Recensione film horror Mr. Brooks
Regia: Bruce A. Evans
Soggetto e Sceneggiatura: Bruce A. Evans, Raynold Gideon
Attori: Kevin Costner, Demi Moore, William Hurt
Produzione: U.S.A. 2007
Durata: 95′
Voto: 8/10
Mi piacciono i film in cui i personaggi sorseggiano a più riprese lo stesso bicchier d’acqua, i film in cui la pioggia in diverse inquadrature è protagonista e non cornice, i film in cui i personaggi vengono mostrati mentre riflettono, in silenzio; “Mr. Brooks” è uno di questi film, non è che non succeda niente di importante, anzi, un duplice omicidio apre il film, però se siete tipi da mezzo chilo di pop corn e chiacchiere al buio della sala, allora questo film potrebbe stancarvi presto.
Earl Brooks è un uomo maturo, è proprietario di uno scatolificio di successo, ha una moglie che lo ama e una figlia al college, eppure c’è qualcosa di ambiguo nella sua vita, è un drogato, è un drogato di omicidi, uccidere gli provoca piacere.
Earl Brooks è il killer delle impronte, un serial killer che uccide le sue vittime a sangue freddo, con una pistola protetta da un sacchetto di plastica; è un serial killer che dopo aver ucciso sistema le sue vittime in pose artistiche, che ripulisce perfettamente la scena del delitto e non lascia assolutamente alcuna traccia, è un professionista e non commette errori.
Dopo due anni di inattività, torna ad uccidere e lo fa ai danni di una coppia a cui piaceva fare sesso con le tende aperte, eppure Mr. Brooks trascura questo dettaglio e viene fotografato da un voyeur proprio nell’atto di uccidere.
Il fotoamatore, Mr. Smith, gli offre però uno scambio equo, lui consegnerà a Mr. Brooks le foto scattate e la memory card della fotocamera e in cambio l’omicida coinvolgerà Mr. Smith nella sua prossima impresa, dall’individuazione della vittima fino alla fine.
Mr. Brooks è malato e lui stesso considera il suo bisogno di uccidere come un’anomalia da curare, eppure il suo alter ego cattivo, con il quale dialoga in ogni momento della giornata, non la pensa così e vorrebbe che il killer delle impronte lavorasse a tempo pieno.
A complicare la vicenda, c’è la pargola di Mr. Brooks che torna improvvisamente dal college, incinta e con un altro segreto inconfessabile; dall’altra parte della barricata, c’è il detective Atwood, una donna ricca che ha deciso di fare il poliziotto per dimostrare a suo padre di sapersi costruire da sé, una self-made woman, che è in lotta con il suo ex marito che vorrebbe sfilarle cinque milioni di dollari per la separazione; aggiungiamoci che uno spietato malvivente da lei messo in gattabuia è appena evaso ed è sulle sue tracce per vendicarsi e il gioco è fatto!
Kevin Costner stupendo, sinceramente non sono un suo ammiratore, di film di spessore ne ha fatti tanti, eppure devo dire che io non l’avevo mai visto così in forma negli ultimi quindici anni; Demi Moore è sempre molto bella, ma il suo lato drammatico non mi fa impazzire, mentre un’altra perla da cineteca è l’interpretazione dell’amico immaginario offerta da William Hurt.
Bruce Evans, dopo una decina di sceneggiature non particolarmente degne di note e una sola regia, si prende il palcoscenico con un film che certamente non è stato campione d’incassi, né adorato dalla critica, ma che probabilmente nel pubblico non farà la stessa fine, il dimenticatoio, di tanti filmoni molto più pubblicizzati.
Un intrigo abbastanza complesso, raccontato con una regia ed una fotografia veramente penetranti, che tiene diverse cartucce per un finale esplosivo; un film che trasuda amore per il cinema ben fatto.
Adriano Lo Porto, 06.02.2008