Recensione film horror La Regina dei Dannati
Regia: Michael Rymer
Sceneggiatura: Scott Abbott, Michael Petroni (basata sul romanzo di Ann Rice “Intervista col vampiro”)
Attori: Stuart Townsend, Aaliyah, Margherite Moreau, Vincent Perez
Produzione: Australia, Usa, 2002
Durata: 100’
Note: Vietato ai minori di 14 anni
Voto: 5-/10
Per “La regina dei dannati” qualcuno parla di seguito di “Intervista col vampiro” ed in effetti è ispirato allo stesso romanzo di Ann Rice che aveva ispirato il film di Neil Jordan con Cruise e Pitt, ma cinematograficamente i due film non si percepiscono per niente collegati; cambiano regista e sceneggiatore, cambia tutto il cast, cambia lo stile, l’ambientazione, il fascino del protagonista scende sotto i tacchi, insomma non si può parlare di sequel.
Il vampiro Lestat ci racconta che ha dormito per un paio di secoli, perché il mondo che lo circondava non era più consono alla sua natura, era deluso da chi lo circondava, soprattutto si era reso conto della tristezza di essere vampiro, della maledizione della vita eterna, del vivere nell’ombra, senza una persona che possa stare al suo fianco per sempre.
Ma il mondo attuale ispira il vampiro, che decide, sulle onde della musica hard rock, di risvegliarsi e di succhiare come antipasto una rock band di provincia, ma li tiene in vita perché il suo progetto è di diffondere un messaggio attraverso la musica e così il gruppo “Lestat” diventa famosissimo in tutto il mondo.
Ma facciamo un passo indietro, al momento in cui Lestat è diventato vampiro per opera del più potente vampiro della Terra, Marius, che nei primi giorni della sua nuova vita gli insegna a scegliere le proprie prede, a prosciugarle, a non fare errori, a non lasciare tracce, anche se Lestat si dimostra subito incosciente e scarsamente ligio alle regole.
Un bel giorno Lestat scopre casualmente un passaggio segreto che porta ad un salone sotterraneo, in questo tempio sotterraneo Marius conserva le statue di due vampiri potentissimi, il re e la regina dei dannati, pietrificati ma in attesa di risveglio; Lestat si mette a suonare il violino per la regina dei dannati e questa ha un principio di rinvenimento, offre il suo sangue a Lestat, che sugge assettato, divenendo molto più potente di prima.
Marius si accorge del fattaccio e scappa insieme alle sue statue, abbandonando Lestat a sé stesso.
Torniamo dunque ai giorni d’oggi. Lestat è una star, le sue canzoni sono diffusissime e amatissime, lui si mostra col contagocce e dichiara la sua natura di vampiro, ovviamente i giornalisti e la gente normale la prendono sul ridere, anche quando lui chiama a raccolta tutti i vampiri per il suo unico concerto, organizzato, ma guarda un po’, nella Death Valley.
Ovviamente i vampiri di tutto il mondo sono alterati, perché lui si è rivelato e i testi delle sue canzoni potrebbero mettere in pericolo la vita che i vampiri conducono sulla Terra.
A tutto questo si intreccia la vicenda di Jesse, una giovane studiosa di paranormale, affascinata dal mondo dei vampiri, una ragazza che sente un legame con questi esseri, che fa un incubo ricorrente.
Se poi aggiungiamo che la regina dei dannati ha voglia di riprendersi il mondo, che ai tempi degli egizi era ai suoi piedi, il pranzo è servito, vampiri di tutto il mondo unitevi!
Gli effetti visivi non mancano, perché la potenza dei vampiri ha raggiunto limiti impensabili, così vedremo voli alla Superman e liti alla Bud Spencer, dove gli avversari volano da una parte all’altra del locale con un effetto di ilarità. I vampiri di questo film, ma non tutti, possono addirittura essere baciati dalla luce del sole senza conseguenze, mentre non ci sono riferimenti religiosi come in altri recenti film vampireschi.
La sceneggiatura di Scott Abbott e Michael Petroni non è un capolavoro, i dialoghi non hanno niente di memorabile e la vicenda non è poi molto avvincente; la regia di Michael Rymer non si segnala per particolari trovate; grande pregio della pellicola è la colonna sonora, curata dal leader dei Korn e dal cantante (urlante) dei Linkin Park, una colonna sonora che ospita tra gli altri i Disturbed e Marylin Manson.
Proprio di Marilyn Manson voglio parlare, perché si può scovare nel profilo musicale di Lestat qualcosa di simile al “fenomeno” di Marilyn Manson: Lestat si proclama vampiro e crea un’aurea di mistero attorno alla sua figura, i giornalisti incalzano su quest’immagine creata e così scoppia il caso. Allo stesso modo, Marilyn Manson ha saputo creare la sua immagine di misterioso cantante “maledetto”, con discorsi attorno all’Anticristo e la sua immagine estetica da brividi.
Un’altra somiglianza che si può ritrovare in Lestat, è con “Il Corvo” interpretato Brandon Lee. Si tratta una similarità solamente estetica: la faccia bianchissima e i capelli ribelli, i vestiti neri, ma in quanto ad espressione non ci siamo proprio, per non parlare poi del confronto fra i due personaggi! Lasciamo stare che è meglio.
Le interpretazioni degli attori sono discrete, Stuart Townsend interpreta senza troppo sforzo e senza grandi risultati Lestat, nei panni della regina dei dannati troviamo Aaliyah, giovane cantante-attrice, morta in un incidente aereo poco dopo le riprese di questo film, a lei è dedicato il film. Margherite Moreau interpreta abbastanza bene la giovane Jesse, ma il migliore risulta, anche se relegato a ruolo secondario, Vincent Perez nei panni di Marius .
Adriano Lo Porto 03.05. 2004