Recensione film horror Infection

Recensioni

locandinaRegia: Masayuki Ochiai
Sceneggiatura: Masayuki Ochiai
Attori: Shiro Sano, Koichi Sato, Kaho Minami
Produzione: Giappone, 2004
Durata: 90’

Voto: 3/10

L’invasione dei prodotti cinematografici orientali è ormai cosa appurata e altrettanto inarginabile, ma almeno le schifezze potrebbero risparmiarle al pubblico occidentale.
Oppure è proprio la voracità e la scarsa capacità critica del pubblico occidentale che invoglia a sfornare prodotti non proprio curatissimi dall’altra parte del globo?
Non ne ho idea, ma questo “Infection” è veramente un film soporifero, una noia incredibile, un elettrocardiogramma piatto lungo 90 minuti, un’allucinante gincana tra i corridoi di un ospedale ridotto veramente maluccio.

Il setting è solo e soltanto quello dell’interno dell’ospedale (almeno non hanno speso molti soldi dai), tanto che sembra di essere proprio in un’atmosfera da serial televisivo; e in effetti, proprio come in un prodotto seriale per palati che fagocitano televisione a tutte l’ore, caso vuole che succeda di tutto in questo ospedale.
Il primario non c’è e non si sa bene il perché, così i due dottori migliori (ma anche gli unici a quanto pare, almeno inizialmente) devono prendere le decisioni, agire in fretta, salvare il salvabile, curare i tanti pazienti; i due sono amici, ma si sa, quando c’è il lavoro di mezzo, non sempre si riesce a raggiungere un accordo.
La scuderia dei dottori non è proprio da titolo mondiale insomma, e la squadra delle infermiere non è da meno; la capo-infermiera sembra una personcina ammodo ed è anche competente abbastanza da dare dei consigli ai due dottori di cui sopra.
Peccato che decida di sopperire alla mancanza di materiali riciclando siringhe usate, aveva tutte le doti per essere un personaggio positivo e invece se l’è giocate tutte.
C’è poi l’infermiera esperta con i modi sbrigativi e lo sguardo crudele e quella più imbranatella che infligge penitenze non necessarie ai poveri pazienti a causa della sua inesperienza.
A completare lo scenario apocalittico, oltre a dottori e infermiere esasperati e non proprio rilassati, ecco che giungono due episodi degni di nota.

Nonostante i continui no di uno dei due dottori, un’ambulanza lascia un malato gravissimo al pronto soccorso del “nostro” ospedale.
E poco prima, grazie ad un misunderstanding tra un dottore e l’infermiera imbranata, un paziente era deceduto in una delle pochissime stanze di questo ospedale.
La troupe di dottori e infermiere decide che la cosa non dovrà venir fuori e quindi decide di occultare l’accaduto, in che modo ve lo lascio scoprire.

In ogni caso, non credete che ci sia un minimo di tensione narrativa o chissà quale trama da raccontare, assolutamente no.
Le uniche cose che succedono sono o troppo scontate o troppo assurde e lo spettatore scandisce le riprese di questo ignobile match a suon di sbadigli.
Stavolta non si può nemmeno dire che l’idea fosse perlomeno originale, perché l’idea del virus inafferrabile che si diffonde in un ambiente chiuso non è certo nuova e nemmeno le implicazioni psicologiche di un virus sono cosa inventata da Masayuki Ochiai.
Questo regista nipponico ha firmato sceneggiatura e regia di questo “Infection” e forse sarebbe stato meglio se gli fosse presa una cancrena al momento della firma…
Rimanendo in ambito ospedaliero, direi che anche la maggior parte degli attori sono da ricovero e la colonna sonora non riesce a iniettare nemmeno un po’ di adrenalina nello spettatore.

Insomma “Infection” è un film da bocciare su tutta la linea, sono 90 minuti sprecati, sbadigli a go-go e continui movimenti in poltrona alla ricerca della posizione più comoda; per fortuna non ho speso un soldo per vedere questo film, fate lo stesso anche voi per favore. 

Adriano Lo Porto Giugno 2006

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