Recensione film horror Misery non deve morire
Regia: Rob Reiner
Sceneggiatura: William Goldman (Basata sul bestseller “Misery” di Stephen King”)
Attori: James Caan, Kathy Bates
Produzione: U.S.A. 1990
Durata: 105′
Note: Vietato ai Minori di anni 14
Voto: 6.5/10
Paul Sheldon è un popolare scrittore di romanzi rosa, autore di una lunga collana di best seller dedicata a Misery, la donna protagonista delle sue opere nonché beniamina di tutte le sue lettrici e ammiratrici. Egli, però, timoroso del fatto che Misery, come di solito succede, possa diventare un marchio indelebile per la sua carriera, decide di staccarsi da questo personaggio di grande successo e dedicarsi ad un altro tipo di genere. Si appresta perciò a scrivere la sua opera ultima, capitolo finale delle gesta di Misery.
Finita anche quest’ultima fatica, Paul parte da un albergo in montagna per raggiungere la sua agente in città e consegnarle il lavoro, ma una fortissima bufera di neve gli impedisce di arrivare a destinazione. Sheldon, infatti, perde il controllo della sua auto e rimane vittima di un grave incidente. Uno strano personaggio lo salva da morte sicura portandolo con sè nella sua casa e dedicandogli ogni attenzione per rimetterlo in salute. Questa persona che all’inizio pare “l’angelo custode” dello scrittore, è Annie Wilkes un’infermiera appassionata di libri su Misery e fan numero uno del suo autore. Ma Paul Sheldon non è un miracolato come sembra!
L’idolatria di Annie per i romanzi di Paul si rivela ben presto una vera e propria mania che diviene tormento continuo e nefasto per la vita di Sheldon, da quando l’infermiera scopre che nell’ultimo libro Misery muore di parto. La condizione di malato da accudire di Paul, infatti, lentamente, si trasforma in quella di prigioniero della Wilkes, la quale lo immobilizza a letto ferendogli le gambe, e lo costringe a cambiare il finale del suo libro per tenere in vita la celebre Misery.
La caparbietà dell’uomo a tener cara la pelle e l’intervento del simpatico sceriffo del posto sarà determinante.
La vera protagonista del film è forse Misery, anche se di lei non sappiamo praticamente nulla, la sentiamo solo “vivere” attraverso il vaneggiare di Annie.
Il regista Reiner riporta fedelmente sul grande schermo la vicenda narrata dal libro “Misery” di Stephen King indirizzando la pellicola tutta verso la strada del thriller. Egli, infatti, sceglie di puntare esclusivamente sulla tensione, azzerando scene splatter ed effetti speciali. Decisione sicuramente coraggiosa ma che rischia di rovinare il lavoro, facendolo piombare nell’insipido. Infatti, il tutto risulta un po’ scontato e poco originale (l’incidente, la fan così ossessiva che mette il protagonista in pericolo di vita, il nemico che sembra morto, ma in uno pseudo colpo di scena finale sferra l’ultimo attacco…).
Ottima la sceneggiatura così come le prove degli attori, in particolar modo quelle di Kathy Bates (Annie Wilkes), che vinse meritatamente l’oscar come miglior attrice e James Caan, nel ruolo di Paul Sheldon, abilissimo nel trasmettere la sofferenza fisica durante la convalescenza dopo l’incidente.
Da segnalare la scena in cui Annie con una mazza spezza entrambi i piedi di Paul, davvero realistica, ed alcune sequenze divertenti, come i dialoghi tra lo sceriffo della zona e sua moglie, che rasentano la comicità.
“Misery non deve morire” tutto sommato è un film sufficiente, la cui grande pecca è tutta nel non riuscire a trovare il clic per aggiudicarsi un posto tra i film da ricordare.
Clementina Zaccaria 25.07.2007