Recensione film horror Halloween IV – Il Ritorno di Michael Myers
Regia: Dwight H. Little
Sceneggiatura: Alan McElroy, Benjamin Ruffner, Larry Rattner, Dhani Lipsius
Attori: Donald Pleasence, Ellie Cornell, George Wilbur
Produzione: U.S.A. 1988
Durata: 99′
Voto: 7/10
Dieci anni dopo la tremenda notte di Halloween, ben narrata in “Halloween“ ed “Halloween 2“, la notte che sconvolse il dottor Loomis e la bella Laurie Strode, l’orrore ritorna… il folle omicida Michael Myers, infatti, durante il trasferimento da un manicomio criminale all’altro riesce a sfuggire alla sorveglianza di medici e poliziotti e subito si mette sulle tracce della nipote, la piccola Jamie, che la famiglia Carter, per la quale Laurie lavorava come baby-sitter, ha amorevolmente adottato.
Intanto Loomis, uscito sfigurato e claudicante ma miracolosamente vivo dall’esplosione che lo coinvolse insieme a Myers quel 31 ottobre di dieci anni fa, venuto a sapere della fuga di colui che egli stesso definisce “l’incarnazione del male” raggiunge il paesino dove dimorano i Carter per affrontare di nuovo l’assassino, suo inossidabile tormento.
In aiuto di Jamie, dunque, oltre al dottore, c’è anche la sorellastra Rachel, la quale sarà quasi sempre al suo fianco proteggendola in modo efficace e premuroso ed alla fine il killer sarà crivellato da decine di colpi e Loomis esclamerà felice che Michael è andato all’inferno… (non cantate vittoria vi preannuncio che ad “Halloween 4” sono seguiti altri 4 sequel) ma in uno stupendo colpo di scena finale scopriremo che la bambina non è poi così ingenua ed indifesa come sembrava…non dimentichiamo che nel dna della piccola latita una stretta parentela con Michael Myers!
A dieci anni di distanza da “Halloween – La notte delle streghe“, la pellicola del 1978 di Carpenter pioniera degli slasher-movie, esce, alquanto in sordina, il quarto capitolo della saga: “Halloween IV -Il ritorno di Michael Myers“.
Un ritorno in grande stile quello di Myers anche perché qui, a parte soltanto il malconcio dottor Loomis, non c’è un vero e proprio nemico di Michael (si avverte, infatti, la mancanza di Laurie Strode, sua antagonista nei primi due episodi); è infatti lui il personaggio protagonista, purtroppo mal riportato sullo schermo da George Wilbur che non è neanche lontanamente paragonabile a Nick Castle, attore che nel primo episodio diede una bellissima prestazione.
Un film nel complesso di buona fattura che ben realizza l’intenzione di proseguire il lavoro diCarpenter; la trama, infatti, si collega coerentemente con la storia che precede (non a caso una delle principali caratteristiche distintive della serie di Halloween è proprio la continuità) e lo stile è quello di sempre: tensione e niente splatter, anche la colonna sonora è la stessa (quella di Carpenter appunto).
Ci sono però, durante la visione, alcuni grossi passi falsi che bastano a far declassare la pellicola quasi ai livelli di un sequel qualsiasi;la storia, infatti, pur essendo ben confezionata, a tratti perde completamente di vista il filo conduttore soffrendo di almeno un paio di inserimenti di troppo (superflui per esempio il personaggio del prete ubriaco e la storia tra Rachel e Broby su cui il film si sofferma parecchio), con la conseguenza che nella parte iniziale e finale la pellicola gode di buoni livelli di tensione, ma poi nella zona centrale la carica si affievolisce notevolmente
Sceneggiatura e regia, inoltre, sono sempre più distratte e sciatte quasi che sulla squadra che ha lavorato per questo film, in primis sul regista, il mestierante Little, pian piano prendano il sopravvento la rinuncia ad offrire un’opera ben architettata, e la rassegnazione a proporre un prodotto di nicchia che vive all’ombra del primo.
Insomma, un peccato ma sicuramente da rivalutare.
Clementina Zaccaria 13.11.2006
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