Recensione film horror Hellraiser I

Recensioni

locandinaRegia: Clive Barker
Sceneggiatura: Clive Barker
Attori: Andrei Robinson, Clare Higgins
Produzione: U.S.A. 1987
Durata: 90′
Note: Vietato ai Minori di anni 14

Voto: 7,5/10

TRAMA
Frank è un avventuriero, sempre in giro per il mondo, alla ricerca del piacere. Non fatevi però ingannare! Non è certo un esteta di D’Annunziana memoria: Frank cerca esclusivamente il piacere sessuale, tramite le più strane e perverse pratiche amatorie!
Durante uno dei suoi viaggi, Frank riesce ad acquistare da un arabo una scatola cubica, di legno, dalla superficie dorata e ricoperta di strane incisioni. Si tratta della “Lament Configuration“, un rompicapo dalla difficilissima soluzione (niente a che vedere con il cubo di Rubick eh!). Secondo la leggenda, il risolutore del rompicapo potrà usufruire di nuovissime e sconosciute esperienze, sperimentando un piacere che va oltre i limiti della conoscenza umana.

Ma non è proprio così…o almeno in parte…insomma, lo sanno tutti che nei film horror le leggende sono solo specchietti per le allodole!

Frank utilizza la scatoletta…riesce ad aprirla…e viene assalito dai Supplizianti, che lo fanno a pezzettini (nel vero senso della parola).

Dopo qualche anno una coppia di sposini decide di trasferirsi nella stessa casa che ha visto la morte di Frank.

Lui è Larry, fratello di Frank, al secondo matrimonio (la prima moglie è morta). Un po’ “fessacchiotto”, ma molto amorevole e protettivo. Lei è Julia, non ama il marito, ma non sa come liberarsene (lui evidentemente è un riccone). In passato ha tradito il marito proprio con Frank, diventandone la schiava per le pratiche sessuali più perverse.
Completa il felice (??) quadretto famigliare Kirsty, figlia adolescente di Larry e della sua prima moglie.

Durante il trasloco accade l’imprevisto: Larry si taglia con un chiodo…gocce di sangue cadono copiose sul pavimento…e finiranno per risvegliare nottetempo l’anima di Frank, che resuscita dal pavimento.
L’uomo è ancora un ammasso di organi e ossa, ha assoluto bisogno di sangue per rigenerarsi e chiede l’aiuto di Julia per raggiungere il proprio scopo.
La donna, evidentemente innamorata di Frank, inaugura il format “Bed & Kill“: abborda cioè degli uomini soli, li porta a casa con la scusa di…e poi li uccide a martellate. Il corpo viene risucchiato dallo zombie-Frank, che mano a mano si avvicina alle sue originali sembianze umane.
Bisogna però sbrigarsi…i Supplizianti, capitanati dal mitico Pinehead, hanno saputo della fuga di Frank e lo rivogliono indietro…

Tra i due litiganti, si inserirà la figlioletta Kirsty, perseguitata da un barbone che sicuramente nasconde qualcosa…E il film è servito!

I SUPPLIZIANTI

Non si può parlare di Hellraiser senza accennare ai demoni Cenobiti e all’universo di Barker. Clive Barker, come molti di voi sapranno, è uno scrittore horror, tendente al fantasy, che riempie le proprie storie di sangue a fiumi, violenza e perversione, dal retrogusto decisamente sado-maso. Nel 1986 scrisse un racconto che pose le basi per la storia di Pinehead e di tutto l’universo che lo circonda, il racconto si intitola “Hellbound Heart“, ma il tutto verrà ripreso e ampliato in alcune novelle presenti nei 6 volumi “Books Of Blood“.

Non dirò nulla a proposito della antica identità umana dei demoni Cenobiti, né accennerò qualcosa sulla loro funzione all’interno dell’universo di Barker. La bellezza della saga “Hellraiser” sta proprio nel fatto che nei primi quattro episodi (sugli ultimi due stendiamo un velo pietoso!) lo spettatore viene a conoscenza di tutto…ma poco a poco. Solo nel secondo episodio si scoprirà l’identità di Pinehead…per sapere invece la storia della scatola cubica bisognerà aspettare addirittura il quarto episodio. Perciò mi limiterò alle informazioni relative a questo primo film.

I Supplizianti (“per qualcuno siamo Demoni, Angeli per altri…“) vengono a prendere chi apre la scatola. Essi vivono nella dimensione Cenobitica, dove il confine tra piacere e dolore è stato varcato e il piacere estremo si rivela essere un intenso dolore psicofisico (“non piangere perché sprecare tanta sofferenza in questo modo?“). Chi viene catturato dai Supplizianti è quindi costretto per l’eternità a subire le loro torture (quella inflitta a Frank consiste in tanti uncini che, fissati a un pilastro rotante, lo tirano da tutte le parti fino a che non si spacca in tanti pezzi).

Gli stessi Supplizianti rispecchiano il loro universo: vestiti con tutine di cuoio nere da provetti sadomaso, hanno inflitto torture anche ai propri corpi. Pinehead, il capo, ha la testa ricoperta di chiodi, un altro ha la gola tenuta aperta da filo di ferro, un altro ancora si è cavato gli occhi (porta giustamente gli occhiali da sole per ciechi) e si è riservato lo stesso trattamento del cenobita precedente, solo che lui ha scelto di tenersi aperto il ventre. L’ultimo demone infine è completamente senza viso, sulla sua testa rugosa è rimasta solo la bocca, dotata di denti scoperti che egli batte in continuazione.

Inizialmente (e per volere di Barker) i Supplizianti avevano un ruolo marginale ma, per esigenze di marketing e a causa del successo riscosso dai primi due episodi, dal terzo episodio Pinehead diverrà il vero protagonista: una spietata macchina per uccidere (200 vittime in un solo episodio…nemmeno tutti gli episodi di Nightmare e Venerdì 13 messi insieme arrivano a tante vittime!)…nonché un gadget da vendere ai fan.

COMMENTO
Deluso e amareggiato da due orrende (non nel senso horror del termine) trasposizioni cinematografiche della sua novella, Clive Barker nel 1987 decise di girare un film “fai da te” come era già successo a Stephen King in occasione di Shining (miniserie TV).
Barker è però riuscito a trasportare sulla pellicola le atmosfere irreali, cupe e soffocanti che già aveva messo su carta…fondando uno dei simboli dell’horror degli anni ’80, oltre che una delle serie horror più riuscite (ahimè Barker riuscirà a metterci lo zampino solo fino al terzo episodio, poi i produttori riusciranno a sbarazzarsi di lui e del suo tocco anticommerciale).

Il budget e l’esperienza dietro alla cinepresa sono assai limitati…e si vede. Gli effetti speciali non sono dei migliori (ne risentono soprattutto i mostri, ma ricordiamoci che siamo appena negli anni ’80!), gli attori sono piuttosto “cani” (a eccezione di Doug Bradley che sta a Pinehead come Robert Englund sta a Nightmare), la colonna sonora è la classica colonna sonora anni ’80…ma lasciamo perdere gli effetti sonori! Quando Frank succhia la vita dai corpi vi ricorderà un bambino che cerca di prosciugare con la cannuccia le ultime gocce del suo frappè…non molto spaventoso! Il finale inoltre è un po’ stiracchiato, direi quasi deludente: questa è sicuramente la grande pecca di Hellraiser.

Nonostante queste falle, le atmosfere claustrofobiche catturano gli spettatori e li conducono nella galleria degli orrori che il regista ha riservato per loro. Scopo originale dello scrittore-regista era infatti inorridire lo spettatore piuttosto che intrattenerlo. Abbondano dunque le scene di sangue a fiotti e le immagini disgustose, come il topo tagliato a metà o i topini inchiodati per la gola…

Menzione a parte per la scena della resurrezione di Frank…davvero bella…inizialmente vi sembrerà un ragno gigante che esce dal pavimento!

In definitiva, si tratta di un film più “adulto” (per i temi trattati) e “violento” rispetto ai vari Nightmare, Venerdì 13, Halloween…vi consiglio pertanto di vedere non solo questo primo episodio ma anche i tre successivi.

OCCHIO ALLA CENSURA!
Essendo la serie horror più violenta e perversa che ci sia, ogni episodio di Hellraiser è stato soggetto alla solita pesante censura. Episodi come il terzo e il quarto sono praticamente usciti snaturati e imbruttiti dai tagli.
Per fortuna questo primo film è stato risparmiato: sono state tagliate “solo” le scene in cui Julia uccide a martellate gli uomini abbordati. Nella versione originale questi la imploravano a lungo e le martellate erano molte…non due come nella versione tagliata! Ancora una volta la censura si è resa colpevole di aver tolto quel pizzico di pathos che ai film horror fa tanto bene…

Daniele Del Frate 29.12.2004

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