il volteggiare continuo e incessante dei corvi per tutto il teatro, alla ricerca dell’assassino. L’accanimento verso di lui e il suo corpo, fino all’inquadratura di uno dei corvi che si scosta dagli altri, tenendo nel suo becco il bulbo oculare pieno di sangue e ridotto in poltiglia, strappato dal volto dell’omicida.
Questa scena, è stata una tra le più costose che Dario Argento abbia mai girato: 1.000.000.000 di lire nel 1987.

Una scena veramente stupenda e degna del regista che conosciamo.

Opera, è un film leggermente diverso da quelli che siamo stati abituati a vedere.
Innanzi tutto, la visione che ha lo spettatore, non è quella classica dove sembra che sia lui stesso a seguire le scene, bensì attraverso altri “ occhi “.

La parte del leone la fa, ovviamente, la visione tramite gli occhi dei corvi. Spesso lo spettatore “ vede “ il film attraverso i loro occhi, con una visione delle immagini lievemente distorta.
Ma non sono solamente questi i punti di visione.

Argento, ci fa vivere le emozioni attraverso altre immagini: da un binocolo, dietro una scala, attraverso una feritoia, oppure una tenda o una finestra, e anche attraverso gli occhi del killer.

A tal proposito, memorabile un’altra scena tra quelle più da cardiopalma:

Suonano alla porta, la persona si avvicina indecisa ad essa, il suo passo è lento, non sa se dietro di essa c’è l’omicida oppure il poliziotto.
Si avvicina lentamente allo spioncino, piano piano allinea l’occhio con la lente, senza far rumore, e in quel momento il suo occhio è trapassato da un proiettile che attraversa lo spioncino. Altra scena da antologia.

Che Dario Argento avesse qualche turbe psichica si capisce anche dal suo commento rilasciato alla persona che gli chiedeva come era nata la scena degli spilli negli occhi, per costringere Betty ad assistere all’uccisione del suo fidanzato.

Come se fosse una cosa normale, il nostro Darione ha spiegato la sua scelta dichiarando d’essere stufo di vedere gli spettatori chiudere gli occhi davanti ad una scena raccapricciante. In questa maniera è come se si fosse preso una sua piccola rivincita.

Film girato con alcune tecniche nuove e complesse.
Per fare un esempio, la scena dei corvi che volteggiano per il teatro, è stata ottenuta grazie ad una particolare gru e a delle cineprese telecomandate.

Qualcuno ha sempre sostenuto che il “ Macbeth” gode della poco invidiabile fama di essere un’opera maledetta, e neanche durante le riprese del film si è riusciti a sfatare tale mito, essendo le stesse costellate da vari incidenti, e alcuni anche gravi:

– Lo stesso Dario Argento fu attaccato più volte dai corvi presenti in teatro

– Un orchestrale scivolò e riportò la frattura di quattro costole.

– Uno degli attori morì in seguito ad un incidente d’auto.

– Il ruolo di Betty era stato assegnato, in un primo momento, a Giuliana De Sio. Argento litigò con lei già il primo giorno e l’attrice venne sostituita dalla spagnola Cristina Marsillach.
La De Sio fece causa al regista, complicando ulteriormente le già incidentate riprese del film.

Indubbiamente Opera è uno dei più bei film di Dario Argento, d’altronde in quel periodo ( parliamo del 1987 ), era ancora il re incontrastato del brivido.
Film pieno di adrenalina e suspance, con diverse scene raccapriccianti e degne solamente per i forti di stomaco.
Le particolari visioni di determinate scene, lo rendono unico nel suo genere, facendo salire ancora di più il tasso di paura.

Un film che, per girarlo, il regista ha avuto a disposizione un signor budget, ben nove miliardi di lire. Soldi investiti più che bene, visto lo strepitoso successo ottenuto nei vari botteghini.

Qualche critico, con il senno di poi, ha definito questo film come il canto del cigno, visto che da li Dario Argento ha iniziato la sua parabola discendente.

Un film che mi sento sicuramente di consigliare a tutti gli appassionati del genere.

Magomorgano (ciao.it) 28-01-2005

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