Recensione film horror Nightmare 5 – Il Mito

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locandina Regia: Stephen Hopkins
Sceneggiatura: Lesile Bohem
Attori: Robert Englund, Lisa Wilcox, Beatrice Boepple
Produzione: U.S.A. 1989
Durata: 90′

Voto: 6.5/10

Alice, la protagonista del precedente episodio, il quarto, è cresciuta, si è laureata ed aspetta un bambino da Dan, il suo ragazzo; il violento passato sembra alle spalle, la giovane ha dunque tutti i requisiti per essere una persona serena, ma qualcosa ancora non va. Il responsabile dell’angoscia di Alice, è ancora una volta Freddy Krueger, l’inconfondibile assassino con il maglione rosso e verde e gli artigli: egli, infatti, è tornato a tormentarla e questa volta non solo nei sogni ma anche quando lei è sveglia!

Inizialmente nessuno le crede e la giovane donna si ritrova gravida e sola, costretta ad assistere, impotente, alle atroci perdite del compagno, prima, e degli amici poi, che Freddy uccide uno ad uno senza pietà. Il copione, dunque, si ripete davanti agli occhi di un’impotente Alice. La malcapitata non sì da pace, finché, durante un’ecografia capisce che Freddy ha intenzione di rinascere tramite i sogni della creatura che lei porta in grembo: è suo figlio che sogna Freddy, è il bimbo di Alice e Dan che sta per far ritornare l’uomo nero del mondo onirico…
Alice ne prende coscienza, ma che fare? L’unica persona che può fermare Freddy è proprio sua madre, suor Amanda Krueger, della quale Alice durante il sonno conosce le sciagure, rivivendole in prima persona. Così, recatasi nella torre in cui la povera Amanda, anni prima, concepì, a causa di uno stupro, il killer, la futura mamma affronta l’assassino e cerca di salvare il suo bimbo, e, con il fondamentale aiuto dell’amica Ivonne che trova le spoglie della sfortunata suora che fino ad allora avevano vagato senza il giusto riposo, sembra aver la meglio sul folle personaggio.
Freddy, quindi, pare morto per sempre, ma il finale lascia presagire, per la gioia dei fans, un altro seguito.

Quinto episodio della lunghissima serie dedicata al killer dei bambini Freddy Krueger; Freddy è un prodotto dei sogni dunque può “vivere” all’infinito, basta, perciò, che qualcuno lo sogni e lui prontamente risorge, così il suo istinto omicida, non placato dalle giovani vite dei figli di coloro che lo bruciarono vivo, ritorna grazie ad un bambino ancora in stato embrionale che lo sogna ed ha anche il potere, ereditato dalla madre, di trasferire altre persone nei suoi incubi. Questa l’idea di partenza, che potrebbe anche essere originale, ma “Nightmare 5 – Il mito” (il titolo originale era “Nightmare – The Dreamchild, ma i distributori italiani hanno pensato bene di stravolgere per l’ennesima volta il titolo di un film) è una pellicola parecchio confusa che “non sa che direzione prendere”: Hopkins, infatti, ci presenta un ibrido tra lo slasher-movie (via che il sequel precedente ben imboccava) e il mero scimmiottamento del primo e terzo episodio della serie, lasciando allo spettatore un senso di incompiuto.
Conseguentemente a quest’indecisione di fondo, anche il personaggio di Krueger, nonostante l’interpretazione di Robert Englund sia come al solito perfetta, rimane in bilico tra il killer sarcastico ed egocentrico di “Nightmare 4 – Il non risveglio” e la figura dell’inimitabile primo lungometraggio, finendo poi col far prevalere di gran lunga il primo dei due ruoli. 

Altra pecca del film è la sceneggiatura: sia perché poco chiara, tanto che spesso è difficile distinguere i momenti ambientati nella realtà da quelli ambientati nei sogni, sia perché, a causa di un uso inappropriato degli effetti speciali, la vena onirica risulta esageratamente visionaria: gli incubi, infatti, sono così elaborati e manipolati che finiscono quasi per stufare. A tutto ciò si aggiunge anche la scarsissima originalità (le novità sono da cercare col lanternino…)
Ad un equilibrio così precario di trama e sceneggiatura tentano di porre rimedio la coerenza nella continuità con i precedenti sequel, alcune discrete prove di bravura da parte degli attori, tra tutti meritano citazione Lisa Wilcox (Alice), che abbiamo già conosciuto nel precedente sequel, e Beatrice Boepple (Amanda Krueger) e morti, per altro pochissime, appena tre, veramente molto ben fatte (in particolar modo quella di Dan e di Greta, la ragazza anoressica che Freddy rimpinza di cibo fino a far scoppiare) ancora una volta realizzate sfruttando passioni e fobie delle vittime.
Ma Hopkins cade ancora: nel finale con un maldestro omaggio a “Psyco” di Hitchcock e nella colonna sonora decisamente inadatta e certo non aiuta la censura delle scene splatter. 

Freddy Krueger si conferma il vero protagonista della serie e per la prima volta si intravede per un attimo il favoloso Robert Englund (Freddy Krueger) privo di quei quintali di make-up che è costretto a mettere sul volto ad ogni ciak.
Sarà forse l’abitudine alla classe craveniana, sarà che ormai la serie comincia a stancare, ma le aspettative su questa visione erano ben diverse e la sufficienza che guadagna “Nightmare 5 – Il mito” non può che deludere.

Clementina Zaccaria, 03.10.2006

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