Recensione film horror Frankenstein Junior
Regia: Mel Brooks
Sceneggiatura: Gene Wilder, Mel Brooks
Attori: Gene Wilder, Marty Feldman, Peter Boyle
Produzione: U.S.A. 1974
Durata: 106’
Voto: 10/10
Il Professor Frederik Frankensteen è un luminare della medicina, eminente chirurgo e professore universitario. Egli è il nipote del pazzoide Dottor Frankenstein, che qualche anno prima aveva fatto mostruosi esperimenti sugli esseri umani.
Frankensteen rinnega il passato della sua famiglia, tanto da aver cambiato cognome, ma il destino è con lui beffardo. Nominato erede universale dal nonno, Frederik ottiene l’immenso castello dell’anziano scienziato e qui vi si trasferisce, abbandonando momentaneamente Elizabeth, la sua casta fidanzata, che lo raggiungerà in seguito.
Ad attenderlo in Transilvania ci sono il gobbuto e strabico Igor, la popputa Inga e la misteriosa Frau Blücher (iiiiiiiiiiihhh!).
Una notte, guidati dal violino di Frau Blücher (iiiiiiiiiiiiiiiihhh!), Frankensteen, Igor e Inga scoprono il laboratorio segreto dello scienziato pazzo.
Il diario dell’avo colpisce profondamente l’animo di Frankensteen che, caduto nella stessa spirale di follia del nonno, riattiva il laboratorio e si prepara a dare vita ad una orrenda creatura.
Il resto è storia: la creatura si rivelerà inaspettatamente buona, ma poco intelligente. Terrorizzati dal suo orribile aspetto, i villani ne avranno paura e, guidati dall’Ispettore Hans Wilhelm Friederich Kemp, cercheranno di ucciderla, scatenandone l’ira. Nel mezzo, il Professor Frankenstein (nel frattempo ha ripreso il nome di famiglia) cercherà di mettere in salvo la sua creatura che però, a sua insaputa, ha rapito Elizabeth.
Sarebbe un po’ pretenzioso mettersi a recensire questo film, dopo che mi hanno preceduto numerosissime persone e soprattutto dopo che il tempo lo ha consacrato a capolavoro immortale della commedia. Questa è LA parodia.
Girato interamente in bianco e nero, per coerenza con le pellicole che lo hanno ispirato, “Frankenstein Junior” (titolo originale “Young Frankenstein”) fa il verso ai vecchi film che hanno fatto la storia dell’horror. Il risultato è un insieme di gag e battute molto riuscite, veri e propri tormentoni per molte generazioni.
La gobba di Igor che cambia continuamente posizione, il battibecco sulla pronuncia dei cognomi, i cavalli che nitriscono ogni qual volta che viene pronunciato il nome di Frau Blücher (iiiiiiiiiiiiiiiihhh!), lo sciagurato “Potrebbe piovere” pronunciato nel cimitero, lo stupidissimo accento tedesco che hanno i transilvani…trovate geniali che colpiscono ancora oggi lo spettatore di e che, a mio parere, continueranno a farlo ancora per molti anni. Non dimentichiamo inoltre che “Frankenstein Junior” ha avuto una grande influenza su molte parodie e commedie successive ad esso.
Schwanzstücka, che film!!
CITAZIONI
L’opera di Mel Brooks è ricca di citazioni, più o meno evidenti, ai grandi film horror del passato. Il film coglie molti dei suoi aspetti dalla “trilogia” degli anni ’30 basata sulla creatura di Mary Shelley: “Frankenstein” del 1931, “Bride of Frankenstein” (“La sposa di Frankenstein”) del 1935 e “Son of Frankenstein” (“Il figlio di Frankenstein”) del 1939.
Dal primo film sono stati ripresi i personaggi e la storia, così come sono stati usati lo stesso castello e le stesse scenografie del laboratorio. Del film del ’31 è stata “rifatta” in chiave comica una scena con una bambina che, nella versione originale, veniva scaraventata in un pozzo. Anche la parrucca molto particolare che viene indossata da Elizabeth nelle scene finali, risale al film “Frankenstein”.
Dal film del 1935, “La Sposa di Frankenstein”, è stata ripresa la scena del frate eremita, che nella versione originale benediva il mostro.
Dal terzo, “Il Figlio di Frankenstein” del 1939, sono stati “ripescati” il personaggio di Igor e quello dell’Ispettore Kemp (con tanto di braccio di legno).
Ma non finisce qui!
La scena che vede il Professor Frankensteen e Igor rubare un cadavere al cimitero è stata girata vicino alla chiesa in cui Greer Garson si è sposata ne “La Signora Miniver” del 1942, mentre la sequenza alla stazione ferroviaria si avvale delle scenografie usate per l’arrivo di Ronald Colman in “Prigionieri del Passato“, sempre del 1942.
Per finire, nella scena dell’assalto al castello da parte degli abitanti del Villaggio è stato utilizzato il set de “I Fratelli Grimm” del 1962.
CAMEO
Che Mel Brooks sia uno svitato geniale non è una novità, ma il cameo che ha realizzato in “Frankenstein Junior” è davvero molto particolare: la voce del regista compare in due scene e non è stata nemmeno accreditata nei titoli di coda. Nella prima occasione, Brooks ulula nella nebbia, lanciando di fatto la famosissima battuta di Igor “lupo ululà, castello ululì”. Nella seconda scena, lo troviamo invece nel ruolo di un gatto ferito, colpito da una freccetta che Frankensteen ha tirato fuori dalla finestra.
CURIOSITA’
Peter Boyle, la creatura, prima di fare l’attore era un monaco dell’ordine dei Fratelli Cristiani. Nel 1982, Marty Feldman, l’attore che ha interpretato Igor, è morto a Città del Messico, per un avvelenamento da molluschi, durante le ultime riprese del film “Yellowbeard“, nelle quali sarebbe dovuto morire.
Le scenografie del laboratorio, ideate da Kenneth Strickfaden per il primo “Frankenstein” del 1931 e qui riutilizzate, sono state da lui conservate fino alla sua morte. Lasciate in eredità a Ed Angel, un suo amico che le tenne nel suo negozio di scenografie, in Texas, sono state in parte utilizzate per diversi film, tra cui “Powder” e “Terminator“. Nel 1996, poi, furono vendute al museo Studios di Las Colinas, a Irving (Texas), e sono tuttora incluse nel tour degli studi che viene fatto fare ai visitatori.
Daniele Del Frate Aprile 2006