Recensione film horror Kairo – Pulse

Recensioni

locandinaRegia: Kiyoshi Kurosawa
Soggetto e Sceneggiatura: Kiyoshi Kurosawa
Attori: Haruhiko Kato, Kumiko Aso
Produzione: Giappone, 2001
Durata: 118’

Voto: 8/10

Kaïro – Pulse è un film giapponese uscito nel 2001. Non so se sia uscito in Italia o no, io l’ho visto in DVD, in lingua originale con sottotitoli in inglese. Diretto da Kiyoshi Kurosawa, lo metterei sullo stesso piano del celeberrimo THE RING (Ringu).

Trama e Considerazioni.
Michi è una commessa di un negozio di fiori, che cerca di capire cosa sia successo al suo collega, Taguchi, che da una settimana non si reca al lavoro. Taguchi, tra l’altro, ha un importante dischetto, sul quale sta lavorando. Così Michi decide di andarlo a trovare. L’uomo, molto scosso, e senza molta voglia di parlare, le indica il computer dove può trovare il dischetto, dopodiché si impicca. Sullo schermo del computer, Michi vede l’immagine della stanza riflessa all’infinito, ed una strana ombra nera. Cambio di scena. Un giovane, ma imbranato, studente di economia, Kawashima, sta cercando di connettersi per la prima volta ad Internet, ma con scarsi risultati. Nonostante i ripetuti tentativi, compare sempre una scritta d’errore. Piuttosto contrariato ci rinuncia, spegnendo il computer. Poco dopo, il computer si accende da solo, si connette automaticamente in Internet e apre uno strano sito. Anche in questo caso, c’è una stanza riflessa all’infinito. Nella stessa città, intanto, alcune persone si comportano stranamente. Molti diventano improvvisamente taciturni e si suicidano, altri scompaiono del tutto: che cosa sta succedendo? Non è tutto: cominciano a comparire strane ombre che, come se parlassero attraverso una radio, chiedono aiuto. I colleghi di Taguchi non si rassegnano alla sua morte, e vanno nuovamente a casa sua. Nella stampante trovano un foglio, con scritto “The Forbidden Room“, ovvero “La Camera Proibita“, più alcune istruzioni su come prepararla. Lo stesso Taguchi ne aveva preparata una, sigillandola con del nastro rosso. Nella biblioteca della facoltà di economia, Kawashima ed un amico vedono l’ombra di un fantasma girare tra i libri. L’amico spiega la sua teoria. Noi sappiamo che lo spazio non è infinito, ma un’entità ben precisa e finita. Il luogo dove vanno le anime dopo la morte ne può contenere bilioni, o trilioni, ma cosa succede quando è pieno e non c’è più posto? Succede che queste anime dell’aldilà si riversano nell’aldiquà, nel nostro mondo, utilizzando Internet, per materializzarsi e rendersi visibili. Contemporaneamente gli spiriti morti, non trovando spazio nella dimensione già piena, rimangono sulla terra, relegati in un eterno presente. Attraverso la “Forbidden Room” gli spiriti, dopo un certo periodi di tempo, si materializzano… Gli spiriti in sostanza, come hanno fatto con Taguchi, forniscono spiegazioni su come creare queste stanze. Ma cosa accadrebbe se la stanza con il nastro rosso venisse aperta improvvisamente? E soprattutto, cosa succederebbe se venissimo a conoscenza che nell’aldilà non c’è nulla? Moltissimi sarebbero i disillusi, che si lascerebbero prendere dallo sconforto, fino a compiere gesti estremi. Spostiamoci su un piano più pratico. Quasi tutti abbiamo “video – chattato” con qualcuno. Ma quanti dei nostri interlocutori sono poi spariti per sempre senza farsi mai più sentire? E se fossero stati spiriti? Sarebbe confermata la teoria sopra esposta. Un mondo avvolto in una cappa di sconforto e tristezza, dove esauritosi lo scopo della vita (e cioè la speranza o la fede che nell’aldilà ci sia davvero qualcosa) gli uomini perdono anche il loro interesse alla vita stessa… fino al gesto estremo, il suicidio, e la prigionia di un futuro – non futuro… per poi manifestarsi sotto forma di ombra, di polvere, di voce che grida disperatamente “aiuto”… E le persone rimaste, sempre in numero inferiore, perdono la loro gioia di vivere vedendo i fantasmi di coloro che furono, fantasmi portatori di verità orribili ed indescrivibili, fino a diventare esseri amorfi insensibili a tutto… Un mondo vuoto, dove non esiste felicità, traffico, amicizia, voci… Molto interessante il modello del mondo creato al computer da un misterioso studente, dove pallini-umani si scontrano sino a scomparire, e dove compaiono degli strani pallini (fantasmi?). “Mi sono accorta che si può essere soli anche dopo la morte“, dirà ad un certo punto Harue, una collega di Kawashima, “e l‘idea era così terrificante che non riuscivo a sopportarla“… Ed i fantasmi: direi che sono di tre ordini: i morti che ritornano dalle “Stanze Proibite”, i non-morti condannati ad un presente perpetuo, e su tutti, i fantasmi della mente. Un film che è un gioiello. Assolutamente da vedere.

CURIOSITÀ: come spesso capita con i film asiatici ben fatti, è in progettazione il remake “made in U.S.A.” di Kaïro. Il titolo sarà Pulse, il regista sarà invece molto probabilmente un esordiente. Le riprese dovrebbero cominciare in Europa dell’Est, alla fine del 2005 o addirittura durante l’anno seguente.

Gabriele Fortino (ciao.it) 16.06.2003

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