Recensione film horror Il Silenzio Degli Innocenti

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locandinaRegia: Jonathan Demme
Sceneggiatura: Ted Tally (tratto dal romanzo omonimo di Thomas Harris)
Attori: Jodie Foster, Anthony Hopkins
Produzione: U.S.A. 1991
Durata: 118’

Voto: 10/10

Uno spietato criminale, cui è stato attribuito il nome Buffalo Bill, rapisce giovani e formose donne per poi scuoiarle e tesserne macabri vestiti. La polizia, come si suol spesso dire, brancola nel buio. L’FBI, nella persona dell’agente Jack Crawford (Scott Glenn) incarica una giovane ed ambiziosa recluta, Clarice Starling (Jodie Foster), di recarsi nella cella d’isolamento del manicomio criminale per intervistare il dottor Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) e cercare di cavarne preziose informazioni. Tutti i precedenti tentativi sono falliti, e Crawford tenta di giocare l’ultima disperata carta: non un agente, ma una ambiziosa e ligia studentessa.

Uomo che anche dietro le sbarre conserva un suo (perverso) fascino e una classe fuori del comune, oltre che una fine cultura (più in là lo sentiremo disquisire su Marco Aurelio) sia nel linguaggio forbito sia nei modi, Hannibal ha alle spalle una carriera brillante di psichiatra criminale, con un unico “vizietto”: l’antropofagia, ovvero il cannibalismo.

Sì, perché il dottor Lecter ammazzava le sue incaute vittime e le cucinava. “Una volta un impiegato del censimento cercò di intervistarmi” – lo sentiamo dire nel suo primo traumatico (soprattutto per la donna) incontro con Clarice – “mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e del buon Chianti“.

Anche se elegante e misurato nei modi (8 anni d’isolamento più totale non hanno scalfito minimamente la sua classe), Lecter è pur sempre un pericolosissimo pazzo criminale, guardato a vista e diviso dal resto del mondo da sbarre e vetri infrangibili. Ma sono soprattutto i suoi occhi magnetici a colpire, ed ipnotizzare. La lucida follia traspare solo da essi.

Tra lui e Clarice si instaura un rapporto insolito. Nonostante l’aperta ostilità del direttore del carcere, Chilton (Anthony Heald) la donna riesce in qualche modo ad entrare nelle simpatie di Lecter, che sembra conoscere molto bene Buffalo Bill, se non di persona quantomeno conosce la sua mente, ed è l’unico che può indirizzare l’FBI sulle sue tracce. Ma Hannibal pretende in cambio un prezzo molto alto. Non tanto il trasferimento in un carcere più “umano” e con almeno una finestra, ma un “qui pro quo” con Clarice, ovvero uno scambio di informazioni. Hannibal collabora, ma pretende di conoscere alcuni dettagli sull’infanzia di Clarice… Infanzia alquanto dolorosa, il padre sceriffo morì assassinato, e lei andò a vivere da alcuni parenti, per poi fuggire dopo due mesi…

Ma l’incubo è solo agli inizi, perché il perfido Lecter, profondo conoscitore della psiche umana (è pur sempre un valente psichiatra, ed ha appena istigato al suicidio un detenuto) riesce a lavorare bene la mente della ragazza, facendo riemergere ombre spaventose dal suo passato. Perché è nella mente che risiedono i più spaventosi mostri. Intanto si scopre il vero nome di Buffalo Bill, Jamie Gumb (Ted Levine)…

Si desidera ciò che si vede tutti i giorni, è questa la chiave che indirizzerà la brava Clarice nella tana del lupo, questa la chiave che può far tacere per sempre gli agnelli (innocenti) negli abissi reconditi della sua mente, mentre l’FBI (classico) fa l’ennesimo buco nell’acqua. “Prima regola, Clarice, semplicità. Leggi Marco Aurelio, di ogni singola cosa chiedi che cos’è in sé qual è la sua natura”.

Qui mi fermo, rendendomi conto di aver svelato forse troppo della trama.

IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (titolo originale The Silence Of the Lambs, che probabilmente più si adatta al significato del film, in quanto la vicenda degli agnelli ha un significato importante, essendo il loro urlo ancora indelebile nella mente di Clarice) è un film diretto da Jonathan Demme, ed uscito nel 1990. La durata è di circa 113 minuti.

Un film che fece scalpore. Ricordo ancora il clamore e le polemiche che suscitò. Si può dire che in un certo senso aprì la cinematografia anni ’90, elevandosi al di sopra di tutta la produzione successiva.

Un cult movie che vinse ben 5 Oscar. Tra l’altro fu il primo thriller della storia del Cinema ad accaparrarsi i 5 Oscar fondamentali: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore, Miglior Attrice, Migliore Sceneggiatura non originale. Un onore capitato in precedenza solo ad altri due film: Accadde una Notte e Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo. Il film è quasi unanimemente considerato tra i migliori 10 della storia del Cinema.

Un film spiazzante, con due attori in stato di grazia. la bellissima (e bravissima, pensate che non ha mai neanche studiato recitazione) Jodie Foster, forse un’attrice che ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato, che all’epoca delle riprese aveva 28 anni. E su tutti Anthony Hopkins, con una recitazione perfetta. Una recente classifica poneva Hannibal Lecter tra i mostri più spaventosi del cinema, al pari del Jack Torrance di Shining. Opinione che mi sento di condividere appieno. Il film ebbe ben due seguiti (un sequel, Hannibal, ed un prequel, Red Dragon), che però non raggiunsero mai l’intensità del capostipite.

Il film è stato tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Harris. Libro che neanche a dirlo è stato un best-seller planetario, tradotto in moltissime lingue.
Ora, non mi azzarderò in giudizi, anche perché non ho letto il libro. Ho però letto molte polemiche, le solite, sulla fedeltà al libro originale. E’ una questione vecchissima, trita e ritrita. A mio personale giudizio trovo che sia una polemica sterile, in quanto è ovvio che un film non sarà mai del tutto fedele al libro. Questo perché sono due generi completamente differenti, ed allora a meno che non ci abituiamo a film di 5-6 ore, un film deve, nella sua pur breve durata, riassumere, tagliare, modificare. Anche stravolgere se necessario. Perché il genere è diverso. Pensiamo ad esempio al pur ottimo Il Nome della Rosa. Se Jean-Jacques Annaud avesse preteso di essere fedele ad Eco, non avrebbe potuto girare il film, in quanto solo la storia del labirinto (liquidato in poche battute nel film) avrebbe preteso un episodio a parte. Ciononostante il regista francese ha prodotto un risultato molto buono. Ma non divaghiamo.

Il soggetto del film inoltre prende in parte spunto anche dalla vita reale, e più precisamente dai crimini del serial killer Gary Heidnik.

Recentemente è uscito un elegante cofanetto (2 DVD, CECCHI GORI HOME VIDEO) al prezzo speciale di 11,90 Euro, che contiene un opuscolo di 8 pagine con indicazioni bibliografiche su Demme, Hopkins e Foster, ed alcune curiosità. Il secondo DVD contiene ben 100 minuti di extra: un lunghissimo “making of” (circa 1 ora) con tutte le interviste di rito, le note di produzione (8 minuti circa), le scene omesse e quelle scartate.

L’audio, disponibile in italiano ed inglese (il DVD EXTRA è sottotitolato in italiano) è in DOLBY 5.1.

Come definire IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI? Un poliziesco? Un thriller? Un horror? Non lo so. Io lo definirei semplicemente un capolavoro. Amo la semplicità. Proprio come il Dottor Hannibal Lecter.

Gabriele Fortino (ciao.it) 19.10.2004

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