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LA CASA CON LA SCALA NEL BUIO
REGIA: Lamberto Bava
SCENEGGIATURA: Elisa Briganti e Dardano Sacchetti
FOTOGRAFIA: Gianlorenzo Battaglia
SCENOGRAFIA: Stefano Paltrinieri
MUSICA: Guido e Maurizio De Angelis
CAST: Andrea Occhipinti, Anny Papa, Fabiola Toledo, Michele Soavi, Valeria Cavalli, Stanko Molnar
DURATA: 110 min. (Italia, 1983)
Voto:8/10
Un gruppo di bambini giocano, di notte, nei pressi di una casa abbandonata. Per sfidare la paura entrano nell’abitazione, fino alle soglie di una scala che si perde nel buio, giù, verso una stanza invisibile…
Per dispetto, ad uno di essi viene strappata dalle mani una pallina di tennis: per dimostrare a tutti che non è una femminuccia, il bambino deve andare a recuperarla alla fine della scala…
Lo sventurato, timoroso, vince la paura e ci va, ma un qualcosa di terribile, nascosto nell’oscurità, gli trancia orrendamente la testa, facendola rimbalzare sul muro…
Per fortuna si tratta solo di un film.
Bruno (Andrea Occhipinti) è un giovane compositore di musica che viene ingaggiato dalla regista Sandra (Fabiola Toledo) per comporre la colonna sonora di un film horror, di cui abbiamo appena visto l’inizio. Si tratta di un film che la donna ha scritto prendendo spunto da una storia vera, che tiene nascosta a tutti… Anzi, per sua esplicita volontà, viene proibito a tutti, attori compresi, di vedere l’ultima bobina o di leggerne il copione.
Per essere ancora più concentrato, e privo da ogni distrazione, Bruno affitta la casa di un suo vecchio amico, un villino enorme in campagna, dall’atmosfera sinistra.
Il primo giorno l’uomo incontra Katia, una modella che sbuca fuori improvvisamente da una stanza, urlando per uno scarafaggio. La donna era convinta di trovare l’amica Linda, la vecchia inquilina. Su un diario trovato per caso, scritto dalla stessa modella, intanto, Bruno legge di un misterioso “segreto di Linda”, che turberebbe la giovane donna. L’uomo non avrà comunque il tempo di chiedere a Katia di cosa si tratti, perché la donna viene barbaramente assassinata nella casa.
Bruno non si accorge di nulla, intento com’è a comporre musica, ma scoprirà presto che è successo qualcosa di terribile alla donna da alcune macchie di sangue trovate in giro.
Una cosa simile accade anche ad Angela, un’altra amica di Linda: orrendamente uccisa in bagno e fatta sparire, dopo aver cancellato le tracce…o almeno quasi tutte le tracce, poiché le solite macchie di sangue insospettiscono il musicista.
Qualcuno sta uccidendo le persone che gli si avvicinano, e la cosa più spaventosa è che gli omicidi avvengono nella villa in cui dimora!
Cosa è successo in quella casa? E dove sono finite le due donne? Bruno, nonostante lo scetticismo della fidanzata, che lo ha raggiunto, cerca di scoprirlo… ma per fare questo è necessario conoscere il misterioso segreto di Linda…
“La Casa con la Scala nel Buio” è un bell’horror-thriller diretto da Lamberto Bava (il figlio del grande Mario), a pochi anni dalla scomparsa del genitore, nel 1983.
Nonostante la personale diffidenza, indotta dal titolo (mi aspettavo il classico film sulla casa maledetta o infestata), devo ammettere di essermi ricreduto: si tratta di un thriller godibile e ben sostenuto, con un finale che mi ha lasciato stupito.
Infatti, provando come al solito ad indovinarlo, ho sbagliato per ben due volte l’identità del colpevole.
Lamberto Bava attinge un po’ da Dario Argento (in particolare da “Profondo Rosso”) e un po’ da Hitchcock (“Psycho”), con atmosfere intriganti e soventi colpi di scena. In particolare, ben 3 protagonisti (due di essi erano i miei “sospetti” di cui sopra) vengono fatti fuori in pochi minuti, nel finale.
Ottima la colonna sonora, quella quasi ossessivamente “limata” e studiata da Andrea Occhipinti, nella realtà composta da Guido e Maurizio De Angelis.
Insomma, tirando le conclusioni, è un buonissimo horror, inquietante e spaventoso al punto giusto, introspettivo ed analitico (anche se solo in superficie), con un finale serrato e sorprendente. Un finale che va ad esclusione, in quanto mai come questa volta tutti o quasi i protagonisti vengono fatti fuori.
Una pellicola che gioca molto sul contrasto cromatico, nella quale ai frequenti “scuri” (la scala, come dice il titolo, per un difetto nell’impianto di illuminazione è sempre sinistramente al buio) vengono affiancati colori caldi, decisamente più rassicuranti (la piscina, gli esterni in città).
“La Casa con la Scala nel Buio”, film vietato ai minori di 14 anni, dura circa 104 minuti.
Gabriele Fortino (ciao.it) 10.07.2005
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