LA MASCHERA DEL DEMONIO
REGIA e FOTOGRAFIA: Mario Bava
SCENEGGIATURA: Ennio De Concini, Mario Serandrei, Mario Bava
FOTOGRAFIA: Mario Bava
MONTAGGIO: Mario Serandrei
MUSICA: Roberto Nicolosi
DURATA: 87 min. (Italia, 1960)
CAST: Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani
Voto: 8/10
1630. Una giovane e affascinante strega, Asa, è catturata e bruciata viva. Prima sottoporla al terribile supplizio le viene inchiodata sul viso la maschera del demonio, quale pena accessoria dei crimini di cui si è macchiata. Si tratta di un’orribile effigie in bronzo raffigurante uno dei tanti volti di Satana.
Un improvviso quanto inatteso temporale spegne il fuoco, anche se troppo tardi: la strega è morta, ma il fuoco è stato clemente e non ne ha devastato le carni.
Due secoli esatti dopo. Siamo nel 1830, in Moldavia. Il professore Kruvajan (Andrea Checchi) ed il suo giovane assistente Gorobec (John Richardson) sono due dottori che devono assistere ad una conferenza. La carrozza su cui viaggiano ha un lieve contrattempo e nell’attesa Chomas entra in una cappella sconsacrata.
La sua curiosità di studioso ha la meglio sul timore di entrare in quel luogo tetro. In una stanza si trova il sarcofago della bella Asa, con indosso ancora la maschera del demonio. Nello scacciare un pipistrello, il professore colpisce inavvertitamente il vetro del sarcofago, ferendosi ad una mano. Le gocce di sangue scorrono copiose e vanno ad irrorare il viso della strega, ridandole vita.
Intanto la carrozza riparte e i due dottori arrivano in un castello, dove fanno la conoscenza di una bella ragazza ventunenne, Katia (Barbara Steele), e di suo padre.
La ragazza è una lontana pronipote della strega, uguale in tutto e per tutto alla donna morta 200 anni prima, anche se profondamente religiosa e timorosa.
Sarà l’inizio del terrore, perché la rediviva Asa, resuscitata dall’oltretomba, vuole prendere il posto di Katia per perpetrare la sua terribile vendetta.
Le forze oscure del Demonio entrano nel castello, un tempo sereno, ed uccidono il padre di Katia, il fratello ed un servo. Intanto il giovane Gorobec si innamora della bella Katia e, grazie all’aiuto del pope del vicino villaggio, riesce a decifrare l’iscrizione misteriosa contenuta nel sarcofago della strega…
“La Maschera del Demonio” è un film in bianco e nero del 1960, diretto da Mario Bava. Da alcuni critici è considerato uno degli horror più tenebrosi mai girati, opinione questa su cui ci sarebbe da discutere per ore. Ci limiteremmo a dire che questo film è ricordato non solo perché rappresenta l’esordio del grande Mario Bava alla regia e al cinema horror, ma anche perché si tratta in assoluto del primo grande horror made in Italy.
Gli ingredienti del terrore ci sono tutti: una strega bruciata viva, una chiesa sconsacrata dai terribili segreti, vampiri assetatati di sangue e vendetta, vergini, crocefissi, e soprattutto tanti morti.
Barbara Steele, attrice molto famosa in quegli anni, recita in modo impeccabile. Diventerà la regina incontrastata del cinema horror anni ’60-’70, con al suo attivo moltissimi film, il più famoso dei quali è forse “Il Demone Sotto la Pelle” di David Cronenberg. Lavorerà anche con Joe Dante e Umberto Lenzi.
Un film tirato ed accattivante, con l’assoluta assenza di qualsivoglia tempo morto: “La Maschera Del Demonio” è un horror ad ambientazione gotica di ottima fattura, con alcune scene alquanto impressionanti. E dopo quasi mezzo secolo il suo fascino rimane immutato.
Il soggetto non è originale, ma è tratto da un racconto di Nicolaj Gogol, “Il Vij”.
Da registrare anche una breve apparizione dell’attore teatrale Ivo Garrani.
Il film, che dura circa 85 minuti, fu rifatto per la tv dal figlio Lamberto Bava, naturalmente a colori.
Imperdibile per tutti gli appassionati del cinema di genere, se non altro per il suo valore storico.
Gabriele Fortino (ciao.it) 06-08-2005
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