Recensione film horror Frailty

Recensioni

locandinaRegia: Bill Paxton
Soggetto e Sceneggiatura: Brent Hanley
Attori: Bill Paxton, Matthew McConaughey
Produzione: U.S.A. 2001
Durata: 100′

Voto: 7.5/10

“Frailty” è un film diretto da Bill Paxton e interpretato dallo stesso insieme a Matthew McConaughey.
Dopo averlo visto tante volte sugli scaffali di Blockbuster e non averlo mai preso, finalmente l’ispirazione mi è giunta quando lo davano insieme ad una rivista ad un prezzo decisamente interessante; tra l’altro ne approfitto per sottolineare come il prezzo dei Dvd stia finalmente scendendo entro limiti sopportabili dopo i due-tre mesi di vendita a prezzo pieno immediatamente dopo l’uscita del Dvd.

Le premesse erano, ancora una volta, quelle di un thriller con le mani in pasta nel demoniaco e come ho ricordato in altre recensioni su questo sito, i risultati di questi thriller demoniaci non sono stati molto significativi e questo “Frailty” non si distingue dalla massa, anche se mantiene un suo fascino, sicuramente derivante dal modus narrandi.
Il film ci presenta dapprima un agente dell’Fbi, William Doyle, che si reca al quartier generale dei federali a Dallas, perché chiamato in piena notte: c’è un uomo nel suo ufficio che desidera espressamente parlare con lui e, con lui solo, dice di poter risolvere il caso a cui sta lavorando. Dice di sapere chi è il killer chiamato “mano di Dio”; questo killer ha già fatto sei vittime, solo della prima ha fatto ritrovare il corpo, al posto degli altri corpi sono stati ritrovati solo bigliettini farneticanti sulla missione epurativa affidatagli da Dio.

Fenton, il superteste, dice all’agente Doyle che è suo fratello Adam il responsabile di quelle uccisioni e per prima cosa racconta la serata di una settimana prima, quando si trovava a casa, spaparanzato sul divano a vedere la televisione e ricevette una telefonata da suo fratello; una telefonata dal tenore molto strano, dato che Adam gli dice che da solo non ce la fa a distruggere tutti i demoni e gli chiede di mantenere fede alla promessa di seppellirlo nel roseto di casa, ma Fenton non fa in tempo a farlo ragionare, di fermarlo, perché Adam mette giù la cornetta e si spara.

L’agente Doyle non è molto propenso a credere a questo giovanotto e allora fa una telefonata allo sceriffo di Thurman, dove i due fratelli vivevano, una sua assistente racconta che Fenton ha rubato un’ambulanza e ha sottratto il corpo di suo fratello dall’ospedale, allora l’agente Doyle inizia a convincersi un attimino, torna nel suo ufficio e qui inizia il racconto vero e proprio di Fenton, quello che parte dalla sua infanzia e arriva ai giorni nostri.

Fenton e Adam erano due fratelli molto affiatati, Fenton era più grande di tre anni e allora si prendeva cura della famiglia, il padre tornava a casa la sera e Fenton faceva da mangiare per tutta la famiglia, la madre era morta dando alla luce Adam; nonostante questo quadretto non certo ordinario, i tre vivevano davvero felicemente, avevano un rapporto di sincero affetto e si divertivano a stare insieme.
Questo finché una notte il padre non irrompe nella stanza dei figli in piena notte e dice loro che gli è apparso un angelo annunciatore, quest’angelo gli ha detto che il giorno del giudizio si avvicina, che loro sono stati scelti da Dio per distruggere i demoni che si confondono tra gli umani, loro saranno “la mano di Dio”.

Lascio a voi il proseguo, le implicazioni sono diverse, i due fratellini prendono in modo molto differente le parole del padre e le sue azioni; la narrazione, nonostante sguazzi nell’ambito del paranormale, dell’assurdo, del misterioso, va avanti abbastanza lineare fino agli ultimi quindici-venti minuti, in cui bisogna stare attenti e far andare bene il cervello.
La narrazione si sposta continuamente per flashback dal presente al passato, sia quello prossimo dei due fratelli cresciuti, sia quello remoto dei due fratellini e del padre, questa non più straordinaria trovata risulta comunque vincente e mai confusionaria.
Gli interpreti di questo film ricoprono bene i loro ruoli, la statuetta di migliore se la dividono Matthew McConaughey, che è l’uomo che si presenta all’inizio nell’ufficio dell’agente Doyle, e Bill Paxton, che interpreta il padre dei due fratellini; una menzione anche per il piccolo attore che interpreta il giovane Fenton, Matt O’Leary, davvero molto bravo.
Bill Paxton, oltre ad interpretare molto bene un “fuori di senno che però crede fermamente in quello che fa”, firma la regia di questa pellicola, una regia che cerca di dare importanza ai piccoli particolari e di dare un punto di vista privilegiato allo spettatore, come quando ci si vede arrivare davanti il piccolo Adam con l’ascia in mano.

Lo script è firmato da Brent Hanley, come argomento generale non è stato certo originale. Quello che mi è piaciuto è stato il modo di programmare la narrazione e di descrivere i rapporti che intercorrono nel trio maschile, padre e due figli, protagonista nelle scene che si rivolgono al passato remoto.
Concludendo, mi sento di consigliare questo film, perché comunque non vi farà annoiare e sul finire vi stupirà con effetti speciali!

Adriano Lo Porto Aprile 2004

Guarda la Locandina Originale

SCRIVI PER OCCHIROSSI.IT