Recensione film horror La Casa
Regia: Sam Raimi
Soggetto e Sceneggiatura: Sam Raimi
Attori: Bruce Campbell, Ellen Sandweiss
Produzione: U.S.A. 1982
Durata: 85′
Note: vietato ai minori di anni 14
Voto: 6/10
Un gruppetto di amici in vena di trascorrere qualche giorno immerso nella natura si reca in una casetta tra le montagne del Michigan, un po’ malandata, ma affittata a basso costo. Di lì a poco si scatenerà l’inferno per i poveri malcapitati che subiranno una vera e propria trasformazione, assisteremo, infatti, alla scioccante conversione dei ragazzi da esseri umani a zombie in preda all’ira più violenta.
I cinque giovani sono rei di aver disturbato il sonno di chi avrebbe dovuto riposare in eterno, ascoltando una formula magica incisa su un nastro ritrovato tra le scartoffie abbandonate nella cantina della baita. Tutto qui? Assolutamente sì.
Per quanto possano essere caparbi gli sforzi di rendere la trama più contorta o almeno meno superficiale non ci sono Santi, “La casa” è un film da guardare e basta, senza pretendere di commentare dopo su chissà quali tortuosi significati nascosti. Dunque uno di quei film da vedere sgranocchiando qualcosa senza pensarci tanto su. Questo è il motivo principale per cui la pellicola in questione è definita dai più “il re dei B-movie“.
Sam Raimi, allora giovanissimo, si propone al mondo del cinema con questo film destinato a diventare in brevissimo tempo il suo miglior biglietto da visita e indimenticabile bandiera dello splatter-movie anni Ottanta. In poche parole un intramontabile cult, il maggior rappresentante non solo della categoria degli zombie, ma anche del filone sulle case infestate, dunque punto di riferimento di numerosi registi, i quali a volte ne rielaborano e sviluppano le tematiche, in altre occasioni, invece, riportano pari pari alcuni elementi, come succede per esempio con il famoso “Necronomicon ex mortes“, ovvero il pluricitato “libro della morte”, volume che tratta delle antiche pratiche sepolcrali e delle cerimonie funebri dei sumeri da cui un archeologo aveva tratto e registrato proprio quella formula demoniaca poi rinvenuta dai protagonisti.
Il regista, quindi, porta sullo schermo l’overdose del gore nudo e crudo, uno splatter dal livello paragonabile solo a quello di “Demoni“, che domina la scena non lasciando spazio ad altro e che straripa in un turbinio di oggetti che si muovono da soli, orologi che si fermano, stranissimi scricchiolii, voci dalla cantina, macchine che al momento di scappare non partono ed orribili metamorfosi dei protagonisti che si devastano l’uno contro l’altro.
Tutto ciò realizzato a fronte di budget ridottissimo (circa 300mila dollari) Raimi, perciò, si vide costretto a risparmiare su tutto. Gli effetti speciali, infatti, sono a dir poco spudoratamente “casalinghi” (si dice che per fare le interiora degli zombie egli abbia usato anche i pop corn) e non a caso nel cast coinvolse il suo amico Robert G. Tapert (Scott) e Bruce Campbell, suo compagno di scuola (l’unico fra gli attori che offre un’interpretazione decente), al quale il regista assegna il ruolo principale quello di Ash(ley), il protagonista, il personaggio che riuscirà a resistere fino alla fine anche se a un certo punto…
Campbell vestirà i panni del grottesco Ash anche ne “La casa 2” e ne “L’armata delle tenebre” incatenando il suo nome a quello della saga, tanto che è in cantiere “Ash vs Pinhead”, lungometraggio sulla falsa riga di “Freddy vs Jason” (Pinhead, per chi non lo sapesse, è il sadico protagonista della serie Hellraiser).
Carine alcune scene come quella iniziale in cui le urla della ragazza aggredita, man mano che gli spiriti si impossessano della loro primissima vittima, da richieste di aiuto si indeboliscono quasi fino a rasentare vagiti di piacere.
Certo Raimi prende spunto da illustri predecessori quali possono essere “Zombi” di Romero, “L’Esorcista” di Friedkin ed altri, comunque “La Casa” fa parte di quel limitato gruppo di splatter puro nel suo genere, completamente indifferente alla paura di cadere nel demenziale.
Attenzione! Vi invito caldamente a diffidare di tutte quelle pellicole come “La casa 4”, “La casa 5”, e “La casa 3” in particolare, che con il lungometraggio di Raimi non hanno proprio niente a che vedere. Quella de “La casa“, infatti, è una trilogia, il film del 1982 ha “solo” due sequel di cui l’ultimo, il terzo appunto, si chiama “L’armata delle tenebre”, le suddette opere, di fatto, non sono altro che sequel “apocrifi”.
I maggiori responsabili di questi titoli che puzzano di contraffazione sono i distributori italiani “pasticcioni” per antonomasia (tra le tante furono capaci di far diventare “The Texas New massacre” ” Non aprite quella porta“). Fra l’altro quasi tutte queste proiezioni dal nome “originale” sono opere di registi italiani nonostante i nomi “esotici” che facilmente ingannano; Humphrey Humbert (alias Umberto Lenzi) Martin Newlin (all’anagrafe Fabrizio Laurenti) Clyde Anderson (al secolo Claudio Fragasso) tanto per dirne alcuni, ma sulla brutta abitudine tutta italiana di ribattezzarsi con pseudonimi stranieri, in genere americani, ci sarebbero da scrivere centinaia di pagine. L’esempio più eloquente di questo viziaccio che negli anni Ottanta raggiunse l’apice: Carlo Pedersoli, napoletano, e Mario Girotti (nato a Venezia)…questi nomi vi dicono qualcosa? In arte sono rispettivamente i celeberrimi Bud Spencer di Terence Hill.
Clementina Zaccaria, 24.01.2008