Recensione film horror Ore 11:14 Destino Fatale

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ORE 11:14 DESTINO FATALE

locandinaREGIA: Greg Marcks
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Greg Marcks
FOTOGRAFIA: Shane Hurlbut
CAST: Patrick Swayze, Hilary Swank, Colin Hanks, Rachael Leigh Cook, Henry Thomas, Ben Foster
DURATA: 86 min. (U.S.A. – Canada, 2003)

Voto: 6/10

Ore 11:14, Destino Fatale” è un film di cui è stata fatta ampia pubblicità pressoché su tutti i media possibili durante l’estate del 2004, tanto che era sicuramente atteso come il thriller-horror dell’anno. Forse i risultati del botteghino hanno dato ragione a questa pretesa, ma non è che il pubblico ne sia rimasto poi così entusiasta, anche se le buone premesse c’erano tutte.
Queste premesse erano costituite da un buon cast, perché Patrick Swayze e Hilary Swank dovevano aver scelto una buona sceneggiatura per sporcarsi le mani col genere horror. Inoltre il trailer era davvero buono e giravano voci a proposito di una scelta di sceneggiatura e montaggio davvero interessante.
Eppure c’è qualcosa che non va: Greg Marcks ha scritto e diretto il film in modo da tenere lo spettatore sempre in tensione, in modo da mettere ogni tassello al suo posto con una certa calma, ma il difetto principale del film è proprio quello di rimanere allo stesso livello per tutta la durata, senza alcun picco di tensione, anzi, mostrando una vena quasi umoristica che stona decisamente con l’impostazione del film.

La vicenda di questo film ci propone diverse storie intrecciate tra loro in modo preciso e complesso, con lo spettatore sempre stimolato a prevedere, osservare e compiacersi dei sottili fili che legano le varie storie messe in campo dal regista.
Il tutto si svolge a Middleton, perfetta rappresentante della provincia americana dove tutto può succedere… ed in effetti un po’ di tutto è quello che succede.
Un ragazzo leggermente ubriaco (e pure al cellulare se non ricordo male) corre con la sua auto sportiva sulla statale e investe un cervo nei pressi di un ponte in un tratto dove, a quanto pare, si verificano spesso gli incidenti coi cervi.
Spunta una donna alla quale stanno molto a cuore i cervi, la quale sta a sua volta cercando qualcuno (un uomo? un cane?) e della quale il ragazzo cerca di liberarsi vanamente.
Ma aspettate un attimo, quello non è un cervo, è un uomo, è morto…e la polizia sta arrivando sul posto, contattata propria dalla donna rompiballe.

Una ragazza della ridente (ma nemmeno per un attimo!!) cittadina si diverte a tenere in sospeso i due ragazzi con i quali sta insieme contemporaneamente.
E visto che non ci sta solo insieme platonicamente, ma ci dà anche dentro con entrambi, ecco che ha la splendida idea di dire a tutti e due che aspetta un figlio, così da racimolare un migliaio di dollari e scappare (senza nessuno dei due) da una vita che le sta stretta.

Uno dei due va dunque a casa a prenderla per darle i soldi (credo) e i due ne approfittano per fare l’amore al cimitero vicino (niente di più normale, no?), peccato che da una lapide cade un pezzo che frantuma il cranio al ragazzo…
Scoperto il fattaccio, il padre di Cherie, la ragazza di cui sopra, cerca di occultare il cadavere del ragazzo. E’ convinto che il defunto picchiasse sua figlia e pensa che Cherie  l’abbia ucciso volontariamente per difendersi.

Ci sono altre storie che si intrecciano e che riguardano l’altro ragazzo di Cherie che, per provvedere ai 500 dollari chiestigli dalla ragazza, tenta di convincere una sua amica cassiera a rubarli dal minimarket in cui lavora.
E poi ci sono tre ragazzi che girano su un pulmino pieni di birra e musica ad alto volume…c’è la polizia, c’è un’ambulanza, tutti sulle strade di Middleton, tutto alle 11:14!

La trovata dell’intreccio di tante storie è interessante, anche se non è poi molto originale. Il modo di incastrarle trovato da Greg Marcks è produttivo, anche se ha almeno un recente predecessore (i primi 10 minuti di “Identità“) riuscito molto meglio.
Come dicevo, la pecca della sceneggiatura sta nel fatto di non proporre mai, a conti fatti, grandi picchi di tensione e adrenalina, ma di mantenere sveglio lo spettatore solo grazie alla curiosità di scoprire come le varie storie si intersecano tra loro.
Quindi ecco che per dare una svegliata allo spettatore ogni tanto, il regista introduce delle scene forti, di sicuro impatto, come la scena di sesso e morte al cimitero o quella di un pene tagliato di netto dalla porta scorrevole di un furgoncino (o dal finestrino, non mi ricordo).
Tra gli interpreti, quello che mi ha colpito di più è sicuramente quello che riveste il ruolo di Duffy, il ragazzo di Cherie che sopravvive, ovvero Shawn Hatosy; anche Hilary Swank mi è piaciuta, anche se è distante anni luce dall’interpretazione di “Million Dollar Baby”; di Patrick Swayze quello che salta all’occhio sono sicuramente i chili di troppo, e nient’altro.

Insomma, “Ore 11:14, destino fatale” non è da annoverare tra i pochissimi thriller-horror recenti che rimarranno con piacere nella mente degli spettatori..l’unica cosa che tutti si ricorderanno è il pene tranciato.
Sconsigliato a chi non ama il genere e a chi non si esalta per delle scelte di montaggio, ma comunque merita comunque la sufficienza perché è sopra “la media del settore”. 

Adriano Lo Porto 31-07-2005

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