Recensione film horror Halloween VI – La Maledizione di Michael Myers

Recensioni

locandinaRegia: Joe Chappelle
Sceneggiatura: Daniel Farrands
Attori: Donald Pleasence, Mitchell Ryan, Paul Rudd
Produzione: U.S.A. 1995
Durata: 81′

Voto: 5/10

Premessa per quei rarissimi casi di chi ignori l’esistenza di Michael Myers: è il killer che la notte di Halloween scatena la sua follia omicida seguendo, però, un preciso disegno (“c’è una logica dietro la pazzia di Michael Myers” dice il protagonista di questo sesto episodio), cioè uccidere i suoi consanguinei. Egli ha, infatti, brutalmente interrotto fino ad ora, le vite delle sue sorelle e di sua nipote.
A distanza di sei anni dalle ultime barbarie di Michael Myers il paese di Haddonfield riscopre la festa di Halloween vietata dopo che il killer, sua nipote Jamie e alcuni poliziotti sembrava fossero rimasti uccisi in un’esplosione. In realtà per tutto questo tempo Jamie è stata segregata da una setta che venera il pluriomicida come incarnazione del male e ingravidata col seme dello zio per dare alla luce l’ultima vittima sacrificale di un lungo progetto malefico di tradizione celtica cominciato molti anni prima proprio con Myers. Dopo aver partorito, la donna cerca di fuggire con il pargolo, ma gli adepti della setta sguinzagliano Michael, anche lui vivo e vegeto, per uccidere Jamie, ed appropriarsi del neonato. Egli, però, non riesce a portare a completa conclusione il suo compito, massacra, infatti, la nipote ma non trova suo figlio. Il bimbo è stato nascosto dalla mamma in un armadietto e viene preso e portato in salvo da Tommy Doyle. Quest’ultimo è colui che all’età di otto anni uscì vivo da un incontro ravvicinato con il killer; proprio la notte in cui il folle entrò in azione per la seconda volta, infatti, il suo bersaglio, la sorella Laurie Strode faceva da baby-sitter a Tommy. Traumatizzato da quell’ormai lontano Halloween il ragazzo ha intrapreso la sua personale lotta contro Myers documentandosi in continuazione non solo sulla vita del folle ma anche sui quei riti celtici che con “la maledizione del Thorn” (tradizione secondo cui un bambino nella notte di Halloween dove essere offerto al demone del male Thorn in sacrificio di un’intera tribù) hanno portato il male a Haddonfield.

Intanto Myers, messosi alla ricerca del bimbo, torna in quella che era la sua casa in cui ora abitano gli Strode, una (sfasciata) famiglia imparentata con quegli Strode che adottarono la Laurie sorella dell’assassino. Il mostro ovviamente non si risparmia uccidendo tutti coloro che in qualche modo ostacolano il suo malefico cammino. Toccherà, dunque, a Tommy, il dottor Loomis e a Sahara Strode unica superstite della famiglia insieme al figlioletto Denny (il quale vede e sente la voce del mostro, stessa sventura che capitò a Jamie come racconta il capitolo precedente) salvare il figlio di Jamie e combattere Michael e seguaci.
Con questo sesto episodio prendiamo coscienza di ciò che ha portato Michael Myers alla follia pura e facciamo la conoscenza di chi ha deciso per lui una simile vita e lo manovra come un burattino. Michael ormai è uno dei principali boogyman (pari a Jason e Freddy) ma non è un automa come Jason (il boogyman di “Venerdì 13“), è, invece, animato da qualcosa che giace dentro di lui da sempre, il male, e qui lo scopriamo, addirittura guidato da persone che praticano riti leggendari.
Rincontriamo personaggi del primo episodio come Tommy Doyle (ben interpretato dal giovane Paul Stephen Rudo) ed il dottor Wynn, l’uomo vestito di nero che già compare alla fine del quinto capitolo “La vendetta di Michael Myers” liberandolo dalla prigione di Haddonfield, e riaffiorano elementi già accennati in “Halloween II” (la tradizione del “Samhien”) la saga, dunque, si conferma una vera e propria telenovela ed è ormai tutta orientata verso un filone “demoniaco”. La colonna sonora sempre la stessa di John Carpenter.
Assistiamo all’ultima performance del grande Donald Pleasance nelle vesti del dottor Loomis. L’attore, infatti, morirà inaspettatamente a soli due mesi dalle riprese e prima di giudicare è doveroso far presente che questo triste evento ha impedito la buona realizzazione di “Halloween VI“. Improvvisamente, infatti, la produzione ha dovuto rinunciare al plot originale che focalizzava proprio sul personaggio di Donald Pleasance, l’andamento della vicenda. Così, gran parte delle scene sono state tagliate, rifatte o modificate nel modo più veloce possibile. Il risultato è che il film snoda tutti insieme e velocemente una serie di elementi giocandosi così elementi importanti come tensione e chiarezza. Ciò è motivo dell’imprecisione di alcune scene, dell’incomprensibilità di altre (le urla di Loomis, la ribellione di Michael alla setta, il ruolo del figlio di Sahara Denny) e della confusione che si avverte più volte durante la pellicola.
Un film, insomma, molto complesso da prendere “a piccole dosi” e dal destino avverso.

Clementina Zaccaria 06.02.2007

Argomenti Correlati: HalloweenHalloween IIHalloween IIIHalloween IVHalloween VHalloween VIHalloween VIIHalloween VIII

Guarda la Locandina Originale

SCRIVI PER OCCHIROSSI.IT