Recensione film horror Nekromantik

Recensioni

locandinaRegia: Jörg Buttgereit
Sceneggiatura: Jörg Buttgereit, Franz Rodenkirchen
Attori: Daktari Lorenz, Beatrice M, Harald Lundt, Susan Kohlstedt
Produzione: Germania 1987
Durata: 75 min.
Note: Vietato ai Minori di anni

Voto: 4/10

Robert e Betty sono due fidanzati che condividono una malsana tendenza alla necrofilia.
Betty adora fare il bagno nel sangue, mentre Robert lavora per un’agenzia incaricata di raccogliere i cadaveri dopo gli incidenti. Grazie al suo particolare impiego, Robert riesce spesso a trafugare qualche “pezzettino” e se lo porta a casa, arricchendo così la loro collezione di organi sotto formalina.
Un giorno il ragazzo riesce a impadronirsi di un intero cadavere in avanzato stato di decomposizione e lo porta a casa. Da quel momento, l’allegra coppietta darà vita ad un malatissimo ménage à trois, con tanto di cadavere dotato di un nuovo fallo, fatto di legno.
La storia è però destinata ad una triste svolta: Robert viene licenziato, Betty si invaghisce del cadavere (con il quale fa sesso di nascosto mentre il ragazzo è al lavoro) e decide di scappare di casa portandosi la mummia con sé.
Per Robert sarà l’inizio della fine…

Nekromantik è il masterpiece di Jörg Buttgereit, regista visionario tedesco, che è considerato da più parti come il guru di un nuovo genere di cinema d’avanguardia, un mix di horror, poesia, depravazione e hardcore, molto in voga tra i registi crucchi sul finire degli anni ’80.
Forse è colpa mia, che mi sono avvicinato a questa pellicola carico di aspettative, ma il film mi ha profondamente deluso.
Informandomi su siti e riviste del settore, oltre alle solite leggende su presunte cause giudiziarie e su problemi mentali del regista, ho trovato i più svariati giudizi positivi: montaggio intellettuale, poesia cinematografica, atmosfera malsana, inquadrature volutamente sfocate e ricercate, raffiche di pugni nello stomaco allo spettatore. Mancavano solo l’occhio della madre e il montaggio analogico di fantozziana memoria per poter gridare al capolavoro.
Un film di Serie Z, ecco quello che invece si è presentato ai miei occhi.
Il montaggio intellettuale e le inquadrature volutamente sfocate sono probabilmente il risultato di un budget giustamente misero, mentre i personaggi, seppur veramente fuori di testa, non sono sviluppati quasi per niente, risultando così allo spettatore come degli sconosciuti. Non ci viene spiegato nulla, la trama è vaga, siamo costretti semplicemente ad osservare i protagonisti vivere la loro depravata quotidianità. Forse è questa la poesia cinematografica e io sono solo un comune mortale ignorantone, ma resta il fatto che persino Lucio Fulci , tra uno sbudellamento e una decapitazione, ogni tanto faceva uno sforzo e curava un po’ i suoi 2-3 personaggi.
Per quanto riguarda il lato gore della pellicola, Jörg Buttgereit ci offre un paio di atrocità (tra l’altro inspiegabili) sugli animali, una decapitazione a dir poco demenziale (vi sfido a tagliare di netto la testa di un uomo, dal naso in su, con un solo colpo di pala), con il corpo decapitato che si dimena tipo elettroshock, e un paio di cadaveri deturpati da un incidente stradale. Il tutto realizzato con effettacci di serie b, abusando di sangue per attori rosso porpora del supermercato.
Per diversi anni è girata la leggenda che il cadavere utilizzato dalla coppietta per fare le porcherie fosse vero. Evidentemente chi ha messo in giro questa storiella non ha mai visto il film, oppure ha una strana concezione dei corpi in decomposizione.
I seguaci di Umberto Smaila saranno invece pienamente soddisfati dalle numerose inquadrature strategiche di tette, culi, cosciame e sesso softcore. Jörg è stato molto attento a questo particolare tipo di “montaggio”.
Un appunto a parte per la colonna sonora, in parte azzeccata. Si potrebbe obbiettare che quelle melodie romantiche siano fuori luogo, oltre che orrende, ma secondo me riescono bene nel compito di enfatizzare la morbosità depravata che pervade la pellicola e la vita dei due protagonisti.
Un film comunque da vedere, giusto per togliersi la curiosità. Sconsiglio però di visionarlo in compagnia della vostra amata: la visione dell’enorme pisellone di gomma del protagonista nel finale potrebbe insinuare in lei qualche dubbio sulla vostra virilità e farla migrare in Germania.

Daniele Del Frate Agosto 2006

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