Recensione film horror Existenz

Recensioni

locandinaRegia: David Cronenberg
Soggetto e Sceneggiatura: David Cronenberg
Attori: Willem Dafoe, Ian Holm, Christopher Eccleston
Produzione: Canada, 1999
Durata: 97′

Voto: 8/10

In un futuro prossimo, il rapporto tra l’uomo e la macchina sarà molto diverso.
Non si utilizzeranno più circuiti al silicio né microchip ultrapotenti, ma l’elettronica, se così si potrà ancora cambiare, sarà esclusivamente organica.

Pensiamo al mondo dei videogiochi, per esempio. Niente più Playstation o XBoX, ma apparecchiature composte da pelle, sangue e circuiti nervosi, chiamati “pod”, che si “connettono” al sistema nervoso del giocatore tramite “porte” seriali (le “bioporte”) installate nella schiena. In questo modo raggiungono i centri nervosi alla base della colonna vertebrale dell’individuo, facendogli vivere in prima persona le avventure del videogioco…

Quindi il protagonista del gioco non sarà più il goffo omino sparatutto nello schermo, ma la persona stessa…

In questo ipotetico futuro, in cui i pod vengono venduti ed installati anche nei supermercati e installare una bioporta nella colonna vertebrale è facile come farsi mettere un orecchino, vive una biondina, Allegra Geller (Jennifer Jason Leigh) che è una affascinante programmatrice e ideatrice di molto giochi, tra cui l’ultimo successo, “eXistenZ” (si scrive proprio così, con la X e la Z maiuscole).
La ditta per cui lavora Allegra, la “Antenna”, è infatti leader incontrastata del mercato ludico.

Durante la presentazione di eXistenZ, in una chiesa (!) adibita alla bisogna, Allegra viene aggredita da un fantomatico gruppo di liberazione “anti-eXistenZ”, e un individuo la ferisce gravemente con una pistola di carne, che spara denti umani (non avevamo detto che la tecnologia è diventata pressoché tutta organica?).

Un addetto alla sicurezza, Ted Pikul (Jude Law) la porta in salvo, lontano dagli aggressori. Ma il “pod” (una sorta di joystick di carne molliccia e di ossa) è gravemente ferito, e deve essere riparato al più presto, perché contiene all’interno tutto il prototipo di eXistenZ.

Per controllare lo stato del pod, è necessario l’aiuto di Ted, che però è uno dei pochissimi uomini sulla terra a non essere stato ancora “bioportizzato”. La donna convince così il ragazzo a farsi inserire una bioporta sulla schiena.

Tutto è pronto, i due si connettono ad eXistenZ, dando inizio alla partita… Ma qualcosa non sembra procedere per il verso giusto, perché realtà e virtuale sembrano legarsi indissolubilmente, fino a fondersi, e rendere indistinguibile l’una e l’altro…

“eXistenZ” è un film diretto da David Cronenberg nel 1999. Leggendo la trama, e pensando anche all’anno di uscita, è impossibile non pensare a “Matrix“, ed in effetti “eXistenZ” deve molto al primo capitolo dei fratelli Wachowski, uscito nello stesso anno.
Attenzione, però, non si tratta di un plagio! Lo stesso “Matrix” deve rendere molto di più, in termini di “affinità”, a “Videodrome“, dello stesso Cronenberg, film del 1983.

Quindi, se vogliamo continuare a parlare di “affinità”, mi sentirei di considerare “eXistenZ” molto più affine a “Videodrome“. In quest’ultimo (siamo nel 1983, anni in cui l’invasione dei personal computer era ancora lontana a venire) era la televisione ad essere onnipresente, e a influenzare la vita degli uomini (una sorta di Grande Fratello catodico), in “eXistenZ” è il computer, o meglio, l’esperienza di vivere in prima persona le avventure, a confondersi con la realtà.

E allora, potendo scegliere, cosa è meglio? eXistenZ o un’anonima realtà in cui non succede mai niente? Quale dei due mondi è più reale?

Il risultato è un film ad effetto, abbastanza criticato all’uscita, che a fatica si è ritagliato uno spazio nei confronti di un colosso come “Matrix“. Ciononostante, a mio personale giudizio, si tratta di un film ben riuscito: non è stato realizzato con gli ingentissimi budget da cui potevano attingere i Wachowski brothers, ma di certo non è inferiore. Un film che come già detto si colloca sulla scia di “Videodrome“, ed è difficile, per il sottoscritto, dire quale dei due sia migliore.

Una produzione intelligente, che ci proietta in un futuro prossimo (o in un presente parallelo?), in uno scenario forse inverosimile ma non certo assurdo… chi ci assicura che il domani non sarà veramente così?

Su tutto, l’ironia del regista canadese, che serve se non altro a spezzare la tensione. I personaggi di EXistenZ vanno “attivati” in un certo modo (ad esempio chiamandoli per nome), proprio come in un videogioco, la cui interattività è limitata a poche battute, e se si clicca sul personaggio nuovamente, esso ripeterà sempre la solita battuta, all’infinito e, se in stand-by, esso muoverà leggermente la testa…
Molto simpatico anche l’insetto a due teste (lo “speciale”), una sorta di lucertola che fornisce il materiale neurale al pod…

Apprezzabilissima la commistione tra reale e virtuale. Alla fine risulterà impossibile, o quanto meno difficilissimo, distinguere tra i due “mondi” e non si capirà se ci si trova nella realtà o ancora in eXistenZ. A tal proposito, molto significativa è la battuta con cui si chiude il film, quando il povero cameriere, che sta per essere ammazzato (nuovamente!), esclama, tutto impaurito: “Siamo ancora nel gioco, vero?

Il film distribuito in Italia da Cecchi Gori, dura circa 100 minuti.

Gabriele Fortino (ciao.it) 12.07.2005

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