Recensione film horror Monster

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MONSTER

locandina

Nazione: U.S.A.
Anno: 2003
Genere: Drammatico
Durata: 111’
Regia: Patti Jenkins
Soggetto e sceneggiatura: Patti Jenkins
Cast: Charlize Theron, Christina Ricci, Bruce Dern, Scott Wilson, Lee Tergesen
Musica originale: BT
Fotografia: Steven Bernstein

La vera storia di Aileen Wuornos, la prima serial-killer al femminile della storia americana. Aileen era una prostituta, un’infanzia difficile, la strada come unica possibilità sin dalla più tenera età.

Una notte un cliente la aggredisce e la violenta brutalmente, lei preme il grilletto, uccidendolo.
Siamo sul finire degli anni ’80. Questo episodio sconvolgente muove inevitabilmente qualcosa nella sua mente. Aileen ucciderà ancora, e saranno in totale sette le sue vittime. Dalla prima, uccisa come detto per legittima difesa, alle altre, uccise spesso per procurarsi macchine e denaro con cui condurre quella vita dignitosa che le è sempre stata negata.

Il film analizza il suo rapporto omosessuale con Selby Wall (Christina Ricci), minuta ragazza dai modi ben più delicati, che la abborda in un bar gay di infimo ordine. Interessante l’approccio, riservato quello di Selby, aggressivo, introverso e volgare quello di Aileen. “Il giorno che incontray Selby Wall”, disse Aileen, “l’unica cosa che desideravo era una birra”.

Tra le due donne scoppia improvviso l’amore, e ben presto Selby viene a sapere che Aileen ha commesso diversi omicidi, cerca di farle capire che è sbagliato, ma inutilmente. Certo anche Selby ha le sue colpe, il denaro che Aileen porta a casa permette alle due donne di vivere una vita che altrimenti non avrebbero potuto vivere, ad una di togliersi fuori da quell’inferno che ha sempre vissuto, da quel “mondo la fuori che violenta ed uccide”, e all’altra di emanciparsi dai genitori bigotti che naturalmente vedevano male la relazione con una donna, e per di più una prostituta.

Ma la polizia cerca l’assassina a tappeto in tutti gli Stati Uniti, fino a quando inevitabilmente arriverà sulle sue tracce…
Aileen sarà giusitiziata nel 2002 in Florida dopo 12 anni di carcere. La confessione decisiva avverrà in una telefonata-trabocchetto che vede protagonista la stessa Selby.

Il film analizza la sua vicenda umana, i suoi problemi, gli sbagli, le continue violenze e la vita difficile che è stata costretta ad affrontare, ponendosi dal suo punto di vista.
Mentre per tutta la gente era una prostituta assassina che meritava di morire, la regista Patty Jenkins cambia prospettiva, quasi ponendosi dalla sua parte.

Certo, il film può essere magari tacciato di mancare di un po’ di obiettività, Aileen è pur sempre una persona che ha sbagliato (al di là di tutte le considerazioni etiche sulla pena di morte, che non possono essere trattate in questa sede), e quindi assolutamente non giustificabile.

Però il lavoro che ne è venuto fuori è tutto sommato un buon lavoro. La Jenkins ha girato negli stessi posti in cui la Wuornos è vissuta, ha studiato atti processuali e letto corrispondenza privata (sulle sue lettere sono state basate numerose scene del film), ha intervistato parenti ed amici. Perfino il bar del film è lo stesso bar frequentato da Aileen, e che vide anche il suo arresto.

Due parole sulla protagonista femminile, Charlize Theron. Avrete tutti letto che per interpretare questo difficilissimo ruolo è ingrassata di molti chili, e si sottoponeva ad ore di trucco ogni giorno. Il risultato è sorprendente. Una delle donne più belle al mondo, dal viso fine e delicato, trasformata in una donna dal volto irregolare e dai denti brutti. Irriconoscibile.

L’Oscar che ha vinto nel 2004 come Migliore Attrice Protagonista è meritatissimo. La stessa Theron ha affermato che è stato il suo ruolo più difficile e bello mai interpretato, e che si è completamente immedesimata nel ruolo, tanto da “diventare” quasi Aileen, e piangere spesso per la sua storia. Sono d’accordissimo, e nel film questo emerge chiaramente.

Il film, uscito nel 2003 negli U.S.A., dura circa 111 minuti.
Il DVD contiene alcuni extra, tra cui i trailer, un’intervista a Patti Jenkins, il making of, il momento della vittoria nella Notte degli Oscar, ed un documentario su Aileen.

Aileen era una prostituta ed assassina è vero, ma non credo fosse nelle intenzioni della Jenkins riabilitarla, ma semplicemente analizzare la storia dal suo punto di vista, come non era mai stato fatto.
Anche se è innegabile affermare che il film si schiera troppo dalla sua parte. Il risultato è un film intenso e difficile, con un’attrice in stato di grazia. La vicenda scosse l’America, è rarissimo vedere una donna condannata a morte, ed ha scosso anche le coscienze. “Le persone come me perdono ogni giorno. Quello che nessuno ha capito di me”, dirà la Wuornos-Theron nelle battute finali, “è che anche io potevo essere una persona normale”.

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Gabriele Fortino (ciao.it) 01.11.2004

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