Recensione film horror Il Regno del Fuoco
Regia: Rob Bowman
Sceneggiatura: G.Chabot, M. Greenberg, K.
Peterka
Attori: Christian Bale, M. Mc Counaghey
Produzione: GB, Irlanda, U.S.A. 2002
Durata: 101’
Voto: 4/10
Continuo la mia rassegna di film semisconosciuti, facenti parte della mia collezione per qualche tempo solamente con la funzione di “acchiappapolvere” e casualmente, in una serata di pazzia, rispolverati (nel vero senso della parola)!
Siamo a Londra, ai giorni nostri, non so se è specificato proprio l’anno; la telecamera segue la corsa a perdifiato di un ragazzino che raggiunge sua mamma al lavoro.
Il ragazzino è ben voluto da tutti i colleghi di sua mamma (e qui sorge il dubbio che anche la mamma sia ben voluta dai suoi colleghi, ma lasciamo perdere…) e riceve saluti festosi da tutti mentre si reca nel sotterraneo per raggiungere la mamma.
Eh, già, perché sua mamma è a capo di un progetto che ha a che fare con la metropolitana e perciò passa il suo tempo nei cupi e spaventosi tunnel sotterranei di Londra, storicamente fulcro di vicende misteriose nel corso dei secoli.
Fatto sta che il ragazzino, annoiato perché la madre è indaffarata si avventura in uno di questi tunnel e vi assicuro che sembrava un globulo bianco alla scoperta del corpo umano; comunque il ridente bambino passeggiando allegramente per il tunnel manco fosse Piccadilly Circus si imbatte in qualcosa di strano che gli spara addosso una fiammata impressionante.
Ovviamente al primo colpo non si fa niente, la madre lo recupera e pensando ad un possibile incidente con i lavori, si mette in fuga insieme al figlio con l’ausilio dell’ascensore che li avrebbe portati in superficie.
Ma la mammina non aveva fatto i conti con la possibilità che la fiammata venisse dritta dritta dalla gola di un drago che se ne stava accucciato in quel tunnel da secoli e il cui sonno era stato disturbato da un maledetto bambino rompicoglioni.
Il drago, visibilmente alterato per la sveglia inattesa, sfascia tutto, ivi compreso il cranio della madre di Quinn, e se ne scappa beatamente nei cieli; pensatevi per un attimo su un volo Alitalia Milano-Londra e immaginatevi un immenso drago che vi spunta affianco e vi sorride malignamente prima di incenerirvi o peggio di scambiarvi per un drago femmina e ingravidarvi.
Tornando alla trama, successivamente la vicenda si sposta nel 2020, quando Quinn è il capo della comunità di circa duecento persone che cerca di essere autosufficiente, perché in una terra così desolata e con gli attacchi continui delle migliaia di draghi presenti sulla terra, non è certo basso il costo della vita. E noi che ci lamentiamo degli aumenti sulle verdure!
Comunque all’interno di questa comunità ovviamente ci sono dei dissidenti e le lotte intestine, ovvero tra intestini, non sono poche vista la scarsità del cibo. Voci di corridoio dicono che ci fossero anche scommesse in nero sulle battaglie tra intestini e che il moderatore fosse Ascanio.
A turbare la felice convivenza di questa comunità giunge un plotone di supersoldati americani che fanno collezione dei dentoni dei draghi da quanti ne hanno uccisi; sono dotati di potenti mezzi, di armi a non finire e di uomini e donne superpreparati per uccidere i simpatici nemici.
Insomma si parla di trecento persone, di cui più della metà bambini non arruolabili, contro almeno il triplo di draghi, ma c’è una postilla in tutto ciò, perché si scopre che….
Non velo svelo…insomma la trama è talmente tanto “appassionante” che mi sentirei in colpa a preannunciarvi il seguito della storia; Quinn è uno dei protagonisti, lo si capiva dalla prima scena in cui vedeva il drago uccidere sua madre, mentre l’altro protagonista è Van Zan, il capo dei supersoldati, un duro con una faccia veramente poco rassicurante.
Ahimè stavolta non posso salvare nemmeno la sceneggiatura, in cui solitamente spulcio una buona caratterizzazione dei personaggi o qualcos’altro per non affondare del tutto il film, e invece niente da fare.
Le interpretazioni di Christian Bale e Matthew Mc Counaghey sono discrete, l’insolito ruolo da cattivo del secondo può essere l’unico richiamo per la visione del film.
E veniamo ora alla regia: caro Rob Bowman mi hai deluso! Il regista del primo film di “X-Files” e di parecchi episodi della mitica serie, ha preso una grande cilecca, sarà pure un appassionato di draghi, ma i soli effetti speciali sui draghi e sul loro fuoco non possono certo servire a coprire la penosissima sceneggiatura di questo film.
Se non erro, correggetemi se sbaglio, “Il regno del fuoco” è anche un videogioco e forse è sulla scia del successo di questo che hanno realizzato il film, anche perché vedo improbabile il processo inverso visto lo scarsissimo successo del film.
Concludendo, mi sento di consigliare questo film unicamente agli appassionati di storie di draghi&friends, giusto per poi leggere la loro recensione che stronca anche le pretese scientifiche di questo film!
Adriano Lo Porto 16.09.2004