Recensione film horror Halloween V – La Vendetta di Michael Myers

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locandinaRegia: Dominique Othenin-Girard
Sceneggiatura: Shem Bitterman, Michael Jacobs
Attori: Donald Pleasence, Ellie Cornell, Beau Starr
Produzione: U.S.A. 1989
Durata: 90′

Voto: 6.5/10

Il restio a morire Micheal Myers, come se le decine di pallottole indirizzatigli in “Halloween IV” non lo avessero raggiunto neanche da lontano, riesce, grazie a dei movimenti degni del più agile contorsionista, ad arrivare nella dimora di un pescatore in cui rimarrà finché le forze, esattamente un anno dopo, il giorno di Halloween, gli si ripresenteranno. E il criminale non perde tempo: si mette subito alla ricerca della nipotina Jamie. Questa, in cura presso un ospedale di psichiatria infantile a causa di gravi crisi nervose che le provocano violentissime convulsioni e mutismo, è dotata di particolari poteri grazie ai quali sembra essere collegata telepaticamente al killer e riesce a vederlo in tutti i suoi movimenti, dunque, suo malgrado, è capace di percepire anche quando e dove lo zio colpirà.

Jamie quindi, si accorge subito che Myers sta ritornando, così le forze dell’ordine si mobilitano per cercare di fermare il folle una volta per tutte. Alla polizia si unisce il tenacissimo dottor Loomis, il quale, nonostante i problemi fisici sempre più invasivi, continua imperterrito a braccare il suo eterno nemico.
Tra un’abbondante quantità di omicidi e sangue, affannosi inseguimenti e anche un paio di faccia a faccia niente male, la vicenda arriva alla cattura del maniaco omicida che sarà rinchiuso in una prigione di massima sicurezza a Haddonfield. Ma poco dopo l’arresto, un losco personaggio vestito di nero, che vediamo comparire misteriosamente per tutta la durata del film, libera lo spietato killer. Ecco, così, Michael Myers nuovamente a piede libero! (Della serie: “Non sappiamo proprio come creare l’input per il successivo sequel e piazziamo il primo dark da novello aiutante…”).
La pellicola, scorre abbastanza velocemente e gode di buon ritmo, la tensione latita forse solo nella parte iniziale, e alcuni momenti, come quello dello scontro con Loomis nel finale, e la scena del confronto fra Michael Myers e Jamie (davanti alla quale il boogeyman per la prima volta si leva la maschera) risultano particolarmente riusciti.In lieve aumento, inoltre, rispetto ai sequel che precedono, l’effetto splatter (per esempio la scena della morte di Rachel, la sorellastra di Jamie). Il film però cade clamorosamente in una lapalissiana mancanza di idee; la storia, infatti, non aggiunge nulla sul pazzo di Haddonfield e ciò rivela la vera (e prevedibile) natura dell’esistenza di “Halloween V“: fare ancora soldi sfruttando un nome, quello di Michael Myers, che noto com’è, non può far altro che essere “uno specchio per le allodole”. L’ unica, per altro irrisoria, parvenza di novità è una quasi impercettibile critica alla superficialità adolescenziale che nel periodo degli anni ’80 imperversava (vedi “Venerdì 13” e i suoi tantissimi seguiti) e forse avrà trovato nello spirito d’identificazione della regista (Dominique Othenin-Girard) motivo dell’ennesima applicazione.   
Bravissimi ancora una volta Danielle Harris (Jamie) e Donald Pleasance nei panni dell’inossidabile (ed immancabile) dottor Loomis il cui ruolo qui sembra leggermente diverso da quello cui i quattro precedenti episodi ci avevano abituati: la caparbietà che caratterizzava lo psicologo qui lascia il posto all’esasperazione di un uomo che insegue il suo acerrimo nemico ormai più per soddisfazione personale che per il bene della collettività.
Tirando le somme “Halloween V – La vendetta di Michael Myers” è una pellicola che sicuramente soffre dei principali difetti tipici di un sequel, primi fra tutti il finale scontato e il confronto perso in partenza con la pellicola capostipite, ma, ha comunque il merito di riuscire a intrattenere discretamente lo spettatore. Non siamo, quindi, assolutamente di fronte ad un capolavoro (come lo fu “Halloween – La notte delle streghe“, il primo della serie, (all’epoca dell’uscita nel 1978) ma non è neanche uno di quegli horror sciatti e raffazzonati che purtroppo capita spesso di guardare. 

Clementina Zaccaria 03.02.2006

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