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Titolo originale: House of Wax
Nazione: Australia, U.S.A. 2005
Durata: 102’
Regia: Jaume Collet Serra
Cast: Elisha Cuthbert, Chad Michael Murray, Paris Hilton
Musica originale: John Ottman
Fotografia: Stephen F. Windon
Distribuzione: Warner Bros
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“La maschera di cera” è un horror diretto da Jaume Collet Serra e prodotto tra gli altri da nientepopodimeno che Robert Zemeckis (se vi state chiedendo chi sia, fatevi un giro tra i film che ha diretto e troverete sicuramente 3-4 film che avete visto anche voi).
Si dice che sia un remake di un horror del 53, ma sinceramente non posso dirvi più di questo, o forse farei meglio a far finta di sapere di che film si tratta e di averlo visto ed elencarvi le differenze copiandole da qualche sito?!
Non avevo grandi aspettative verso questo film e forse proprio per questo alla fine sono rimasto soddisfatto, perchè mi aspettavo la solita cagata che non si erge al di là delle tre stelle tirate e invece mi sono trovato davanti ad un film che nonostante non proponga niente di nuovo dal punto di vista della trama, riesce a comunicare grandi dosi di tensione e mostra mozzature di varie parti del corpo, decapitazioni e morti trucide.
La vicenda de “La maschera di cera” inizia con un antefatto risalente al 1974, dove una coppia di genitori è costretta a legare al seggiolone il proprio figlio per farlo calmare e nella foga dell’operazione cade e si frantuma una maschera di cera che la donna stava approntando.
Diciamo che l’antefatto potevano benissimo evitarselo, anche se crea un certo alone di mistero, visto che la scena è ripresa a pochi centimetri d’altezza dal pavimento e non si vede in faccia nessuno dei tre protagonisti di questi due minuti.
Si arriva poi al “present day” e ci troviamo di fronte al solito gruppetto di teenager, questa volta sono sei ragazzi in viaggio verso la partita di football più importante dell’anno, partita alla quale ovviamente non assisteranno mai.
Il caso vuole che trovino una strada sbarrata e debbano quindi optare per una deviazione sconosciuta al navigatore; i sei decidono quindi di accamparsi per la notte per poi ripartire freschi il mattino seguente.
Blake e Paige sono la coppia dedita al sesso, mentre Wade e Carly fanno più parte dello stereotipo della coppia innamorata; a completare il cast di teenager destinati a morte certa (ma qualcuno si salverà, ovviamente) il fratello di Carly, Nick, un avanzo di galera poco consono alla gentilezza e alla legalità e Dalton, uno sfigatino fissato con le riprese della videocamera.
Durante la notte ovviamente accadono diverse cose strane, dapprima sentono un odore lancinante provenire dal vicino boschetto, poi un pick-up li abbaglia con i fari e se va senza colpo ferire dopo esser rimasto lì per un paio di minuti.
La mattina seguente i ragazzi scoprono inoltre che è sparita la videocamera di Dalton e che una delle due auto è stata manomessa, allora forse i rumori che avevano svegliato Carly durante la notte non erano proprio quelli del vento…
Mi fermo qui con la trama, anche se nei vari siti internet trovate decisamente qualche particolare in più; la solita critica va ai distributori italiani, che hanno modificato l’originale “House of wax” (letteralmente casa di cera, ma anche museo delle cere) in “La maschera di cera”, forse perchè anche il titolo del film di 50 anni fa era lo stesso, chissà.
La regia di Jaume Collet Serra è soddisfacente, nella prima parte l’alternanza tra le immagini riprese tradizionalmente e quelle riprese dalla videocamera di Dalton fa molto “Blair Witch Project”, ma riesce comunque nel suo intento di comunicare un pizzico di tensione.
La sceneggiatura di Chad e Carey Hayes come detto non brilla in originalità, infatti il film ricorda un pò “The Blair Witch Project”, un pò “Wrong Turn”, un pò “Final Destination” e chissà quanti altri.
Nonostante questa pecca e diversi dialoghi decisamente inutili, devo dire che la tensione che i due hanno saputo creare è cosa rara nel cinema degli ultimi tempi e va a loro favore anche l’aver deciso di mostrare tutto, senza lasciare niente all’immaginazione dello spettatore.
Il gruppo di attori protagonisti offre interpretazioni che si fermano alla sufficienza, promuoverei solamente il ragazzaccio Nick, interpretato da Chad Micheal Murray.
Una nota positiva va invece alla colonna sonora, che oscilla tra hard rock e rap, la miscela giusta per questo tipo di film “giovani e terrificanti”.
I temi su cui lascia riflettere il film sono la chirurgia estrema, l’ossessione, il rapporto tra fratelli, ma vi lascio scoprire tutto da soli, tanto non sono temi approfonditi chissà quanto.
Concludendo, mi sento di consigliare la visione de “La maschera di cera” a tutti, soprattutto a quelli che non si perdono un film del genere thriller-hororr, perchè credo che questo sia decisamente uno dei migliori che il 2005 ci ha finora offerto.
Adriano Lo Porto Giugno 2005
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