Recensione film horror La Guerra Dei Mondi
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: David Koepp, Josh Friedman
Attori: Tom Cruise, Dakota Fanning
Produzione: U.S.A., 2005
Durata: 103’
Voto: 8/10
“La Guerra Dei Mondi” è uno di quegli investimenti a colpo sicuro (Spielberg non se l’è fatto scappare infatti) ed è anche uno di quei film che piacciono bene o male a tutti, perché non sono rivolti a target di nicchia.
“La Guerra Dei Mondi” infatti può risultare un film godibile per l’uomo di mezza età con problemi di interazione coi figli, il quale si riconosce facilmente nell’eroe principale; piace ai teenager che partecipano emotivamente alla ribellione del sedicenne Robbie; ancora può piacere ai bambini che rimangono a bocca aperta di fronte a questi grandi mostri (ma si consiglia un supporto genitoriale per prevenire o curare incubi notturni) e anche alle mamme di famiglia che si divertono a criticare il fallimentare papà, ma poi si congratulano con lui per il suo eroismo, riconciliandosi con il genere maschile.
Il filmone di Spielberg è il rifacimento di un film omonimo del 1953, che rappresenta uno dei classici della science fiction cinematografica, diretto da Byron Haskin e scritto da Barre Lyndon basandosi su un romanzo di H.G. Welles, film che tra l’altro vinse l’oscar per i migliori effetti speciali visivi.
Del film di 53 anni prima, Spielberg riprende praticamente per intero la struttura narrativa, inserendo di prepotenza il subplot dei problemi di famiglia, che è necessario a riportare sulla terra un eroe altrimenti troppo macho e ad inserire temi forti come la ribellione del figlio sedicenne e la massiccia influenza (al contrario) della televisione sullo stile alimentare e sul modo di vestire della figlia più piccola di Ray.
Ray è un operaio portuale che si spacca la schiena dalla mattina alla sera per riuscire a mantenere una casa in un quartiere abbastanza povero e il suo bolide da strada, la cui manutenzione conta sicuramente per lui più dell’avere il frigo pieno con qualcosa di non marcio.
Ovviamente la moglie l’ha lasciato da tempo, si è trovata un uomo straricco da cui aspetta un bambino e gli lascia vedere i figli solo quando questi sono d’impaccio per qualche viaggetto di piacere.
Mary Ann, la ex moglie, è preoccupata, perché non vorrebbe mai lasciare le sue due creature nelle mani di Ray e anche Robert e Rachel non sono molo dell’idea, perché sanno che il loro (ex) padre è una frana.
Insomma un bel quadretto familiare crepato sia in superficie che in profondità, eppure lo respiriamo fin dall’inizio che tutti vivranno felici e contenti.
Poi ad un certo punto il cielo si oscura a causa di nubi veramente poco rassicuranti, il vento inizia a tirare nella direzione opposta a quella usuale e poco dopo una scarica impressionante di fulmini cade in uno stesso punto, nel bel mezzo di un incrocio.
Ray accorre insieme ai primi curiosi sul luogo e dopo un centinaio di secondi di ammirato e silenzioso stupore, ecco che la terra inizia a tremare, la spessa coltre di cemento comincia a spezzettarsi sotto i piedi della folla e dalle viscere della terra emerge un robot megagigante.
Il simpatico robottino è alto più o meno come un palazzo di dieci piani, si poggia su tre gambe, è fornito di diverse braccia meccaniche e ha una sorta di testa da dove uno o più alieni lo guidano per “prelevare” i corpi degli sbigottiti umani.
Naturalmente Ray si salva dal primo attacco schivando i “raggi succhiacorpi” ed evitando implosioni ed esplosioni degli edifici presi di mira dal truce tripode.
Visibilmente scosso, torna a casa, raduna i due figli e le scarse provviste, ruba l’unica macchina riparata dopo la scarica di fulmini ed inizia a fuggire.
La sua è ovviamente una fuga dettata dalla disperazione, sa da cosa scappa, ma non sa verso dove, non ha un’idea precisa di cosa realmente stia accadendo, ma sa che deve scappare, e in fretta.
Peccato che il tripode sia in ottima compagnia, perché gli alieni hanno premeditato un’invasione in grande stile ed ogni città degli Stati Uniti e del mondo ha il suo bel tripode.
Non scendo più nei dettagli della vicenda e nei risvolti della stessa, ma di certo questo è uno di quei film che mette in moto le menti disturbate come la mia.
“La guerra dei mondi” non è certamente un film realistico e non racconta una vicenda verosimile, ma poniamo che ci sia uno 0,00000001% di possibilità che avvenga un’invasione non pacifica da parte di esseri invulnerabili, provate per un secondo a pensare a quello che fareste…a me vengono i brividi e la mente vacilla sotto il peso della morte certa.
In ogni caso, sono anche un appassionato di Ufo e alieni, perciò lasciatemi dire che, a proposito dell’eterno dilemma “gli alieni sono buoni o cattivi?”, non vi sono tracce di attività ostili da parte loro in occasione di avvistamenti o atterraggi di Oggetti Volanti Non Identificati.
Piuttosto abbiamo testimonianze (credibili o fantasiose sta alla vostra fede stabilirlo) che riportano di esperimenti condotti su esseri umani, di tentativi di comunicazione (crop circles) e di strani fenomeni di studio anche sugli animali (chupacabras).
Insomma, se davvero esistono, stanno semplicemente conducendo un’innocua fase di studio, ma gli indizi fanno ben sperare per un’invasione pacifica da parte dei famigerati omini verdi.
Gli anni passano e le persone cambiano, infatti Spielberg nel 1982 ha fatto sognare grandi e piccini con la favola di E.T., un extraterrestre dal cuore d’oro, e un quarto di secolo dopo eccolo a spaventare il globo intero con alieni spietati ed invincibili.
Nonostante quest’incoerenza perdonabile, il lavoro di Spielberg e degli addetti agli effetti speciali è davvero molto soddisfacente, sia per l’occhio dello spettatore medio che per la penna del critico pungente.
La sceneggiatura di David Koepp (“Panic Room”, “Secret Window”, “Omicidio in diretta”) e Josh Friedman (“Reazione a catena”) a tratti concede eccessivo spazio alla sottotrama del dramma familiare e alcuni dialoghi padre-figlio sono veramente da b-movie, ma nonostante ciò la vicenda del film risulta godibile e mai noiosa.
Tom Cruise (“Intervista col vampiro”, “Vanilla sky”, “Minorità Report”) calza perfettamente i panni dell’eroe ultimo modello (ovvero padre separato malvisto dai figli), ma la palma di migliore interprete è di Dakota Fanning (“Nascosto nel buio”), già bambina prodigio in film di vario genere.
In conclusione, “La guerra dei mondi” di Spielberg è il tipico filmone dagli ottimi effetti visivi e sonori, che grazie ad un nome di spicco nel cast e ad alcune riflessioni inserite di traverso, riesce a richiamare al cinema enormi masse di pubblico e a soddisfarne un buon 80%.
Adriano Lo Porto, 09.03.2006