Recensione film horror La Nona Porta – recensione del film
Regia: Roman Polanski
Sceneggiatura: Enrique Urbizu, John Brownjohn, Roman Polanski
Attori: Johnny Depp, Lena Olin
Produzione: Francia, Spagna, 1999
Durata: 130′
Voto: 9/10
Un ricco collezionista svizzero, Boris Balkan (Frank Langella), vuole accertare a tutti costi l’autenticità del suo nuovo acquisto, il libro “Le nove porte del regno delle ombre”, opera secolare più unica che rara. Al mondo, infatti, ne esistono soltanto altre due copie, sempre in mano a privati, di cui una si trova in Francia e l’altra in Portogallo.
Leggenda vuole che l’autore e stampatore dell’antico testo (poi morto sul rogo) avesse redatto il manuale in collaborazione nientemeno che con il Demonio.
Per capire se l’originale è solo uno dei tre volumi (magari non quello in suo possesso) egli decide di affidarsi a Dean Corso, un esperto di libri antichi noto nel suo ambiente per essere un “avvoltoio”. Balkan è un uomo generoso e disposto a pagare qualsiasi cifra per questo lavoro, Corso è giovane, avido, spregiudicato e molto, molto bravo nel suo campo…affare fatto dunque!
Corso deve trovare le altre due copie e confrontarle con quella del suo cliente. Ma tutto ciò non è così banale… Incominciano aggressioni, omicidi e strani incontri con indefinibili personaggi in primis, tra tutti, con una misteriosa ragazza dagli occhi verdissimi (Emanuelle Seigner), ma è un incarico troppo importante e redditizio per rinunciarvi, così, lui dopo un primo momento di scoramento, fra l’insistenza di Balkan e la sua imprudenza decide di continuare e si avventura in Europa dove tra l’altro non lo abbandona la lunga scia di omicidi e colluttazioni.
Insomma il nostro Dean (Johnny Depp) si è cacciato in un bel guaio, ma non tutti i mali vengono per nuocere…
Enormi castelli arroccati sulle colline, paesaggi noir, donne misteriose e sette sataniche…signori è tornato Roman Polanski!
Anche in quest’ultima opera, il grande regista adotta la filosofia “aspetta e vedrai”; ogni minimo particolare è il tassello di un puzzle dai mille pezzi che darebbe parecchi problemi anche al più perspicace degli enigmisti, ciò nonostante tutto si ricollega, pian piano ogni cosa si schiarisce e anche la milionesima parte del puzzle è al suo posto. Questa volta chi si mette alla ricerca (volontaria o non) di Lucifero non è una giovane ragazza sprovveduta come in “Rosemary’s baby”, ma un cinico esperto di libri d’epoca. Inoltre qui l’amore non è ciò che acceca il protagonista rendendolo ingenuo e allontanandolo dalla verità, ma (e questo è ciò che differisce di più tra i due film) è uno dei mezzi per arrivare al Diavolo…è uno dei lati del peccato: la tentazione sessuale, che Emanuelle Seigner ben incarna.
Durante tutta la pellicola, infatti, lo spettatore continua a dubitare della natura dell’ammaliante ragazza: angelo o demone?
Il cast è appropriato e ben scelto. Tutti gli attori, infatti, sono perfetti nei loro ruoli: Lena Olin (la conturbante vedova del ricco suicida Tefler), Barbara Jefford (la baronessa Kessler) e il fascinoso Johnny Depp che veste a pennello i panni del protagonista calandosi magistralmente nella parte. (Depp iniziò la sua carriera proprio con un horror, il celeberrimo “Nightmare“).
Curatissima la sceneggiatura, il set si sposta per il mondo e la scena finale è una visione bellissima: il sole invade prima tutto lo schermo e poi anche lo spettatore, una scena che sembra ispirata a un quadro di quei malinconici pittori post-impressionisti inglesi.
Ispirato al thriller di Arturo Perez-Reverte “Il club Dumas”, “La Nona Porta” è un film abbastanza impegnativo in cui Polanski concede il sangue con il contagocce. Di sequenze horror, infatti, neanche l’ombra, certo c’è qualche scena un po’ forte, ma nessuna è da classificare nella categoria “horror” (questa, se vogliamo vederla così, potrebbe essere l’unica pecca del film).
Assolutamente da vedere, però se volete passare una serata di relax questo film non fa per voi, in tal caso datevi a un bel filmetto splatter anni ’80.
“Nulla è più affidabile di un uomo la cui lealtà può essere comperata col denaro” Boris Balkan al protagonista.
Clementina Zaccaria, 14.09.2007